I giovani leoni dei Jazz
Utah ha deciso di ricostruire partendo dai talenti scelti negli ultimi draft

Nelle ultime stagioni del -dopo Deron Williams- Utah ha lottato più o meno costantemente per un posto nei playoff della durissima Western Conference, ma senza mai dare l'impressione di avere un roster competitivo per i massimi livelli. In estate quindi i Jazz hanno lasciato partire free agent importanti come Al Jefferson, Mo Williams e Paul Millsap, senza in pratica sostituirli, con il chiaro scopo di dare fiducia e responsabilità ai tanti giovani del roster. Il tanto spazio salariale a disposizione è stato usato per guadagnare scelte future dai Warriors e di Nuggets, mentre a Salt Lake City in cambio sono arrivati i contrattoni in scadenza , e quindi almeno in teoria appetibili sul mercato, di Biedrins, Jefferson e Rush - qualche spicciolo in più di 24 milioni per due prime e tre seconde scelte....Curiosamente prima del Draft 2012 proprio i Warriors, in seguito ad una serie di trade, dovevano una prima scelta ai Jazz che era protetta solo se tra le prime sette. Perdendo 17 delle ultime 20 partite, mandando in campo una serie di seconde scelte e/o giocatori chiamati dalla D-League, riuscirono però a mantenere i diritti sulla scelta. Forse il tanking più sfacciato della storia recente. Il risultato? Harrison Barnes, in pratica una delle chiavi del successo negli scorsi playoff, ma questa è un'altra storia......In Italia difficilmente due squadre avrebbero rifatto affari dopo una situazione simile, negli USA no problem-
Dal draft è arrivato il 'player of the year' della scorsa stagione NCAA, Trey Burke, il cui impatto con la NBA non è stato dei più morbidi, tra i problemi al tiro nella Summer League ed il recente infortunio. Nelle idee della dirigenza l'ex Michigan dovrebbe essere il tassello giusto per completare uno starting five di grande prospettiva, con Alec Burks, Gordon Hayward, Derrick Favors ed Enes Kanter, tutti nati dal 1990 in poi.
John Schumann di nba.com ha giustamente evidenziato la differenza tra la difesa di Utah nella scorsa stagione con Jefferson e Millsap in campo - 107.6 punti subiti ogni 100 possessi, valore ingeneroso nei confront di Millsap,in generale le peggiori coppie di lunghi comprendono sempre Al Jefferson, notoriamente in grande difficoltà nel difendere sul pick'n'roll, di gran lunga il modo di attaccare più usato in NBA - e quella con Favors e Kanter - 98.3 punti subiti ogni 100 possessi, valore che sarebbe valso il terzo posto NBA se confermato sull'arco della stagione- , l'upgrade è innegabile, ancor di più considerando la loro naturale crescita.
I problemi principali che dovrà risolvere Corbin - in scadenza e mai troppo convincente fino ad ora, anche per i pochi minuti concessi ai giovani- quindi dovrebbero riguardare l'attacco, e la regia in particolare; un rookie, anche buono come Burke -che ha orchestrato il miglior attacco NCAA, basato però sulle tante bocche da fuoco pronte sul perimetro, in un contesto di squadra abbastanza diverso da quello di Utah-, difficilmente basterà per gestire la situazione, ed il cambio designato, John Lucas III, è al suo meglio quando può correre e finalizzare in prima persona. Servirebbe un veterano, o comunque un regista - recentissimo il rumors sul giovanissimo Marquise Teague- che abbia bene a mente i tempi giusti per servire la palla in post. Potrebbe aiutare Hayward, che già al college giocava da point-forward, o lo stesso Burks, ma ci sarà da soffrire....
Due saranno le scelte fondamentali da fare: su chi puntare dei giovani a lunga scadenza? Corbin è l'allenatore giusto?
Azzeccandole entrambe, on tutto il talento, le scelte future e lo spazio salariale che avranno a disposizione - poco più di 17 milioni garantiti per il 2014/15 -, in breve tempo potranno puntare in alto; è stato fatto un passo indietro ora per farne tanti in avanti dopo....