Cosa ci ha detto questa free agency NBA
Analisi di alcune mosse di squadre blasonate e non
Dopo la chiusura dell'affare Andrew Bynum sul mercato , i principali nomi ancora in cerca di destinazione sono i vari Monta Ellis, Brandon Jennings, Jeff Teague (non più… ), Nikola Pekovic, Andre Kirilenko, Gerald Henderson, Mo Williams, Nate Robinson eDeJuan Blair, - sleeper se ce n'è uno tra i lunghi, la sua media in carriera proiettata sui 36 minuti è di 14.9 punti e 11.1 rimbalzi. Penalizzato fin dal Draft 2009 dai dubbi sulle sue ginocchia, che però fino ad ora non gli hanno impedito di giocare con regolarità - e c’è anche chi insegue ancora lo sfortunato Greg Oden .
Qualche osservazione iniziale:
C'era grande curiosità su questa free agency a causa delle restrizioni varie del nuovo CBA, ed il pensiero comune era che ad essere penalizzati dalla nuova situazione sarebbero stati quei giocatori non più giovani senza potenziale da All-Star, magari a favore di seconde scelte o giocatori pescati in Europa. La realtà dei fatti ha sconfessato questa tesi, visti i contrattoni firmati dai vari Kevin Martin - atroce in difesa nei playoff, chiusi con il 38% dal campo, in stagione ai minimi in carriera per tiri liberi tentati (4.1 a gara, solo due anni fa erano 9.3, media carriera di 7.2) e per rapporto tra tiri liberi e tiri dal campo (0.32), prima volta in carriera oltre il 70% (71.2) di canestri segnati su assist ( per contestualizzare meglio: tra le shooting guards oltre i 25 minuti a gara la media di canestri su assist è il 56%, i più 'dipendenti' dai compagni sono stati Jared Dudley -84.6%- e Danny Green -84.2%-, specialisti del tiro senza grandi doti dal palleggio;I meno 'dipendenti' sono stati James Harden -31.3%- e Kobe Bryant - 32.7%)-. , Jose Calderon , Zaza Pachulia - mossa discutibile dei Bucks, visto che andrà a togliere minuti ad atleti in rampa di lancio come Larry Sanders e John Henson, senza considerare gli altri lunghi del roster. Probabilissimo che lo abbia chiesto coach Drew per usare anche da esempio per i più giovani a sua attitudine alla battaglia ed al lavoro sporco, ma il prezzo resta alto. Milwaukee sembra sempre accontentarsi di essere competitiva per l'ottavo posto nella Eastern...- e Carl Landry - decisamente troppi 26 milioni in 4 anni per un giocatore di 29 anni in una squadra in piena rifondazione che ha già sotto contratto Jason Thompson, Chuck Hayes e Patrick Patterson -, ma non solo.
Larry Bird di recente ha parlato della forbice che c'è tra i grandi mercati (con relativi contratti televisivi a tanti zeri) e le altre squadre, che non possono permettersi di superare la soglia della Luxury Tax. Il nuovo CBA non ha cambiato di certo le cose, e lo stesso dirigente dei Pacers ha anticipato che la sua squadra in un futuro non molto lontano dovrà fare i conti con decisioni drastiche...
- I nuovi proprietari , abituati al successo nei rispettivi ambiti lavorativi, cercano spesso di cambiare velocemente le cose, ma raramente in NBA la fretta paga... Complimenti quindi ai Warriors, che tramite una serie di movimenti sono riusciti ad aggiungere Andre Iguodala, Marreese Speights, Toney Douglas e Jermaine O'Neal ad un telaio che tanto ha fatto bene nella scorsa stagione.
Anche Benson a New Orleans ha accelerato notevolmente il processo di crescita dei Pelicans, anche per scuotere l'ambiente e migliorare i dati relativi al pubblico ( penultimi NBA nella scorsa regular season).
- Come da copione le squadre che credono di più nell’approccio analitico – Houston, Memphis, Oklahoma, San Antonio, Philadelphia, forse anche Boston in futuro a giudicare dalle idee dell’allenatore che hanno scelto – non hanno effettuato grandi movimenti nella fascia ‘medio- bassa’ del mercato, confermando di credere molto di più sulle altre risorse – trade, draft, accumulare asset, sviluppo interno dei giovani – disponibili per migliorare il roster. Questo trend – spesso ma non sempre imposto anche da motivi economici- vale anche per la maggior parte dei nuovi Gm, che non sono necessariamente legati a tutti i principi del Morey-pensiero, come quelli di Orlando (che ad una stagione di distanza sembra la squadra uscita meglio dalla mega trade che ha portato Dwight Howard ai Lakers), Utah ( che in pratica ha pagato 24 milioni di dollari per due prime scelte e qualche seconda scelta futura. Decisamente troppo, anche se così facendo potrà finalmente dare spazio ai tanti giovani talenti del roster, magari cambiando allenatore….) e Phoenix (che a giudicare dalle prime operazioni di McDonough avrebbe fatto bene a togliere il comando a Lon Babby già dalla scorsa estate).
- Tra le squadre più penalizzate dai primi movimenti c’è di sicuro Denver, reduce da ben 57 vittorie in regular season. Dopo la partenza in rapida successione di Gm e coach era difficile aspettarsi un ritorno di Iguodala, che dal canto suo ha dimostrato con i fatti di cercare un contesto vincente oltre ai soldi, rinunciando ad offerte più vantaggiose pur di unirsi ai Warriors. A livello di ‘fit’ nel roster dei Nuggets le aggiunte di Darrell Arthur e J.J. Hickson , per quanto economiche non sembrano ideali , ed inoltre non risolvono gli annosi problemi difensivi contro il pick’n’roll della super atletica coppia McGee-Faried.
- Charlotte e Detroit hanno investito pesantemente, i Bobcats su Al Jefferson ed i Pistons su Josh Smith;
Big Al offensivamente – 50% dal campo in 9 stagioni NBA- è il lungo ideale per una squadra che fa una fatica tremenda a segnare, un giocatore veramente unico per quanto riguarda la capacità di giocare un gran numero di possessi – 25.3% di quelli disponibili durante i suoi 33 minuti di media- senza produrre palle perse – 7.3%il dato sui 100 possessi- (così unico che facendo una ricerca nell’enorme database – statistiche fino al 1946/47…- di Basketball-reference, tra i giocatori con le seguenti caratteristiche - altezza minima due metri, minimo 30 partite giocate in stagione, almeno il 25% dei possessi usati su quelli totali della squadra durante il proprio minutaggio, turnover rate uguale o inferiore a 7.3- , oltre a Jefferson ci sono solo altri e 3 giocatori, tra i quali spicca la presenza di Antawn Jamison, altro attaccante di razza ancora sul mercato) . Per avere questo tipo di attaccante Charlotte dovrà però trovare la strategia migliore (in vista un super lavoro per MKG…) per non pagare troppo dazio ai chiari limiti difensivi di Big Al contro il Pick’N’Roll, ben noti agli avversari, che non perdono occasione per attaccarlo in movimento.
Su Smoove non c’è molto da dire, i suoi pregi e difetti sono ben definiti agli appassionati. Per dimostrare di valere i 14 milioni a stagione con cui Joe Dumars lo ha firmato dovrà fare un deciso passo in avanti in termini di concentrazione, specialmente evitando i troppi tiri da lontano a cui ha abituato il pubblico di Atlanta – di long two ne ha prese addirittura 6.3 a gara nel 2011/12, 3.9 nell’ultima stagione, segnandone appena il 33%, da tre invece 2.6 volte con il 29%- . Ad Atlanta non si è mai sentito il faro del progetto, a Detroit ha l’occasione per dimostrare il suo valore. La differenza potrà farla aumentando il maggior numero di conclusioni vicino a canestro – 5.2 nella scorsa stagione realizzate con un notevole 77%-, con la sua ottima visione di gioco – sia spalle che fronte a canestro- e con una intensità difensiva simile a quella sprigionata su Paul George nelle due vittorie casalinghe negli scorsi playoff. Sarà interessante vedere in quale ruolo lo impiegherà Mo Cheeks; in ottica futura sarebbe ideale da ala piccola per favorire la crescita dei due talentoni Monroe – eleggibile per l’estensione a breve- e Drummond, la coppia del futuro che dovrà trovare un modo per convivere in difesa – chi difende sulle power forwards?-. Nella scorsa stagione agli Hawks Smith ha giocato da small forwards in poche occasioni , una sola volta tra le 10 combinazioni più usate maggiormente da coach Drew: 137 minuti con Teague e Korver esterni e Horford e Pachulia lunghi, quintetto che ha registrato ottimi dati a rimbalzo – 17.8% di rimbalzi presi in più degli avversari- e nel tiro da due, segnando in media 6.8 punti in più degli avversari. Con i Pistons uno scenario simile dipende da A se Caldwell-Pope è in grado di produrre da subito e di confermare le doti da tiratore prolifico (difficile che possa farlo una delle alternative, Stuckey, English o Middleton), e B dalla voglia di tutti di aderire alla situazione tattica, dallo stesso Smith a Knight (stando ai movimenti effettuati dovrebbe essere lui il playmaker del futuro) ed ai due lunghi. In ogni caso una mano ottima la darà il neoacquisto Chauncey Billups.
Una cosa è certa, i Pistons sono una delle poche squadre che non potrà essere accusata di ‘tanking’, visto che la loro prima scelta per la prossima stagione l’hanno ceduta ai Bobcats come incentivo fondamentale per convincerli a rilevare il pesante contratto di Ben Gordon…