Analisi tecnica di Olimpia Milano-Maccabi Tel Aviv
Come e quali saranno le chiavi del match che vedrà l'Olimpia giocarsi le Final Four
Per molti è la gara più importante degli ultimi 18 anni, il punto massimo che l'Olimpia sia riuscita a raggiungere e che adesso ha intenzione di provare a ritoccare fino alla fine della competizione. Milano-Maccabi è una sfida storica, che questa volta metterà in palio una posta davvero altissima.
La squadra di Luca Banchi non potrà contare su Alessandro Gentile, mentre quella di Blatt ha perso Shawn James per un'ernia alla schiena già da mesi.
Analizziamo annessi e connessi di una sfida che si preannuncia equilibrata ed estremamente avvincente.
LA CREAZIONE DEL GIOCO E LA SFIDA NELLA SFIDA: DANIEL HACKETT – RICKY HICKMAN
La differenza nel modo di impostare il gioco non è troppo marcata né così difficile da estrapolare dal contesto della gara stessa, ma ha comunque delle differenze. Hackett e Hickman sono due ex compagni a Pesaro e si conoscono benissimo, ma uno faceva il play già allora e uno invece lo è diventato per necessità. Il loro modo di giocare è piuttosto differente. Hickman parte dal palleggio quasi sempre a destra e cerca uno scarico in angolo con frequenza abbastanza marcata, frutto del gioco chiesto da Blatt, che vuole guardie sempre in movimento sul perimetro e blocchi aggressivi per muovere penetrazioni sullo spostamento difensivo;
DaniBoy invece quando parte lo fa quasi sempre per arrivare al ferro, poiché l'indole di creare gioco lo pervade quasi esclusivamente a palla ferma. La differenza in termini di assist è prodotta in buona parte dall'efficacia perimetrale: Hackett ha 3.1 assist in Eurolega con la maglia di Milano e 1.9 palle perse, mentre Hickman produce appena 2.5 assist con 1.8 palle perse. La differenza è difensiva: Hickman è un difensore nella media, ma tenderà a soffrire la fisicità esondante di Hackett qualora la scelta difensiva di Blatt sia una difesa a uomo ruolo secondo ruolo. Hickman lo supera nettamente in ball-handling, ma al netto dell'impatto pagherà sicuramente dazio.
LA PANCA DI QUALITA' E QUANTITA': CURTIS JERRELLS - YOGEV OHAYON
Non che Yogev Ohayon si possa considerare un panchinaro, ma nello scacchiere di Blatt la gara deve iniziare sempre prendendo possesso fisico del match. Ohayon invece è il giocatore più tecnico e con la migliore visione di gioco nella squadra. Esce dalla panca come Sergio Rodriguez a Madrid quando serve mettere ordine ad una manovra che fatica a produrre offensivamente. E' piuttosto sottovalutato come difensore, pratica nella quale si applica molto e dimostra un'eccellente tecnica. Con 1.8 palle rubate a match è il miglior ladro della squadra israeliana, grazie al senso dello spazio con cui intercetta le linee di passaggio. Da non sottovalutare anche la sua pericolosità al tiro da tre punti, dove con il 46% risulta un cecchino di alto potenziale distruttivo.
Milano invece lancia come sesto uomo Curtis Jerrells, il mistero che si è rivelato da solo. Uscito dalla prigione del dover creare per i compagni si è trasformato in un autentico killer. Jerrells ha avuto un incremento pazzesco di prestazioni dalla fase a gironi alle top16:
8.9 punti in fase a gironi con il 29% dall'arco
12.5 punti in top16 con 47.8% dall'arco
In doppia cifra per 11 volte su 14 nell'ultimo girone affrontato da Milano si candida di diritto a guastare l'umore di Blatt con le sue triple ignoranti. Da un punto di vista tecnico non è paragonabile ad Ohayon, ma anche in questo caso il fisico potrebbe fare la differenza anche in penetrazione. E' facile che Banchi gli chieda di attaccare i lunghi avvresari seguendo i cambi difensivi che gli verranno proposti.
L'EQUILIBRIO: DAVID MOSS - DEVIN SMITH
Entrambe le squadre dispongono di un giocatore factotum. Per Milano è David Moss, per il Maccabi è Devin Smith. I giocatori sono diversi, ma fino ad un certo punto. Smith è decisamente un migliore contropiedista, dotato di eccellente senso del rimbalzo, ma spesso distratto in difesa e comunque non in grado di innescarsi da solo. Diverso è il caso di David Moss: difensore noto a tutti, tiratore mortale dall'angolo e comunque capace di costruirsi il tiro partendo dal post basso.
Sono i due giocatori che fanno da collante tra reparto lunghi e reparto guardie, con la loro capacità di raddoppiare in marcatura giocatori di differente stazza. Smith viaggia a 10.1 punti in Eurolega ed è il secondo miglior realizzatore della squadra. Facile che Banchi gli dedichi una particolare marcatura in considerazione del fatto che sa essere pericoloso un po' ovunque; il tutto certificato dal fatto che sia il giocatore più utilizzato da David Blatt.
Moss non si vede, ma si sente. Se Smith entra spesso nel gioco anche come portatore di palla, Moss è il giocatore che la palla non la tocca, ma non la fa nemmeno toccare agli avversari. In Eurolega non arriva a 7 punti di media, ma è un giocatore imprescindibile per l'Olimpia e e lo sarà ancora di più dato il forfait di Alessandro Gentile; nel frattempo in campionato è andato in doppia cifra nelle ultime 5 agre mostrandosi molto ispirato dall'arco
L'ESTRO: KEITH LANGFORD – DAVID BLU
Se cerchi giocatori che possano inventare canestri, beh la scelta cadrà su Keith Langford e David Blu. Langford gioca una stagione da assoluto MVP di Eurolega, dominando in punti e valutazione, dopo aver giocato delle top16 pazzesche. Una sola volta questa stagione in singola cifra tra campionato e coppa, si presenta carichissimo e fresco dopo aver saltato qualche settimana per un infortunio. Lui è il pericolo numero 1 della squadra e qui dovrà essere bravo ad evitare le marcature che Blatt gli metterà contro, avendolo allenato e conoscendolo benissimo. Giocatore semplicemente insostituibile nello scacchiere Olimpia, per la capacità di attirare raddoppi, segnare in ogni circostanza e da ogni posizione.
Il Maccabi invece contra sull'estro di David Blu. L'ex bolognese avrà pure un gioco monotematico e di facile lettura difensiva, ma si tratta di un giocatore che qualora prenda fuoco si rivelerebbe molto più che un problema (per dettagli chiedere al Panathinaikos). Blu è la solita sicurezza: 38% stabile dai tre punti con altissime percentuali in rapporto allo spazio concessogli. Si tratta comunque dell'unico vero specialista dall'arco di cui dispone il Maccabi...sulla carta un problema non insormontabile, ma...
IL PESO FISICO SOTTO I TABELLONI: SAMARDO SAMUELS – SOFOKLIS SCHORTSIANITIS
La sfida più fisica che si vedrà nella gara sarà quella tra Big Sofo e Samardo Samuels...e qui per il centro dell'Olimpia ci sarà da faticare. Sofo è un giocatore umorale, che passa da giornate di grande estro ad altre di nulla cosmico, oltre ad essere sempre un'incognita da un punto di vista fisico e della resistenza sul terreno di gioco. Samuels lo dovrà attaccare sfruttando la maggiore agilità e le movenze di cui dispone, rollando a canestro con aggressività e costringendolo a uscire per contestare il suo tiro dalla media. Sfidarlo in post potrebbe essere una mossa rischiosa data la stazza abnorme del greco.
La maggiore completezza tecnica e la scarsa vena di Sofo dalla lunetta mettono Samardo nelle condizioni di dimostrare intelligenza per sopperire alla carenza fisica. Fondamentale oltretutto che tagli fuori a rimbalzo, dove altrimenti potrebbe venire facilmente sovrastato. Sofo dal canto suo deve sfruttare la debolezza del giamaicano a rimbalzo per garantirsi diverse seconde chance con cui spezzare la marcatura e i raddoppi sotto canestro. Big Sofo viaggia a 10 punti di media in appena 14.4 minuti di impiego, in quanto Blatt nelle fasi iniziali delle gara lo cerca ossessivamente sempre secondo la sua regola per la quale la partita va presa subito in pugno fisicamente
LUNGHI “A LUNGO RAGGIO”: NICOLO' MELLI – GUY PNINI
Pnini è emerso come il giocatore più tecnico del pacchetto lunghi a disposizione di coach Blatt. Nei confronti di Nicolò Melli paga un diverso atletismo, ma compensa con una grande intelligenza e una buona visione di gioco. L'inesperienza di Nico potrebbe facilitargli la conduzione della gara. Melli nelle top16 non è stato esaltante da un punto di vista offensivo: mai in doppia cifra e con percentuali al ribasso, ma in compenso è stato difensivamente un fattore. Pnini invece data la sua versatilità ha giocato sempre gare molto ordinate e continue. Ha un ruolo definito e fa ciò che il coach gli chiede. 6.5 punti di media in Eurolega con il 47% dall'arco. Da tenere sotto stretta osservazione. Per Melli sarà estremamente importante la presenza a rimbalzo; in una situazione in cui si rischia di soffrire Nicolò deve mettere stazza e atletismo per contrastare il vario e multiforme parco lunghi avversario.
CONTRAEREA: GANI LAWAL – ALEX TYUS
Alex Tyus, una vecchia conoscenza (nemmeno troppo) del campionato italiano. Secondo una simulazione di come potrebbe svolgersi il match l'ex canturino sembra il designato a fare il maggior numero di danni nel pitturato. Grazie al suo atletismo e alla sua incredibile verticalità Tyus può combinare un'esplosione di potenza e ferocia agonistica, che sono Gani Lawal può contrastare. L'israeliano data la mancanza di James si trova ad essere il miglior stoppatore della squadra, con 1.84 in 40 minuti di utilizzo medio. La sua capacità di conversione vicino al ferro lo rende il giocatore con la migliore percentuale da due punti (72%), che cozza comunque con il 50% che realizza dalla lunetta. Quasi tutti i lunghi del Maccabi Tel Aviv sono battezzabili in lunetta, se si utilizza sapientemente la gestione falli.
Milano gli contrappone un Gani Lawal, molto lunatico, ma spesso decisivo. Se non brilla per intelligenza cestistica, risulta comunque un giocatore necessario nello scacchiere per spazzare e pulire i tabelloni su entrambi i lati del campo. Lawal ha registrato enormi miglioramenti nel tiro libero, arrivando intorno al 70% di conversione ed è stato decisivo nelle due gare contro l'Olympiakos, stabilendo anche il record di 5 stoppate nella gara al Forum. La sua presenza offensiva deve essere il fulcro dell'attacco lunghi. Se Samuels potrà colpire dalla media distanza lui potrebbe fare grossi danni giocando veloci pick n'roll per tagliare la difesa di Blatt. Banchi fino ad ora lo ha centellinato per sfruttare la sua strapotenza fisica finché l'energia lo ha tenuto. Se sia arrivato anche il suo momento di maturità lo si vedrà da domani
L'OUTSIDER: BRUNO CERELLA – SYLVEN LANDESBERG
L'outsider potrebbe facilmente recitare un ruolo di primo piano in questa serie playoff. Due squadre che tenderanno ad annullarsi potrebbero avere dal fondo della panchina quel quid necessario per dare lo strappo al match. Bruno Cerella è ormai noto e avrà un grosso e meritato incremento di minutaggio per l'assenza di Gentile. Defilato, ma pericoloso è invece Sylven Landesberg; si vede e si sente poco, ma quando serve il suo mattone lo mette. Freddo e preciso dalla lunetta e dotato di buona tecnica offensiva rischia di essere un fattore sottovalutato. In Israele si è guadagnato 17.4 minuti di media e mostra media sostanzialmente stabili. Alla difesa di Milano il compito di non farlo accendere:
Per Cerella è invece il momento della consacrazione. Dagli 0.4 punti della fase a gironi ai 3 con 1.6 rimbalzi di media e una difesa asfissiante nelle top16 Bruno sta mostrando a tutta l'Europa di che pasta è fatto. Il Forum per lui è e sarà un fattore più che per gli altri. Il suo ruolo è fondamentale: deve cambiare Moss e non abbassare la soglia difensiva del numero 33. Ce la farà?
L'ESPERIENZA AL SERVIZIO DELLA SQUADRA: C.J. WALLACE e KRISTJAN KANGUR – TYRESE RICE e ANDRIJA ZIZIC
L'esperienza in queste gare è un fattore che non si può trascurare, e in questo purtroppo Milano parte svantaggiata. A fare le giocate giuste e dare i buoni consigli dovranno essere i veterani Wallace e Kangur, mentre dalla parte opposta Tyrese Rice e il croato Andrija Zizic. Apparentemente potrebbero non avere un impatto clamoroso sul match in termini statistici, ma quello che possono dire, i movimenti che possono fare e le giocate sporche che potrebbero estrarre sono e saranno oro che cola per squadre come Milano e Maccabi. Il senso difensivo, la lettura del gioco e l'abilità nel prendere le decisioni giuste sotto pressione sono il pane di giocatori così. Kangur non ha esperienza in Eurolega a questo livello, ma si tratta di un mestierante che sempre sa cosa fare in situazioni complesse. La sua freddezza in lunetta ad esempio potrebbe rivelarsi un alleato prezioso.
CHIAVE DEL MATCH
Milano ha mostrato il meglio di sé quando è riuscita a creare una grande variante di giochi offensivi senza abusare del tiro da tre punti. Daniel Hackett e i due centri sono la chiave del match. Hackett sfrutterà vantaggio fisico contro tutti i playmaker avversari e avrà la possibilità in assenza di Tyus di penetrare fino al ferro abbastanza semplicemente, anche grazie alla lentezza di Sofo e Zizic. Siamo pronti a scommmettere sul fatto che questa possa essere la sua serie di playoff. Il resto è una questione di tenuta dei lunghi: troppo spesso Milano ha concesso tanti rimbalzi per via della scarsa vena o delle lacune difensive nel tagliafuori. Arrivati a questo livello i lunghi devono fare lo step decisivo per elevarsi al livello di una squadra tra le migliori 8 in attacco
Il Maccabi è un squadra che ama correre e spaziare. Va in netta difficoltà, causa lacune in regia, quando deve ragionare con il pallone, provocando palle perse banali e tiri fuori ritmo per la scarsa comprensione della posizione dei giocatori in campo. Blatt ci lavora da inizio anno, ma più di una volta i gialloblù sono caduti fragorosamente nel momento in cui la difesa avversaria gli ha levato il contropiede.