Messina: In Italia manca la volontà di un bene comune. Porelli? Personaggio illuminato e illuminante
Messina su Porelli: Nel 1979/80 prestò Bonamico a Milano, rischiando di perdere uno scudetto, perché convinto che senza una Milano forte non ci sarebbe stata una pallacanestro forte. Oggi sarebbe definito come un deficiente su Facebook
Questi due spunti interessanti.
Gianluigi Porelli. L’Avvocato aveva una visione del bene comune, oggi del tutto venuta meno, senza eguali. Nel 1979/80 prestò Bonamico a Milano, rischiando di perdere uno scudetto, perché convinto che senza una Milano forte non ci sarebbe stata una pallacanestro forte. Oggi, per una mossa del genere, sarebbe definito come un deficiente su Facebook con migliaia di post di insulti, mentre invece è stato solo un personaggio illuminato ed illuminante. Ci ha insegnato il concetto di responsabilità del proprio lavoro, ad incominciare dal suo. E da quell’esempio nascono le grandi imprese, non solo nel basket. Non avesse lavorato nel basket, sarebbe stato uno straordinario dirigente in qualsiasi altro settore.
E’ possibile eccellere nell’attuale pallacanestro italiana?
E’ un discorso che va oltre la pallacanestro e riguarda tutti gli ambiti della società italiana. Sia chiaro, se io sono dove sono ed ho fatto quel che ho fatto lo devo alla possibilità che mi è stata data in Italia di allenare ad alto livello, quindi la riconoscenza ci sarà sempre. E’ altrettanto chiaro che quando arrivi ad un punto di rottura in un certo ambiente che ritieni saturo, se puoi scegliere te ne vai. Purtroppo manca la volontà di un bene comune e del fare un passo indietro singolarmente per farne due avanti tutti insieme, il che darebbe la possibilità di poter vivere e lavorare in un paese che per me resta straordinario come l’Italia.
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