Renato Villalta: Le Lega aveva bisogno di una figura esterna
Il disappunto di Villalta dopo l'elezione di Marino
Villalta, che aveva delegato Claudio Toti, presidente della Virtus Roma, è stato d’accordo con il presidente romano quando ha deciso di disertare la votazione.
“Nulla contro il nuovo presidente sotto il profilo umano. Ma, ancora una volta, non condivido il modus operandi con il quale si è arrivati alla sua elezione. La Lega aveva bisogno di una figura esterna. Avere a capo uno di noi non va bene, lo ripeterò fino alla morte. Ci eravamo dati tre priorità: marketing, modifica dello statuto ed evitare conflitti d’interesse che non possono non esserci se a dirigere la Serie A c’è un presidente di club. Di cosa parliamo sotto il profilo pratico? Poter vedere i contratti di tutti i giocatori, avere voce in capitolo sulle multe e soprattutto andava sgombrato il campo da possibili visioni complottiste nelle partite in cui è coinvolta la squadra del numero uno della Lega. Immaginate cosa sarebbe successo se Minucci fosse stato presidente due settimane fa, dopo il contestato arbitraggio di gara-3 tra Reggio Emilia e Siena. La modifica dello statuto andava fatta con un esterno. Avevo proposto un traghettatore e fatto il nome di Walter Veltroni, che della Lega è presidente onorario. Devo constatare che ancora una volta si è preferito dare la priorità ai nomi invece di decidere sui programmi. Perché tutta questa fretta?”.
Anche Marino ha parlato con Il Fatto Quotidiano rilasciando le seguenti dichiarazioni: “La decisione di oggi arriva al termine di un mese di discussioni, con un programma condiviso da tutti, anche da chi si è astenuto. Avevamo deciso che il presidente sarebbe stato un interno perché solo chi è al di qua conosce i problemi della macchina. Le regole erano chiare, lo sbocco naturale era eleggere un rappresentante. Il mio primo compito sarà telefonare ad entrambi per cercare di far condividere anche a loro il nuovo progetto dopo l’attrito iniziale”.
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