Jordi Bertomeu: 'Euroleague in crescita ma l'Italia si allontana'
Le parole del CEO di Euroleague a La Gazzetta dello Sport
Jordi Bertomeu, CEO di Euroleague Basketball, ha parlato a La Gazzetta dello Sport. Bertomeu ha fatto un punto della situazione sulla passata stagione e sullo stato del basket europeo.
Ecco le sue parole.
"Il bilancio è positivo, le novità hanno dato le risposte che speravamo, i club sono soddisfatti di aver giocato più gare, lo spostamento al venerdì è stato un successo. Per i prossimi tre anni la formula non cambierà, ma continueremo a lavorare per migliorare tutti gli aspetti.
Licenza A. Lo abbiamo sempre detto, nessuna squadra può dormire su un risultato: chi non ha la licenza A perché ogni anno deve guadagnarsi il posto nei campionati nazionali, chi ha le licenze pluriennali perché non è garantita per sempre. L'Eurolega non è a numero chiusa.
Stato del basket. Ci sono nazioni in crescita come Russia e Turchia, altre dove l'impatto del basket sta crescendo come Germania o Francia che è quella più dinamica sul fronte dei diritti televisivi. La Grecia è in crisi ma le sue due squadre di Eurolega no. I problemi sono in Spagna e in Italia. Con una differenza: in Spagna ci sono due club legati al calcio, e questo indubbiamente li aiuta, e in più non esiste quasi la figura della società con un solo padrone. Finora hanno mostrato una tenuta alla crisi superiore a quella italiana anche se la situazione economica spagnola è peggiore.
Roma rinuncia alla Euroleague. Peccato. Non biasimo il club se ha problemi di costi di impianti o di budget o non crede di poter recuperare coi biglietti i soldi spesi per il Palaeur e quindi non si sente di rischiare una stagione d'Eurolega. Ma il discorso è un altro e dovrebbe portare il basket italiano a una riflessione: com'è possibile che la squadra della Capitale non abbia le risorse per fare l'Eurolega e Nanterre sì? Roma no e lo Stelmet Zielona Gora, sedicesima città polacca per numero di abitanti, e che ha un palazzo da 6000 spettatori. Da un lato non posso criticare la scelta di Roma, dall'altra esprime un problema più profondo del basket italiano. Capisco che quando c'è crisi una squadra reagisca pensando a breve periodo. Ma vedo che in Italia ormai i club danno come cosa scontata che si faccia una squadra con 1 milione di euro, magari meno, tutto si rimpicciolisce senza pensare a come, invece, incrementare le entrate. È chiaro che il livello di Eurolega così si allontana. Le società tagliano anche gli stipendi di chi dovrebbe andare a vendere i biglietti... Che è uno dei temi centrali di Eurolega dei prossimi anni.
Siena a Firenze. E' un rischio, lo sappiamo. Sarà difficile ma è anche la prova della volontà di trovare la strada per un'ulteriore crescita che a Siena, senza un nuovo palazzo, non è più possibile. Firenze le dà la possibilità di essere la squadra di tutta la Toscana, sostenuta anche dal governo della regione. Meglio l'incertezza di una nuova sfida che stare fermi.
Milano sotto osservazione. Sì, ma con una grande collaborazione e la volontà di sostenere il progetto. Milano è un buon mercato per l'Eurolega, finora non ha ottenuto dei risultati congrui con lo sforzo economico fatto, ma apprezziamo gli sforzi a medio termine per essere competitivi".