Meo Sacchetti: Contro il Bamberg una sfida cruciale
Partita fondamentale per la Dinamo Sassari
Domani vi aspetta una partita importante contro Bamberg..
“La sfida di domani è cruciale, direi decisiva, che ci permetterebbe di disputare il girone di ritorno con un grande obiettivo e ottime motivazioni. Ci piacerebbe avere il palazzetto pieno e il sostegno del nostro pubblico. Giochiamo contro Bamberg che ha vinto due partite in casa poi se l’è giocata fino all’ultimo possesso con Mosca”.
Che squadra è il Brose Baskets?
“E' un team con molta profondità, con un buon play e Niccolò Melli che sta facendo bene sia da quattro che da cinque. Loro sono una squadra completa, molto dura, capace di recuperare break importanti e che, dopo due vittorie in casa, se l’è giocata all’ultimo possesso con il Cska. Li abbiamo incontrati a Olbia nel precampionato ma gli mancavano quattro giocatori importanti che erano impegnati con le nazionali. Melli è un giocatore che probabilmente ha trovato il suo sistema di gioco dopo Milano, che sta esprimendo potenzialità inespresse finora”.
Quale potrà essere la chiave per la sfida di domani?
“Sicuramente non potremo permetterci di avere momenti di assenza, come successo nelle altre partite. In Eurolega non è possibile giocare senza intensità per tutti i quaranta minuti. È una questione di avere una mentalità tosta”.
Lunedì la sfida con Avellino è stata all’ultimo respiro..
“Abbiamo questo problema, non solo con Avellino, per cui soffriamo dei blackout nei quali mostriamo troppa sufficienza e superficialità in alcune azioni. Non sfruttiamo le azioni per chiudere le partite. È un problema che ci trasciniamo ma piano piano vogliamo risolverlo. Dobbiamo migliorare nella lettura e in certe situazioni di break, cercando di raccogliere qualcosa in più”.
Andrea Trinchieri aveva definito il suo basket come la “depenalizzazione dell’errore”, cosa ne pensa?
“Io credo che il basket sia fatto di sbagli ma ci sono errori che si possono accettare e altri no. Su un paio di errori, come ad esempio non fare taglia fuori o non prendere sfondamento quando c’è da prenderlo, resto perplesso. Ma non sono solito togliere un giocatore al primo errore. È un atto di fiducia”.
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