2012 Mid- Season Awards
Con il campionato giunto alla sua metà, chi sarebbero oggi i giocatori e l'allenatore da premiare?
Gli americani adorano i riconoscimenti individuali, fosse per loro ci sarebbe un MVP ad ogni semaforo. Noi europei, con un certo snobbismo, guardiamo ai premi con diffidenza lasciando intendere che mal si addicono al supremo bene collettivo della vittoria di squadra. Eppure sotto sotto ne andiamo matti anche noi, forse più di loro e siamo sicuri che se venisse eletto un MVP del campionato calcistico di Smiglior giocatoreerie A l'evento avrebbe una portata tale da far sembrare un conclave papale l'elezione di un capoclasse in contumacia della maestra.
E quindi a metà di questa eccitante irregular-season ci divertiamo anche noi ad eleggere i più meritevoli con la coscienza dell'inutilità dell'esercizio. Ma è dannatamente divertente.
MVP: Kevin Durant, Oklahoma City Thunder
27.7 ppg, 8.2 rpg, 3.3 apg
Forse i 51 di qualche sera fa hanno contribuito, ma anche senza l'incredibile performance il miglior giocatore di questa mezza stagione è KD per molti motivi, uno su tutti: la sua squadra è, record alla mano, la miglior squadra della NBA. E lui di questa squadra ne è il miglior giocatore oltre che il leader indiscusso, con buona pace di Westbrook, capace di segnare un'infinità di punti con buonissime percentuali al tiro, compresi i canestri-vittoria (vedi vs Mavs di fine 2011) tipici dei fuori classe veri. Immarcabile in attacco, più che sufficiente in difesa dove le braccia chilometriche gli permettono di arrivare su ogni pallone. Guida i suoi con l'esempio, ma si sta facendo sempre più sonoro.
Non sorprendetevi se a fine giugno sarà lui l'ultimo a festeggiare.
Rookie of the Year: Ricky Rubio, Minnesota Timberwolves
11.5 ppg, 8.4 apg, 2.4 spg
Si è giustamente parlato di Rookie Wall, il "muro" delle 30 partite che mostra la vera pasta delle matricole e Ricky non è stato immune, ma lo spagnolo è uno super, il più super fra i primo anno. Se fate fatica a crederci chiedete al Pekovic compagno di RR tra i lupi, passato dall'essere trilionista patentato a ventelleggiare con disarmante continuità e questa grazie soprattutto alle incredibili, visionarie e perfette assistenze del nostro. Il play della nazionale spagnola tira male, malissimo con percentuale ben sotto il 40%, ma è gia uno dei primi 30 difensori NBA sulla palla (secondo assoluto per palle rubate di media) oltre che, come detto, un eccellente uomo assist che davvero miglior chi gli gioca a fianco. Prendiamo lui rispetto al seppur ottimo Irving perchè il salto di qualità i TWolves, passati dalla lotteria sicura alla corsa per i playoffs, lo hanno fatto grazie alla regia spagnola in aggiunta al barbuto dominatore dei tabelloni, Mr. Kevin Love.
Defensive Player of the Year: Tony Allen, Memphis Grizzlies
11.1 ppg, 4.0 rpg, 2.0 spg
La scelta più romantica, visto che la NBA non premierà Allen, ma il solito Dwight Howard. Nonostante Tony sia una bestia di difensore sulla palla e in aiuto, dotato di grande atletismo, tecnica difensiva e cattiveria, quella che ti fa prendere ogni canestro subito come una questione personale. La cavalcata dei playoffs dello scorso anno (in assenza di Gay) portò anche la sua firma e quest'anno non ha smesso, come dimostrano le 2.0 palle rubate per gara (ma è fra i primissimi nella lega se estendiamo la statistica su 48 minuti). Kobe Bryant lo definì il più tosto difensore da affrontare e a noi basterebbe questo, ma se volete chiedere in giro per la lega chi sia il miglior difensore fate pure: riceverete una sola risposta.
Sixth Man of the year: James Harden, Oklahoma City Thunder
16.8 ppg, 4.1 rpg, 3.5 apg.
La barba più efficace della lega esce dalla panchina a cambiare le partite. Si esatto le cambia, perchè James sarebbe uomo da 20-23 punti per match in qualsiasi quintetto NBA, ma coach Brooks preferisce farlo uscire dal pino e lui si trova pienamente a suo agio nel ruolo. Si dice che il segreto per un sesto uomo sia capire il flusso della gara osservandolo dalla panchina per poi subentrare nella stessa al fine di sconvolgerla e questo il prodotto di Los Angeles lo fa divinamente, come nessuno nella NBA. Se OKC detiene, al momento, il record migliore fra le 30 sorelle coach Brooks deve ringraziare anche Harden, the best sixth man in the league.
Most Improved Player of the Year: Jeremy Lin, New York Knicks
14.6 ppg, 2.7 rpg, 5.7 apg.
Altro da aggiungere?
Coach of the Year: Greg Popovich, San Antonio Spurs
23 W - 9 L
Probabilmente il premio spetterebbe (e non è detto che in giugno le cose non cambino) a Doug Collins che ha fatto un lavoro eccellente, discusso anche in questa rubrica, con i 76ers. Ma i texani assomigliano sempre di più a qualcosa di soprannaturale, roba da Molder e Scully. Come possa una squadra con questi giocatori essere ai piani altissimi della Western Conference e cavalcare una striscia vincente di 11 partite non è dato saperlo, ma il coach è sicuramente una delle possibili e probabili soluzioni. Metteteci anche che Manu è stato fuori non poco per infortunio ed ecco il capolavoro di coach Pop, l'ennnesimo della sua carriera: rendere ancora una volta efficace la Spurs Basketball nonostante gli interpreti cambino e invecchino. Nel frattempo il francesino, anche senza la Longoria, sta giocando forse il miglior basket della vita mentre l'ex Treviso Neal, che in Ghirada ricordano più per le notti mondane che per i suoi canestri, è sempre più un giocatore decisivo per i nero argento. E poi Leonard, Green e Jefferson tutti giocatori che in altri contesti farebbero fatica a fare la rosa e che per coach Pop sono super role players, proprio come The Red Rocket al secolo Matt Bonner che in altri contesti forse non praticherebbe nemmeno questo sport. In mezzo l'eterno Duncan che senza ginocchia continua a registrare doppie doppie come se avesse 22 anni e sul quale abbiamo finito gli aggettivi.
Sappiamo che non tutti sarete, giustamente, in accordo con i nomi di cui sopra e che la tesi che i premi individuali negli sport di squadra siano una quasi-contraddizione è quantomai corretta, ma una cosa concedetecela: non diteci che non è divertente.