Marco Cusin, un fattore in Cremona - Cantù
L'ex canturino vero ago della bilancia dell'andamento dell'incontro
Fatto salvo il parziale di 3-15 confezionato tra il 30’ ed il 35’, sostanzialmente, male Cantù. Una squadra senza guida: Johnson-Odom non è playmaker e latita nella fase difensiva sul diretto avversario. Già al 3’ coach Sacripanti lo toglir dal campo per sostituirlo con Gentile che playmaker non è, ma a cui riesce qualcosa in più rispetto al compagno di squadra, specie in termini di leadership. Sì, perché la Cantù di oggi manca di mordente, si presenta sfilacciata con i suoi sostenitori ad invocare costantemente lo sfoderamento in campo degli attributi.
Jones si prende alcune apprezzabili iniziative in fase offensiva; Parimenti Williams nel verniciato. Troppo poco, invece, da Feldeine e Hollis.
Nullo Shermadini. Il georgiano si è sùbito schiantato contro il muro che porta il nome dell’ex: Marco Cusin. Sacripanti lo toglie dal campo dopo soli 5’, rimpiazzandolo con Williams. Dopo altri 3’ coach Pancotto concede il primo riposo a Cusin e Williams si ritrova avvantaggiato rispetto al compagno.
Ebbene sì, l’ago della bilancia della partita è stato proprio il lungo della Nazionale. Nel corso dei 25’ in cui è stato in campo, per usare le parole di coach Pancotto, ‘ha messo il tappo al canestro’. E nel periodo in cui è stato in campo in asse con Vitali è stato anche parecchio pericoloso in attacco, con il play azzurro a servirlo con puntualità e precisione. Quando la regìa è stata affidata a Ferguson, che play non è, la sua pericolosità offensiva è venuta meno. D’altra parte la prerogativa di Ferguson certo non è la regìa né il passaggio, bensì il tiro, fondamentale mediante il quale ha portato il suo discreto contributo alla causa anche nella gara di ieri.
Tornando a Cusin, ora che il suo inserimento nella Vanoli versione 2014/15 è stato completato, possiamo confermare quanto ampiamente previsto: a Cantù non è stato visto il vero Cusin. Leader in campo, baluardo difensivo insormontabile, abile finalizzatore delle situazioni di pick&roll. Dirigenti e pubblico canturini hanno assistito nella serata di ieri al reale potenziale di questo giocatore, perché collocato nel contesto tattico adeguato, in asse con un eccellenza in materia di distribuzione del gioco che risponde al nome di Luca Vitali. Perché inserito in un contesto ambientale che gli conferisce la serenità necessaria per esprimersi ad alti livelli, nettamente superiori a coloro che la società brianzola ha scelto per rimpiazzarlo dopo avere deciso di non confermarlo a difesa dell’area camturina.
Come accennato, ieri altra serata di basket per palati raffinati offerta dal capitano Vanoli, Luca Vitali. Leadership, creatività, fantasia. Solo sette tiri tentati in 34’ di gioco, ma 8 assists, 7 falli subìti: la squadra in mano. E la chicca del richiamo al pubblico di un applauso a favore del compagno di squadra Luca Campani, in difficoltà psicologica dopo avere mancato la realizzazione di due tiri liberi.
Nella medesima direzione anche coach Pancotto: in avvio di ultimo quarto la squadra attraversa i lsuo periodo peggiore, subendo particolarmente nell’area verniciata gli attacchi degli avversari che, in soli 2’ pervengono inaspettatamente al pareggio. Cusin è in panchina, ma il coach vuole fare sentire la sua fiducia al giocatore in difficoltà, Campani, appunto. Arriva il momento di inserire Cusin, ma non togliendo Campani. Il risultato? Poco dopo Cusin è costretto ad abbandonare il campo causa sanguinamento al dorso della mano destra in seguito ad una contesa a rimbalzo. Nei minuti finali è proprio Campani a costringere la difesa avversaria a commettere fallo su di lui ed a trasformare i quattro tiri liberi che conducono in porto la vittoria della squadra di casa.
La vittoria del collettivo, del gruppo, un gruppo unito, solidale soprattutto verso i componenti di esso meno brillanti, con l’obiettivo di riportarli ai livelli più nobili.
Citazione specifica per i giovani Mian e Gazzotti, capaci di farsi trovare pronti ed efficaci nell’immediato nell’ambito di un impiego limitato sul campo, perché è tutt’altro che facile entrare immediatamente nel vivo del gioco in maniera efficace. Ebbene, loro ne sono stati ancora una volta capaci su entrambi i lati del campo.
Ultima citazione per Clark, a cui va il merito di avere mosso il tabellino dei suoi nell’ultimo quarto dopo 5’ di empasse da paura in cui Cantù era riuscita nell’impresa di pervenire al pareggio, ed anche per alcuni “numeri” ad elevato quoziente di spettacolarità atletica, apprezzatissimi dal pubblico che ha assiepato le gradinate del PalaRadi.
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