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NBA 22/11/2016, 14.57

L’incredibile storia di Mark Cuban, Chandler Parsons e l’amicizia che ha minacciato i Mavericks

La traduzione dell'interessantissimo articolo di Tim MacMahon di ESPN sul rapporto tra Mark Cuban e Chandler Parsons che in estate ha lasciato Dallas per Memphis

NBA

In un edificio basso e allungato del quartiere Bricktown di Oklahoma City, solo un giorno prima che i Mavericks, falcidiati dagli infortuni, cominciassero la loro serie di playoff contro quei Thunder che li avrebbero eliminati in cinque gare, alla Dolhouse Lounge, un night club a tema burlesque, si svolse una scena surreale. (La pagina Facebook del locale: “Win or lose, we still booze” [Che si vinca o che si perda, noi ci ubriachiamo comunque]).

Il proprietario dei Mavericks Mark Cuban era uscito con un gruppo che includeva due dei giocatori infortunati – Chandler Parsons e David Lee – e la comica Amy Schumer con il suo entourage. Schumer quella sera era stata protagonista alla Chesapeake Energy Arena, e conosceva Lee dal periodo ai Knicks. Più tardi avrebbe condiviso su Instragram una foto che ritraeva le star dei Mavericks, la sua amica e spalla Rachel Feinstein e lei stessa, con la didascalia “Pals” (compagni).

 

Per puro divertimento, Cuban e Parsons si presero in giro per gran parte della notte, senza che nessun argomento fosse intoccabile. Neanche il più delicato di tutti: il nuovo contratto di Parsons. Si potrebbe pensare che Parsons, il cui obiettivo era stato dare il meglio di sé nel suo ultimo anno di contratto, avesse di che preoccuparsi dopo aver subìto la seconda operazione al ginocchio destro in due anni. Invece era sicuro che testando il mercato, da sempre vantaggioso per i giocatori, avrebbe ricevuto offerte da max salariale.

 

Un giovane con così tanto in ballo, fuori con il suo capo, potrebbe decidere di trattare l’argomento con le pinze. Ma aspettarsi questo significa fraintendere del tutto la natura di Parsons e la natura di Cuban, una delle accoppiate proprietario/giocatore allo stesso tempo più vicine e meno misurate della NBA.

 

Mentre il flusso dell’alcol scorreva, Cuban fece scherzosamente alcune offerte al ribasso a cui Parsons ridacchiò sommessamente, finché poi non cambiarono discorso. Quando era quasi ora di fare il breve viaggio di ritorno allo Skirvin Hotel, mentre il taxi che il management del locale aveva chiamato per il proprietario dei Mavs aspettava nel vicolo sul retro, Cuban stava pagando il conto e prestandosi per delle foto con i camerieri.

 

Notando il taxi mentre se ne andava con gli amici, Parsons vide l’occasione ideale per andarsene da trionfatore della serata. Saltò sul veicolo con i suoi, allungò una mancia di 100 dollari al pilota e gli disse di partire.

 

Il timing fu perfetto: non appena il taxi si mise in moto, Cuban uscì. Parsons abbassò il finestrino e mise la testa fuori.

 

Parsons urlò a Cuban “Max o niente, str..zo!”, facendo piegare dalle risate i suoi amici.

 

Solo un ultimo scherzo in una notte piena di scherzi.

 

Questa è la storia dietro le quinte di uno dei maggiori bromance della NBA andato male.


 

Pals

Una foto pubblicata da @amyschumer in data: 17 Apr 2016 alle ore 00:21 PDT



Per quanto bizzarra potesse sembrare quella scena, era la prassi per il bromance Cuban-Parsons, un rapporto proprietario-giocatore unico nel panorama NBA dai tempi di Jerry Buss e Magic Johnson.

Cuban non ha mai rinunciato a stringere rapporti di amicizia con i giocatori, a partire da quando accolse Rodman nella sua casa per gli ospiti poche settimane dopo aver comprato i Mavs. Sebbene Cuban nei quasi due decenni successivi sia poi andato in giro per discoteche con dozzine di giocatori, sia Cuban che Parsons dicono che la loro amicizia fosse differente. Erano come due gocce d’acqua, il giocatore forse più piacevole della lega a braccetto con il proprietario sicuramente più estroverso.

 

“Siamo ragazzi. Siamo amici”, ha detto Parsons a ESPN. “Sì, lui era il proprietario della franchigia, ma non lo guardavo in modo diverso [rispetto ad altri amici]. Ci piacevano le stesse cose fuori dal campo. Eravamo amici che andavano in giro insieme.”

 

Parsons era entrato a far parte dei Mavericks con un triennale da 46 milioni di dollari firmato a pochi passi dai subwoofer della discoteca Attic di Orlando, sua città natale. Quel momento divenne virale dopo che il compagno d’università di Parsons Dan Morgan (aka @DMoSwag) twittò un selfie insieme a Cuban e Parsons felici per la firma del contratto.

 

Quel momento dettò lo sviluppo del loro rapporto: affari e piacere, con così tante nottate insieme da perdere il conto. Cuban e Parsons uscivano raramente durante la stagione NBA, quando il lavoro per cui Cuban pagava un sacco di soldi Parsons lo permetteva, e spesso durante la offseason, durante la quale battevano le discoteche di Dallas, Las Vegas e Los Angeles.

 

Parlavano sempre della gestione dei Mavericks. Non ci volle molto, infatti, perché Parsons ottenesse la più preziosa e rara delle gratificazioni, solitamente riservata alle superstar di lungo corso: Parsons divenne un punto di riferimento sulla gestione dei giocatori, proponendo un movimento dopo l’altro, alcuni dei quali furono messi in atto.

 

A un certo punto, Parsons cercò di convincere il suo capo a fare qualcosa di ardito: dire addio allo scorer Monta Ellis, free agent, che si era scontrato con Parsons e di cui molti ai Mavs erano stufi, e puntare tutto sul centro dei Clippers DeAndre Jordan, che Parsons credeva potesse diventare il miglior lungo della NBA e che si sarebbe integrato a meraviglia con il suo gioco.

 

Parsons aveva svariati motivi per credere che potessero convincere Jordan. Lo conosceva da dieci anni, dopo averlo incontrato da ragazzo a una serie di summer camp, e sapeva che Jordan ai Clippers non si sentiva a casa e che era aperto a un trasferimento. E il fatto che al tempo Jordan e Parsons avessero lo stesso agente, Dan Fegan, non era certo un problema.

 

I Mavs avrebbero poi avuto bisogno solo di una guardia 3-and-D – firmarono in seguito Wesley Matthews – per essere pronti a lottare per il titolo con il nucleo formato da Jordan, Parsons e Nowitzki.

 

Cuban approvò il piano, e Parsons fu in prima fila in uno dei tentativi di recruiting più ambiziosi della storia recente della NBA, quasi sempre accanto a Jordan nelle settimane che precedevano la free agency, tenendogli compagnia e portandolo a cena fuori in bei ristoranti a Los Angeles e a Houston, città natale del centro, con la speranza di convincerlo.

 

Nella settimana che precedeva la free agency, Parsons accompagnò Cuban sul suo jet privato in un paio di voli a Los Angeles, dove Cuban doveva girare degli episodi di “Shark Tank”. Una sera, Cuban e molti amici dello show andarono al club di Hollywood Bootsy Bellows. Le regole NBA vietano incontri informali tra membri dello staff di una franchigia, come Cuban, e futuri free agent di altre squadre mentre sono ancora sotto contratto. Ma non ci sono restrizioni del genere per quanto riguarda i giocatori. Parsons si ritrovò per caso a intrattenere Jordan e Matthews nello stesso posto e nello stesso momento. Cuban salutò timidamente dall’altra parte della discoteca, mentre Parsons gettava le basi per i piani di free agency dei Mavs.

 

All’arrivo della free agency, Cuban era finalmente libero dalle “tampering rules” NBA. Parsons organizzò un festino con sushi all-you-can-eat al Nobu Malibu, che si tenne proprio durante l’orario di apertura della free agency. Cuban, come Nowitzki, fece da accompagnatore per chi arrivava da New York per l’occasione. Era un antipasto per il tentativo ufficiale che i Mavs avrebbero fatto la mattina seguente, uno dei tanti incontri di free agency per Jordan.

 

Pochi giorni dopo, Cuban e Parsons tornarono a Los Angeles con il jet privato di Cuban. Si trattava di una decisione improvvisa di Cuban, che voleva assicurarsi che i Mavs avessero l’ultima parola dopo che Jordan aveva terminato i suoi incontrati ufficiali. La visita a sorpresa a casa del centro sembrò funzionare: Cuban si assicurò, infatti, un impegno verbale da parte di Jordan.

 

Quella mattina, Cuban, Parsons, Jordan e la famiglia del centro celebrarono con shot di tequila. Cuban e Parsons continuarono a festeggiare per il resto del giorno e della notte. Si diressero a Manhattan Beach, dove Cuban ha una casa, e all’ora di pranzo fecero una serie di bevute alla Shellback Tavern, uno dei bar preferiti di Cuban. Raggiunti da un’orda di amici e compagni d’affari, a un certo punto si imbatterono nella Strand House a Manhattan Beach Boulevard.

 

“Parsons, allontanati dalla strada!” urlò un Cuban alticcio durante un’intervista radiofonica con The Ticket (stazione radio 1310 di Dallas), una delle interviste di quel giorno che portarono la NBA a multare Cuban per violazione dei termini del “moratorium period”.


Naturalmente, il recruituing era destinato a fallire. Dopo aver convinto i Mavs che si sarebbe unito a loro, Jordan si fece silenzioso in modo infame e scorretto. Per diversi giorni i Mavericks e Cuban non furono in grado di mettersi in contatto con lui in nessun modo. E quando arrivò il momento in cui poteva firmare l’accordo, Jordan annunciò che aveva cambiato idea e che voleva tornare ai Clippers.

 

La decisione di Jordan fu una brutta battuta d’arresto per la franchigia, ma Parsons rimase fedele al suo piano di giocare per il resto della carriera per il suo amico e capo Cuban. E i due discussero apertamente dell’idea di un futuro ruolo dirigenziale nel front office dei Mavs per il giocatore.



I proprietari NBA e i loro giocatori di solito non sono così vicini e in confidenza come erano diventati Parsons e Cuban. La realtà è che i giocatori di norma non mantengono il loro lavoro a lungo. Pochi anni sono un’eternità in questo settore, e Nowitzki è davvero l’unico giocatore ad aver avuto incondizionata fedeltà da Cuban. La scorsa stagione le cose erano destinate a diventare scomode, giacché una delle grandi decisioni da prendere riguardava il contratto di Parsons stesso.

Le cose presero una piega terribile quando Parsons si ruppe il menisco del ginocchio destro, lo stesso già sottoposto a intervento chirurgico per una microfrattura. E la sera in cui venne a sapere di doversi operare nuovamente, Cuban portò uno sconvolto Parsons a cena alla steackouse Nick and Sam’s, il suo ristorante preferito a Dallas. Il coach dei Mavs Rick Carlisle e sua figlia Abby, che adora Parsons, tennero loro compagnia per un po’. Dopo cena, Parsons e Cuban andarono ad annegare i loro dispiaceri da So and So’s, una discoteca dei quartieri alti che Parsons frequentava.

 

La mattina seguente, ancora intontito, Parsons si svegliò con la sicurezza che aveva davanti a sé un lungo e brillante futuro a Dallas. “Per quanto faccia male vedere la mia stagione chiudersi qui”, ha dichiarato Parsons, “sapevo che non era la fine della mia carriera, e che Mark si sarebbe preso finanziariamente cura di me.”

 

Parsons trascorse la maggior parte della primavera a fare riabilitazione e cercare casa a Dallas. Si innamorò di un palazzo da 7.95 milioni di dollari nel nord di Dallas, di fronte alla villa in costruzione del quarterback Tony Romo, e aveva intenzione di comprarla appena firmato il nuovo contratto a luglio.

 

“Durante tutto il percorso verso la free agency, ho sempre pensato che Dallas sarebbe stata la mia casa,” ha detto Parsons. “Pensavo avessimo un’intesa reciproca circa il fatto che sarei stato lì a lungo e che avrei chiuso la mia carriera da Mav. Ovviamente la seconda operazione gli mise (a Cuban, ndt) qualche dubbio, e credo che qualcuno lo abbia manipolato e influenzato su questo tema.”

Secondo Parsons, per settimane dopo la fine della regular season Cuban gli ripeté frequentemente che avevano un accordo a lungo termine. Interrogato su questo da ESPN, Cuban semplicemente scrollò testa, negando chiaramente.

Ad aprile Cuban assunse il personal manager e miglior amico d’infanzia di Parsons Pausha Haghighi, per assisterlo su questioni relative al complesso d’allenamento (practice facility) in costruzione. Per settimane dopo il termine della stagione, Cuban consultò Parsons riguardo dettagli del progetto.

I due continuarono le loro frequenti discussioni su possibili movimenti di giocatori. Discussero se valesse la pena inseguire il big man atletico Hassan Whiteside, un anno dopo essere stati rifiutati da Jordan. Parsons premeva per Harrison Barnes perché insieme sarebbero stati una coppia di ali interscambiabili, con Nowitzki ad agire principalmente da centro, un esperimento che i Mavs avevano provato a far funzionare prima che la stagione di Parsons si chiudesse anticipatamente.

 

Dietro i riflettori, Cuban ha affrontato una scelta difficile. Grazie ai nuovi introiti televisivi, il salary cap sarebbe salito rapidamente. Con tutta probabilità, Parsons avrebbe ricevuto offerte al massimo salariale. Aveva senso per i Mavericks prendersi un impegno del genere? Nonostante la frecciata “max o niente” nella notte di Bricktown, e la garanzia del suo agente Fegan di sicure offerte al massimo, Parsons ha dichiarato a ESPN che avrebbe accettato un accordo di quattro anni “molto più basso” del max da 98 milioni di dollari che i Mavs avrebbero potuto offrirgli. Dice che Cuban era consapevole di questo mentre si andava verso la free agency, ma anche con uno sconto alla sua squadra avrebbe ottenuto comunque un grandissimo contratto.

Almeno due squadre avevano intenzione di assumersi il rischio di dare un contratto al massimo salariale a Parsons malgrado le preoccupazioni sulle sue condizioni fisiche, attratte dalla combinazione di fisico e capacità di tiro e playmaking di questa ala di 208 cm. Erano disposte a scommettere che Parsons sarebbe tornato allo stato di forma degli ultimi due mesi in maglia Mavs, dove aveva fatto registrare medie di 18.9 punti, 5.9 rimbalzi e 3.2 assist a partita, tirando con il 51.9% dal campo e il 47.7% da tre punti.

Secondo Parsons, alla fine della stagione il proprietario dei Mavs gli aveva detto che aveva avuto incontri proficui con Fegan e che le parti si sarebbero potute accordare sui parametri di un contratto di quattro anni non appena le regole NBA lo avrebbero permesso. A precisa domanda riguardo questo, Cuban ha risposto ancora scrollando la testa.

Il comitato consultivo non ufficiale di Cuban – che include il presidente delle basketball operations Donnie Nelson, Carlisle, il capo preparatore atletico Casey Smith e Nowitzki – era unanimemente preoccupato per un impegno a lungo termine con Parsons. Visto che la free agency era alle porte, fonti interne alla squadra dicono che erano tutti d’accordo nel ritenere una cattiva decisione manageriale impegnare la maggior parte del salary cap dei Mavs su Parsons per i seguenti quattro anni, per via dei suoi problemi al ginocchio.

Ancora due fonti interne alla squadra citano preoccupazioni all’interno dello spogliatoio, definite comunque “superabili e aggiustabili”. La principale preoccupazione era il fatto che Parsons fosse così vicino a Cuban e detenesse così tanto potere in questioni relative ai giocatori e alla squadra.

“La ragione principale per cui andai a Dallas era perché avevo un proprietario che era un amico e che credeva in me,” ha detto Parsons. “È una combinazione fantastica da avere. Con il passare dei miei anni lì, penso si sia sviluppato un grosso fattore gelosia a causa di quanto fossi in confidenza con lui, dei poteri che avevo e dei miei input in alcune decisioni prese. Penso che questo abbia ferito i sentimenti di qualcuno. Penso li abbia resi gelosi.

 

 

Happy birthday to my best friend in the world, my day 1, my ride or die. @pausha you're my guy for life. I love you.

Una foto pubblicata da ChandlerParsons (@chandlerparsons) in data: 26 Ago 2015 alle ore 22:36 PDT

 

“Guardando la situazione dall’esterno, capisco possa aver fatto arrabbiare qualcuno. La mia relazione con lui – il fatto che fossimo così amici, in confidenza, e che dicessi la mia in molte decisioni – penso che alla fine mi si sia ritorta contro.”

A inizio giugno Parsons era al Bungalow, una discoteca a Santa Monica, con Jordan, il giocatore che aveva fatto a pezzi Cuban rifiutando con sdegno i Mavs. Parsons mise il braccio intorno a Jordan e scattò una foto, che postò su Instragram con l’hashtag #nohardfeelings. Ammette che non pensò a come la cosa sarebbe stata presa a Dallas. “Fece andare Cuban su tutte le furie,” dice Parsons. “Sono i suoi soldi e la sua squadra. Ovviamente non lo trovò molto divertente, ma io non stavo cercando di strappargli una risata o esprimere disprezzo per Dallas. Era stata una tale vicenda, una tale disavventura tra noi che stavo solo pubblicamente sotterrando l’ascia di guerra.”

 

Era stato un brutto incidente. E un altro seguì presto, perché le cose tra Cuban e l’amico di Parsons che lavorava per lui, Haghighi, andarono male. I due convennero di separarsi pochi giorni dopo la foto su Instagram – anche se la tempistica potrebbe essere solo una coincidenza.

 

Cuban a quel punto cambiò tattica e spinse perché Parsons decidesse di entrare nel suo ultimo anno di contratto, che prevedeva circa 6 milioni di dollari in meno del possibile massimo salariale da free agent (player option da 16 milioni di dollari, primo anno con i Grizzlies da 22, ndt). Parsons sostiene che Cuban gli abbia detto che avrebbero potuto discutere del nuovo contratto l’estate successiva – quando il cap sarebbe stato ancora più alto e Parsons eleggibile per un quinquennale – se avesse dimostrato di poter restare sano per una stagione intera.

 

#nohardfeelings

Una foto pubblicata da ChandlerParsons (@chandlerparsons) in data: 1 Mag 2016 alle ore 16:16 PDT

 

Analizzando a posteriori, Cuban ha affermato che un contratto a lungo termine per Parsons non era mai stato nei piani per la offseason a causa delle preoccupazioni sul suo stato di salute. “Una volta che abbiamo saputo dell’infortunio al ginocchio, il nostro obiettivo era farlo entrare nell’ultimo anno di contratto,” ha dichiarato Cuban a ESPN, riferendosi alla player option da 16 milioni per questa stagione che Parsons ha rifiutato. Era una proposta che Parsons ha considerato “abbastanza ridicola”, al limite dell’irrispettoso. Non l’ha mai neanche lontanamente presa in considerazione.

 

“Ovviamente l’offerta è buona, ma perché rischiare? La mia preoccupazione è la stessa che hanno loro. Sei preoccupato di pagare il mio ginocchio,” ha detto Parsons. “Non vuoi darmi un contratto lungo. Queste altre squadre buone, molto buone, sono disposte a farlo. Se è un rischio troppo grande per loro pagarmi per quattro anni, è un rischio troppo grande anche per me rinunciare ora a 94 milioni di dollari garantiti. Non avrebbe senso, e nessun tifoso, nessun essere umano, nessuno sano di mente lo farebbe.”

 

In poco tempo, le chiamate e i messaggi di Parsons cominciarono a non ricevere risposta. Quando ebbe modi parlare con il suo amico/capo, dice che Cuban spesso dava l’impressione di essere vago ed elusivo, così come Nowitzki.

 

Cuban spiega che, arrivati a quel punto, per via della natura affaristica delle discussioni, voleva semplicemente che tutte le comunicazioni passassero da Fegan.

 

Un chiaro segno che Parsons era fuori dal giro avvenne quando i Mavs ingaggiarono Larry Shyatt come assistant coach. Era stato uno degli allenatori di Parsons all’Università di Florida. Non che Parsons non fosse contento del suo arrivo, ma fu scioccante venirlo a sapere dai media.

 

“Quella fu la parte più strana per me,” dice Parsons. “Come DeAndre cominciò ad essere ambiguo, sospetto, e a ignorare le chiamate di Mark, questo è più o meno quello che Mark cominciò a fare con me. Così fu come ‘Ehi, sai che c’è? Ho capito. Passiamo dalle negoziazioni. So che la free agency può essere dura a volte, ma alla fine della giornata, tu sei un amico.’

 

“Stavo venendo evitato. Venivo spinto fuori. Venivo ignorato. Una situazione molto difficile.”

 

La free agency arrivò alla mezzanotte dell’1 luglio, fuso orario della costa est. I cervelloni dei Mavs corteggiarono Whiteside nelle ore di apertura, mentre Parsons incontrò i Trail Blazers a Los Angeles. Colpito dall’offerta di Portland, e intrigato dalla possibilità di giocare con uno dei migliori backcourt della lega, Parsons però si innamorò dei Grizzlies durante l’incontro con Memphis del pomeriggio successivo e si impegnò immediatamente con loro.

 

Parsons aveva essenzialmente raggiunto un accordo per il divorzio da Dallas pochi giorni prima, quando i Mavs avevano messo in chiaro che non era altro che una scelta di ripiego e che nessuna offerta pluriennale fosse vicina.

 

Ha confidato Parsons: “Era semplicemente scioccante.”

È ancora un argomento delicato per Cuban. Ha rivelato pochissimo riguardo le ragioni della decisione su Parsons, niente a che vedere con l’ultima volta che lasciò partire un buon amico in free agency, nel 2014, quando pubblicò online una sorta di manifesto in due parti in cui spiegava perché non avesse pareggiato l’offerta dei Suns per Steve Nash. In un’intervista sulla vicenda-Parsons ha dato solo risposte stringate, limitandosi fondamentalmente a confermare e chiarire i fatti.

“Siamo ancora amici,” è tutto quello che Cuban ha avuto da dire quando gli è stato chiesto di Parsons a Las Vegas, dove una volta, ogni estate, erano soliti far festa insieme a una numerosa rappresentanza Mavs. Ha approfondito un po’ di più durante una fugace partecipazione estiva al “Ben and Skin Show” di radio 105.3 The Fan, ammettendo che “fattori fuori dal basket” hanno influito sulla decisione e augurando a Parsons il meglio per la sua stagione, escluse le quattro partite contro i Mavs. La prima di quelle gare è venerdì sera all’American Airlines Center (venerdì scorso, il 18 novembre, vinta da Memphis 80-64 ndt).

Dopo la firma con Memphis, Parsons ha raccontato che il suo telefono stesse per esplodere dai messaggi di congratulazioni e dalle telefonate ricevuti dai Mavs. Cuban gli ha augurato ogni bene, e che spera gli possa dimostrare di essersi sbagliato. Anche Carlisle, Nowitzi e Smith gli hanno mandato sentiti messaggi di auguri.

“Due anni in buona salute a Dallas avrebbero ovviamente cambiato tutto, ma Memphis è un’ottima destinazione per lui,” ha detto Carlisle a ESPN. “In molti dell’organizzazione Mavs rimarremo in contatto con Chandler e gli auguriamo il meglio.”

Per quanto riguarda Parsons, il fatto che Carlisle, Nowitzki e Smith abbiano influenzato la decisione di Cuban non cambia la sua opinione su di loro.

“Non mi dà fastidio, perché avrei fatto lo stesso,” ha detto Parsons. “Se mi viene chiesta un’opinione su un giocatore, io rispondo in maniera onesta. Non importa se è uno dei miei amici o no. Come businessman, sono onesto e sincero riguardo l’argomento su cui mi si chiede un parere.”

La cautela dei Mavs era ben fondata. Per il secondo anno consecutivo, la riabilitazione di Parsons dall’operazione subìta in primavera si è trascinata fino alla nuova stagione. Parsons ha saltato le prime sei partite di Memphis, ha ancora un minutaggio limitato e sta cercando di ambientarsi e trovare la forma. Nel frattempo, il suo sostituto, Barnes, sta sbocciando in fretta.

Parsons fa ancora parte di un gruppo in cui si scambia messaggi con Nowitzki, Smith e molti altri dello staff Mavs, usato soprattutto per prendere in giro Parsons per ogni cosa possibile, dalla sua storia di infortuni alla vita da playboy. Più che controbattere e difendersi, però, Parsons risponde al fuoco degli ex colleghi amici per la vita col fuoco.

Parsons e Cuban non si sono parlati per alcuni mesi dopo la firma con i Grizzlies, scambiandosi solo pochi messaggi amichevoli. Parsons, per quanto lo riguarda, ha detto di capire che il divorzio dai Mavs è solo business, e ammette che lui stesso sarebbe stato incerto sul dare un contratto da 95 milioni di dollari a un giocatore con due operazioni alle ginocchia. Così, un paio di settimane prima dell’apertura dei training camp, hanno deciso di rivedersi come ai vecchi tempi per una cena e poi delle bevute, con Cuban che ha invitato Parsons e alcuni amici ad andare con lui alla Soho House, un posto esclusivo e snob sulla Sunset Strip a West Hollywood.

Nelle prime ore della notte, Cuban dedicò un brindisi al giocatore che non ha voluto pagare. Le parole esatte che uscirono dalla bocca di Cuban sono annebbiate ora nella memoria di chi era lì, ma il messaggio rimane chiaro come la vodka Tito’s nei bicchieri.

Alzando il calice, Cuban ha detto al gruppo seduto al tavolo che prima o poi, non si quando o con che ruolo, il suo amico Chandler Parsons tornerà a Dallas.


Traduzione di Luca Bellana.
Articolo originale di Tim MacMahon di ESPN.
The incredible tale of Mark Cuban, Chandler Parsons and the friendship that threatened the Mavericks.

© Riproduzione riservata
L. Bellana

L. Bellana

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Comments Occorre essere registrati per poter commentare 43 Commenti
  • prebozzio 23/11/2016, 15.40
    Citazione ( Sanderson 22/11/2016 @ 15:16 )

    Ma tradurre articoli sul basket invece che articoli che stanno intorno al basket?

    Segnala un articolo interessante sul basket giocato, sono sicuro che la redazione sarà ben felice di tradurlo e pubblicarlo :)

  • OttoLamphred 23/11/2016, 08.18
    Citazione ( TheBigO 22/11/2016 @ 16:37 )

    Dopo il 120° paragrafo ho smesso di leggere

    Bravo, io sono arrivato fino alla prima foto

  • prebozzio 22/11/2016, 23.11
    Citazione ( AVS 22/11/2016 @ 17:57 )

    Letto ieri l'originale, tralasciando la traduzione ottimale e l'impegno di tale Bellana, l'articolo tra influenza dell'autore pensiero che sintassi si pone male. Detto questo, spiace constatare quanto Parsons sia un pessimo professionista, perché va ...

    Sono d'accordo, l'articolo originale è scritto veramente male.

  • LelouchViBritannia Account Verificato 22/11/2016, 22.09 Mobile
    Citazione ( Checcochecco 22/11/2016 @ 18:44 )

    Io sono arrivato a 10k ieri,credo che il premio sia sempre un complimento da parte di LelouchViBritannia <3.

    Esattooooo!!

  • kj7mayor 22/11/2016, 21.56 Mobile

    Articolo interessante. Spesso, di quello che avviene dietro le quinte, non sappiamo una beneamata s*ga...

  • Fedefaga 22/11/2016, 21.39 Mobile

    Cuban ha i miliardi, Parsons è un giovane bianco milionario e belloccio..... Ovvio che c'è anta pheeeega attorno a loro!

  • JayDillah 22/11/2016, 21.20

    Manco nel mio picco di concentrazione giornaliero ce la farei ad arrivare a metà articolo

  • killermiller2 22/11/2016, 20.55 Mobile

    Gran articolo mi é piaciuto un sacco ogni tanto é bello anche sapere vicende extra campo almeno a me spesso appassionano

  • Checcochecco 22/11/2016, 18.44
    Citazione ( TheBigO 22/11/2016 @ 18:28 )

    Gno, è stato la sintesi della partita degli Spurs. Ho vinto qualcosa?

    Io sono arrivato a 10k ieri,credo che il premio sia sempre un complimento da parte di LelouchViBritannia <3.

  • cohexu 22/11/2016, 18.39
    Citazione ( Sanderson 22/11/2016 @ 18:04 )

    Vecchio se ti piacciono le sitcom puoi dirlo eh

    quindi, esattamente, hai commentato qui per...

  • Jessy85 22/11/2016, 18.29 Mobile
    Citazione ( TheDynamicDuo 22/11/2016 @ 16:50 )

    Jessy occhio che se ti legge la tua donna poi la doccia ti tocca farla da solo ;-)

    Ahhahahahah!!!

  • TheBigO 22/11/2016, 18.28 Mobile
    Citazione ( LelouchViBritannia 22/11/2016 @ 17:26 )

    Spero non sia stato questo il commento 50000 ...bruh. Cmq complimenti e auguri per altri 50000 commenti su Sportando #Thebigo2always

    Gno, è stato la sintesi della partita degli Spurs. Ho vinto qualcosa?

  • CerrutiBr0wn 22/11/2016, 18.18

    gia letto purtorppo in originale....
    no comment

  • Sanderson 22/11/2016, 18.04 Mobile
    Citazione ( cohexu 22/11/2016 @ 17:48 )

    #dropthevodka amico mio, questa volta l'hai sparata grossa

    Vecchio se ti piacciono le sitcom puoi dirlo eh

  • AVS 22/11/2016, 17.57

    Letto ieri l'originale, tralasciando la traduzione ottimale e l'impegno di tale Bellana, l'articolo tra influenza dell'autore pensiero che sintassi si pone male. Detto questo, spiace constatare quanto Parsons sia un pessimo professionista, perché va bene godersi la vita e l'età, ma con i problemi fisici alle spalle, la movida è tra le prime cose da evitare. Riguardo Cuban invece cosa dire, disco, sbronze e chissà quanto sballo, peccato coinvolga giocatori dentro il suo delirio, ma non stupisce perché si sapeva fosse un gran caszone.

  • Olimpia97 22/11/2016, 17.54

    gran articolo!!!

  • cohexu 22/11/2016, 17.48
    Citazione ( Sanderson 22/11/2016 @ 15:16 )

    Ma tradurre articoli sul basket invece che articoli che stanno intorno al basket?

    #dropthevodka amico mio, questa volta l'hai sparata grossa

  • teonibus 22/11/2016, 17.44

    bellissimo articolo, ottima traduzione, storia molto particolare


    Comunque poco da dire sulla decisione di Cuban, se maxo uno lo maxo almeno sano.



  • manto89 22/11/2016, 17.33 Mobile

    Bell articolo davvero, protagonisti due personaggi davvero particolari. Considerazione a parte, è incredibile che a questo mondo ci sia gente in grado di poter rifiutare un contratto annuale da 16 milioni di dollari, solo per temtare di far entrare un pallone dentro un cesto a 3 metri da terra :D.. oh signor

  • LelouchViBritannia Account Verificato 22/11/2016, 17.26
    Citazione ( TheBigO 22/11/2016 @ 16:37 )

    Dopo il 120° paragrafo ho smesso di leggere

    Spero non sia stato questo il commento 50000 ...bruh.


    Cmq complimenti e auguri per altri 50000 commenti su Sportando #Thebigo2always

  • TheDynamicDuo 22/11/2016, 16.50 Mobile
    Citazione ( Jessy85 22/11/2016 @ 16:40 )

    Niente male le signorine della foto.

    Jessy occhio che se ti legge la tua donna poi la doccia ti tocca farla da solo ;-)

  • Hawksfan97 22/11/2016, 16.45

    storia davvero particolare

  • Mave41 22/11/2016, 16.44

    Mi è piaciuto davvero quest'articolo, dispiace per Chandler ma sia i Mavs che lui hanno fatto la cosa giusta come lui molto sinceramente ammette...

  • Jessy85 22/11/2016, 16.40 Mobile

    Niente male le signorine della foto.

  • TheBigO 22/11/2016, 16.37 Mobile

    Dopo il 120° paragrafo ho smesso di leggere

  • JaxMamba 22/11/2016, 16.18

    Bromance vera.

  • pask9 22/11/2016, 16.09
    Citazione ( OttoLamphred 22/11/2016 @ 16:00 )

    Ci potrebbe venire fuori un film, con Bruce Campbell nei panni di Cuban, Chris Hemsworth in quelli di Parson e la regia di Steven Spielberg (o di Carlo Vanzina)

    Parsons lo fa quello schifo d'uomo di Ryan Philippe

  • OttoLamphred 22/11/2016, 16.00
    Citazione ( Baskettando 22/11/2016 @ 15:44 )

    una storia avvincente

    Ci potrebbe venire fuori un film, con Bruce Campbell nei panni di Cuban, Chris Hemsworth in quelli di Parson e la regia di Steven Spielberg (o di Carlo Vanzina)

  • Sanderson 22/11/2016, 15.55 Mobile
    Citazione ( IlMastino 22/11/2016 @ 15:43 )

    È un troll sta facendo flame, lascialo perdere

    Esprimo il mio parere

  • Baskettando 22/11/2016, 15.44

    una storia avvincente

  • IlMastino 22/11/2016, 15.43 Mobile
    Citazione ( RainMan40 22/11/2016 @ 15:42 )

    Mi aspetto anche questo tipo di articoli su un sito di basket. Da come la metti sembra tratti di carote questo articolo

    È un troll sta facendo flame, lascialo perdere

  • IlMastino 22/11/2016, 15.43 Mobile

    Chissà che contenti i Grizz qua do leggono "fossi stato un gm, non avrei dato quesi soldi a un giocatore come me per via degli infortuni". AAHHAHAH

  • RainMan40 22/11/2016, 15.42
    Citazione ( Sanderson 22/11/2016 @ 15:28 )

    O chi traduce potrebbe sceglierne che parlino di basket

    Mi aspetto anche questo tipo di articoli su un sito di basket. Da come la metti sembra tratti di carote questo articolo

  • larryjoe87 22/11/2016, 15.38

    beh storia interessante ma in gran parte già nota, comunque giusto sia andata così, se Parsons avesse accettato la player option avremmo potuto valutarlo ancora questa stagione ed eventualmente l'estate prossima offrirgli un bel max..detto ciò mi auguro che Barnes possa fare molto meglio

  • Sanderson 22/11/2016, 15.28 Mobile
    Citazione ( RainMan40 22/11/2016 @ 15:17 )

    puoi proporti alla redazione come traduttore eh

    O chi traduce potrebbe sceglierne che parlino di basket

  • DrManhattan 22/11/2016, 15.27 Mobile

    Articolo fantastico!

  • Sanderson 22/11/2016, 15.26 Mobile
    Citazione ( )

    *** Commento moderato da Sportando ***

    L'articolo è fatto anche bene, nulla da dire, ma non mi pare possa spiegare che tipo di giocatore sia Parsons come invece potrebbe fare un'analisi di situazioni di gioco. E non credo nemmeno servisse un articolo così lungo per dire che 95x4 per uno che si è già rotto parecchio non posso essere dati con troppa nonchalance

  • JuvecasertaBasket 22/11/2016, 15.22 Mobile

    Bella testolina Parsons. Bravo chi ha deciso di tradurla.

  • RainMan40 22/11/2016, 15.17
    Citazione ( Sanderson 22/11/2016 @ 15:16 )

    Ma tradurre articoli sul basket invece che articoli che stanno intorno al basket?

    puoi proporti alla redazione come traduttore eh

  • Sanderson 22/11/2016, 15.16 Mobile

    Ma tradurre articoli sul basket invece che articoli che stanno intorno al basket?