LaVar furioso con coach Seskus per non aver fatto partire Gelo&Melo in quintetto con lo Zalgiris
LaVar Ball: Gli ho detto la ricetta per vincere. Ma se lui non vuole usarla, significa che non vuole vincere. Io sono davvero arrabbiato col coach. Pensavo che la nostra amicizia fosse migliore.
LaVar Ball si è infuriato con coach Seskus per non aver fatto partire in quintetto i suoi figli LiAngelo e LaMelo nella sfida contro lo Zalgiris Kaunas.
I due hanno segnato 44 punti nella netta sconfitta.
“Avremmo potuto vincere facilmente la partita ma il coach non ha fiducia nel lasciar fare ai miei figlio quello che sanno fare. Gli ho detto la ricetta per vincere. Ma se lui non vuole usarla, significa che non vuole vincere.
Io sono un uomo leale. I miei figli vengono agli allenamenti tutti i giorni. Siamo persone amichevoli. Abbiamo buoni amici e loro lavorano sempre al massimo. Ma tu fai giocare persone che non si sono mai allenate invece dei miei figli? Allora non mi interessa più della partita. Penso alla lealtà. Il coach mi ha dimostrato quanto tiene alla mia amicizia.
E’ come se qualcuno di un’altra squadra, tipo dalla Croazia, venisse da me a dire: ‘Vogliamo i tuoi figli. Abbiamo i soldi e siamo una squadra migliore’. Ed io dicesso loro. ‘Ok Lituania. Ce ne andiamo’. Io non faccio questo.
Ma invece dei miei figli ha fatto partire un giocatore appena arrivato ed uno che non si è allenato per tutta la mia settimana. Pensavo che fossimo meglio di così. Ma se getti via la mia amicizia in questo modo significa che per te non significava nulla. Ma va bene. Per me va bene.
Io sono davvero arrabbiato col coach. Pensavo che la nostra amicizia fosse migliore. Lo saluterò. Ma non sarò più il suo “amico” dato che ha gettato la mia amicizia dalla finestra. Non gli parlerò. E non mi divertirò più a guardare queste partite".
I due hanno segnato 44 punti nella netta sconfitta.
“Avremmo potuto vincere facilmente la partita ma il coach non ha fiducia nel lasciar fare ai miei figlio quello che sanno fare. Gli ho detto la ricetta per vincere. Ma se lui non vuole usarla, significa che non vuole vincere.
Io sono un uomo leale. I miei figli vengono agli allenamenti tutti i giorni. Siamo persone amichevoli. Abbiamo buoni amici e loro lavorano sempre al massimo. Ma tu fai giocare persone che non si sono mai allenate invece dei miei figli? Allora non mi interessa più della partita. Penso alla lealtà. Il coach mi ha dimostrato quanto tiene alla mia amicizia.
E’ come se qualcuno di un’altra squadra, tipo dalla Croazia, venisse da me a dire: ‘Vogliamo i tuoi figli. Abbiamo i soldi e siamo una squadra migliore’. Ed io dicesso loro. ‘Ok Lituania. Ce ne andiamo’. Io non faccio questo.
Ma invece dei miei figli ha fatto partire un giocatore appena arrivato ed uno che non si è allenato per tutta la mia settimana. Pensavo che fossimo meglio di così. Ma se getti via la mia amicizia in questo modo significa che per te non significava nulla. Ma va bene. Per me va bene.
Io sono davvero arrabbiato col coach. Pensavo che la nostra amicizia fosse migliore. Lo saluterò. Ma non sarò più il suo “amico” dato che ha gettato la mia amicizia dalla finestra. Non gli parlerò. E non mi divertirò più a guardare queste partite".
© Riproduzione riservata
E. Carchia
@Sportando
Occorre essere registrati per poter commentare
