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NBA 20/05/2015, 15.12

Ode al "se solo". La probabile fine dei Bulls contemporanei

Mercoledì giorno di traduzioni di uno dei pezzi di Grantland. Oggi si parla dei Chicago Bulls

NBA

Il mercoledì pomeriggio è come sempre dedicato alla traduzione di Giacomo Sauro di uno dei pezzi di Grantland. Oggi si parla dei Chicago Bulls con il pezzo di Zach Lowe dal titolo "A Eulogy for ‘If Only’: The Bulls As We Know Them Are Probably Done".

 

Ci sarebbe quasi stato da ridere. I combattivi Chicago Bulls sotto pesantemente nel quarto quarto e con la stagione appesa a un filo che provavano la rimonta con Joakim Noah, Taj Gibson e Kirk Hinrich contemporaneamente in campo. Poi Tom Thibodeau ha tolto Noah e ha messo Pau Gasol, ma Hinrich è rimasto sul parquet, mentre Nikola Mirotic nel secondo tempo ha visto il campo quando i buoi erano ormai scappati dalla stalla. Tony Snell, che da tre la sa mettere, sarebbe potuto andare a vendere birra sugli spalti.


Se Thibodeau doveva uscire lo avrebbe fatto a modo suo: quintetti grossi e difensivi guidati da veterani fidati. Comunque un po’ si poteva anche ridere perché porca vacca avrebbe quasi potuto funzionare. Questi Bulls non mollano mai. Quante volte abbiamo visto Chicago, con zero spaziature e un attacco che definirei d’epoca, trasformare la propria difesa rivoluzionaria in folli transizioni all’ultimo respiro per un parziale di 12-0? Gli avversari annaspano, Noah ruggisce, qualche piazzato trova il fondo della retina e i tifosi di Chicago si esaltano nel vedere quei folli in casacca Bulls.


Questa volta però non ha funzionato, come sempre contro LeBron James nei playoff d’altronde. Quella che sta per iniziare per i Bulls sarà una offseason che si preannuncia torrida di intrecci ma in cui si dovranno anche fare i conti con la gelida realtà di una franchigia dalla squadra buona ma non buonissima.


Dai vertici di quella stessa franchigia sono arrivate molte smentite della presunta spaccatura tra Thibodeau e la dirigenza, ma queste dichiarazioni pubbliche fanno sorridere i bene informati. La spaccatura c’è, al punto che persone vicine a Thibodeau sostengono da mesi che questa sarebbe stata l’ultima stagione dell’allenatore a Chicago. I Bulls proveranno a scambiarlo, prima di licenziarlo o di trattare un buyout per quei 9 milioni di dollari (secondo Marc Stein di ESPN.com) rimasti sull’estensione contrattuale che per mesi aveva curiosamente esitato a firmare. Con tutti quei soldi in ballo Thibodeau non lascerà, perché può temporeggiare sapendo di avere dalla sua due ottimi paracadute: ritornare a lottare con i Bulls o andarsene a casa con le tasche belle piene.


Orlando, ma soprattutto New Orleans, potrebbero essere mercati di scambio interessanti per Chicago, sebbene né la prima né la seconda dovrebbero cedere una prima scelta per un allenatore. Thibodeau vuole inseguire il titolo, e Anthony Davis gli offre la migliore possibilità di farlo per i prossimi cinque anni. Molto presto Davis diventerà il miglior giocatore della lega: uno pterodattilo a motore che grazie a Thibodeau potrebbe arrivare ai livelli difensivi del miglior Kevin Garnett di Boston, se non oltre. I due hanno già lavorato insieme nella nazionale americana; non è un caso che quest’anno Monty Williams a New Orleans abbia ridotto il pick-and-roll ispirandosi ai principi di Thibodeau.


La difesa dei Pelicans però è stata un disastro; tuttavia con l’eventuale aggiunta di Thibodeau la prossima stagione sono sicuro che New Orleans farebbe un enorme salto di qualità nelle statistiche difensive. Per tutta la stagione la difesa sul perimetro dei Pelicans è stata piuttosto incerta, ma Thibodeau impone una rigida disciplina che minimizza gli errori che sorgono quando i giocatori deviano dai loro percorsi abituali. Le squadre di Thibodeau non concedono triple dall’angolo (anche quest’anno i Bulls hanno concesso il minor numero di tiri da tre dagli angoli di tutta la lega, con New Orleans curiosamente subito dietro), costringono i portatori di palla nei pick-and-roll ad allontanarsi dal blocco, fanno pochi falli e, di solito, lavorano bene a rimbalzo difensivo. Se sgarri anche solo una volta ti accomodi in panchina. E se fai fatica a comprendere i concetti non ti preoccupare: Thibs te li farà entrare in testa a furia di allenamenti ed esercitazioni interminabili. Anche i giocatori che più lo stimano ammettono che giocare per lui può essere estenuante.


Orlando ha un po’ di ragazzi giovani che dovrebbero diventare degli ottimi difensori ma non ha una stella, e oltretutto la brusca separazione da Stan Van Gundy (un caro amico di Thibodeau) senza dubbio ha influenzato negativamente l’immagine della franchigia agli occhi dell’attuale allenatore di Chicago. I Magic hanno appena prolungato il contratto del GM Rob Hennigan, e dopo il rapporto incerto con la dirigenza di Chicago Thibodeau potrebbe aspirare a più potere decisionale circa la scelta del personale, o perlomeno adesso ha il potere di poter avanzare questo tipo di richieste prima di firmare un contratto.


Far passare un anno, o a Chicago o da allenatore svincolato, ha anche un grande vantaggio, vale a dire la possibilità di attendere che si apra il posto ai Lakers una volta che il tempo di Byron Scott giungerà al termine e i gialloviola saranno (teoricamente) pronti a tornare forti.


I Bulls invece continueranno a essere una buona squadra, anche se la definizione “buona squadra” sa molto di delusione per una franchigia che nel 2011 sembrava destinata a dominare la Eastern Conference per gli anni a venire. I Bulls questa stagione hanno vinto 50 partite con un Derrick Rose a mezzo servizio, e se il ginocchio di Joakim Noah sarà a posto dopo un’estate abbondante di riposo forse possono arrivare a 55 l’anno prossimo. Riuscire ad attestarsi su questo record potrebbe significare darsi un’opportunità di trovare la combinazione giusta tra salute, fortuna, piccoli aggiustamenti in roster e accoppiamenti favorevoli ai playoff per provare a raggiungere il titolo. Anche i Mavericks fino al 2011 erano considerati molli. […]


Chicago però non sembra realmente capace di un exploit del genere: Rose si fa male un giorno sì e uno no, gli manca parte della cartilagine del menisco in un ginocchio e non è ancora neanche vicino a essere lo stesso giocatore che era prima di rompersi il legamento crociato anteriore; inoltre il corpo di Noah fa le bizze, Taj Gibson sta per raggiungere la trentina, Pau Gasol è nell’ultima fase della carriera e Mike Dunleavy è free agent.


Tra tutte le franchigie NBA, questa è la grande squadra dei “se solo”, sebbene oramai molte delle cose che Chicago si augura che accadano sembrano assai improbabili.


A meno che Snell e Doug McDermott facciano un vero salto di qualità, sarà difficile se non impossibile migliorare sensibilmente questa squadra. Jimmy Butler, il giocatore più completo di Chicago, è destinato a un massimo contrattuale che la prossima stagione inizierà intorno ai 15,8 milioni di dollari. Chicago ha la facoltà di pareggiare qualsiasi offerta gli venga fatta, ma conoscendo l’innalzamento del tetto salariale i Bulls farebbero bene a rompere il salvadanaio e presentare a Butler il contrattone quinquennale un minuto dopo l’inizio della free agency. Meglio non scherzare e non lasciare che Butler sondi il mercato e firmi un contratto al massimo per quattro anni soltanto perché così facendo si può risparmiare qualcosa (le altre squadre possono offrire solo aumenti annuali del 4,5%, mentre i Bulls del 7,5%, quindi pareggiare un contratto altrui permette un piccolo risparmio).


Se così non dovesse essere potrebbero capitare cose brutte. Butler potrebbe firmare un contratto di due anni con un’opzione del giocatore per un terzo à la Chandler Parsons (contratto che non sarebbe permesso dalle regole della lega se i Bulls lo prevenissero con l’offerta quinquennale). I Bulls lo potrebbero pareggiare, ma chiedete a Minnesota quanto conviene ridurre volontariamente il tempo per il quale il vostro miglior giocatore è legato alla squadra. Butler potrebbe anche infastidirsi, firmare una qualifying offer annuale dei Bulls e diventare unrestricted free agent nell’estate 2016, quando il suo massimo partirà intorno ai 21 milioni di dollari, secondo alcune proiezioni. Sarebbe un rischio per Butler, che ha lottato con gli infortuni nella stagione 2013-2014, così come lo è stato rifiutare il prolungamento di quattro anni da una quarantina di milioni proposto dai Bulls in autunno. Tenetevi stretto il ragazzo, perché è un eccellente difensore su ogni tipo di ala, nonché un tiratore freddo che se chiamato a prendersi in mano la squadra è capace di procurarsi falli e tiri liberi come il maestro Harden. La restricted free agency può tenere lontane alcune squadre (i Lakers la odiano) ma in giro quest’estate ci staranno altrettante squadre con abbondante spazio salariale e niente da perdere.


Purtroppo rimettere sotto contratto Butler al massimo porterebbe il libro paga di Chicago sull’orlo degli 80 milioni di dollari per 11 giocatori (incluse le scelte al primo giro), poco al di sotto del limite della luxury tax, fissato a 81,6 milioni. Questo senza contare i soldi da dare a Dunleavy, un giocatore fondamentale per Chicago, né quelli per una point guard annuale che sostituisca Aaron Brooks o per altri contratti al minimo con cui completare la rosa. Dimenticatevi di usare l’intera eccezione di metà livello, o anche quella piccola nei confronti di squadre nella tassa, per strappare un altro veterano chiave. Rimettere sotto contratto Dunleavy a prezzi di mercato è sufficiente a far sconfinare Chicago oltre il limite della tassa. Già due stagioni fa i Bulls l’avevano pagata, ma questo non vuol dire che siano disposti a rifarlo.


Scambiare uno dei quattro giocatori chiave del frontcourt dei Bulls per un’ala sarebbe il modo migliore per sbloccare il roster e creare spazio almeno per la mini eccezione di metà livello. Tutti e quattro questi giocatori meritano un minutaggio consistente, e una squadra non può permettersi quattro lunghi con queste esigenze, specialmente se nessuno di questi può giocare da ala piccola. Thibodeau ci ha provato con Mirotic, se non fosse che in quella posizione è sprecato e che a volte non riesce a difendere sulle ali (soprattutto quando le altre squadre lo coinvolgono nel pick-and-roll, come hanno fatto i Cavaliers quando Mirotic marcava Iman Shumpert).


Gibson è il primo candidato per uno scambio, nonostante in giro per la lega si parli molto di Noah e della sua scadenza di contratto. Molti dirigenti si chiedono se Noah sia già nella fase discendente o se ci sia possibilità che ritorni a crescere. In ogni caso Noah è un giocatore centrale per la filosofia di Chicago e rappresenta l’anima della squadra al punto che i Bulls potrebbero essere restii a cederlo. È anche vero però che si dicevano più o meno le stesse cose di Luol Deng e poi quando i Bulls hanno avuto l’occasione non hanno esitato a scambiarlo.


Mirotic non ha un contratto oneroso e dei quattro è l’unico con quel talento al tiro. Trovare un buono scambio che sostituisca Gibson con un’ala è difficile, ma Gibson ha ancora due anni di contratto a un costo onesto ed è affidabile sia in attacco sia in difesa. Se Amir Johnson dovesse diventare free agent e lasciare Toronto forse i Raptors potrebbero pensare a scambiare Terrence Ross per Gibson. Johnson è sempre infortunato e i Raptors hanno bisogno di almeno un altro buon difensore, visto che questa stagione sono sprofondati al 23esimo posto per punti concessi per possesso; non c’è dubbio che Dwane Casey adorerebbe lavorare con Gibson.


Una trattativa tra Chicago e Boston che coinvolga Gibson e Avery Bradley potrebbe se non altro essere intavolata, perché i Celtics hanno bisogno di un lungo che apporti una difesa solida e, quando James Young guadagnerà minuti, saranno pieni di giocatori da perimetro. Tuttavia l’età di Gibson e il noto amore di Danny Ainge per Bradley (secondo fonti della lega, in prossimità della chiusura del mercato Ainge avrebbe rifiutato di scambiarlo per una prima scelta) sembrerebbero escludere un affare del genere.


Ai Suns farebbe comodo un lungo in più se Brandan Wright dovesse andarsene, e hanno anche due giovani ali come T.J. Warren e Archie Goodwin che sono pronte per avere più spazio; uno scambio che includa Gibson e P.J. Tucker potrebbe essere fattibile. Poi c’è Sacramento, che è costantemente alla ricerca di un’ala forte ma non ha gente da poter inserire nello scambio. Gibson invece potrebbe calzare a pennello per gli iperattivi giochi difensivi di Jason Kidd a Milwaukee, ma i Bucks a quel punto dovrebbero mettere sul piatto qualcosa di appetibile (magari due seconde scelte) oltre a O.J. Mayo o Jared Dudley (e se Dudley non esercita l’opzione che ha i Bucks dovrebbero firmarlo e poi cederlo, rischioso con le regole della lega per una squadra come Chicago che è così vicina al limite della tassa; Milwaukee potrebbe essere ulteriormente invogliata se riuscisse a trovare una terza squadra che si prendesse Ersan Ilyasova, anche se i Bucks lo scambierebbero per ottenere valore, mentre la squadra che aggiunge Ilyasova al proprio monte ingaggi si presume che vorrà essere ricompensata con qualcos’altro).


Golden State non disdegnerebbe un terzo lungo affidabile che entri in campo, al posto di David Lee e Festus Ezeli, quando il buon Draymond Green ha problemi di falli, se non fosse che Harrison Barnes sta giocando così bene che è improbabile che lo lascino andare per prendersi Gibson (oltre al fatto che i Warriors così facendo dovrebbero pagare una tassa ancora più alta l’anno prossimo, a meno che non riescano a cedere Lee in cambio di un contratto meno oneroso; resta il fatto che offrire il massimo contrattuale a Green questa estate metterebbe automaticamente in discussione Barnes, perché a quel punto Golden State dovrà liberare futuro spazio salariale in qualche modo).


Le possibilità disponibili non sono poi così tante, e McDermott ancora non è pronto per diventare un giocatore di rotazione a Chicago e un sostituto di Dunleavy. Per avere lui, che quest’anno ha giocato solo 321 minuti segnando 14 triple in tutto, i Bulls hanno dato via due prime scelte.

Durante questa stagione Mirotic ha tirato male, ma la sua presenza in campo permette a Chicago di respirare e garantisce una maniera rapida di migliorare un attacco che tradisce a ogni playoff. Nel 2011 e nel 2012, nonostante i problemi di spaziatura derivanti dal fatto di giocare con due lunghi che non si allontanano dal canestro, Chicago era diventata un’ottima squadra anche in attacco, grazie alla presenza di due giocatori, Deng e Kyle Korver, che allargavano le difese sfruttando i blocchi lontani dalla palla. Aggiungete poi che tutti erano in buone condizioni fisiche e che avevano Noah e Carlos Boozer all’apice della carriera (e Boozer, nonostante la difesa scandalosa e gli urli, era un abile passatore e aveva un buon piazzato dalla media distanza).


Avevano anche Rose in salute, fino a quella brutta serata contro i Sixers che ha cambiato la storia della franchigia. L’attacco non era il massimo della fluidità, ma se i tiri entravano e tutti potevano dare il 100% era più che sufficiente per Chicago; i tagli erano decisi, la palla arrivava in area e Rose forniva quella decina di punti “della Madonna” di cui tutte le squadre con velleità di vittoria finale hanno bisogno.

Da quel periodo tutto è leggermente peggiorato: le condizioni fisiche, la velocità, i tagli, i passaggi, i tiri. I Bulls non riescono più a far arrivare la palla in zone pericolose, e ogni possesso comporta uno sforzo enorme anche se poi il gioco si sviluppa principalmente solo in orizzontale.


 







Secondo i dati di SportVU, Chicago è la squadra che si è presa più tiri allo scadere dei 24’’ generando però in proporzione pochi tiri aperti. Se è la serata buona Rose sa ancora volare al ferro per quei famosi punti “della Madonna”, ma non è più il penetratore costante di una volta. In questi playoff non è andato male ma ha comunque tirato con il 39,6% totale e si è procurato pochi tiri liberi.

Rose sostiene di essere un giocatore più intelligente adesso e ha ragione. Qualche anno fa non aveva in repertorio quel tiro che si appoggia al tabellone e queste letture sul pick-and-roll.




Sia i tempi di quel passaggio che attraversa il campo sia il modo in cui sorprende i difensori in rotazione mentre indugiano dalla parte sbagliata è roba NBA di alto livello. Quello è il tipo di passaggio che funzionerebbe molto meglio se i Bulls avessero un attacco con una parvenza di senso dello spazio o di modernità. Tutto è più difficile poi se si spendono 15 secondi per mandare la palla in post o se Noah continua a fare consegnati dal palleggio che ormai non spaventano più nessuno (perché le difese hanno capito che o si staccano o lo pressano o accettano il cambio e lo fanno marcare da un piccolo).

I Bulls non hanno un lungo letale sul pick-and-roll (uno come Tyson Chandler, che taglia all’interno delle difese, riceve la palla e schiaccia come se non ci fosse un domani), quindi devono puntare su altre risorse, come il gioco in post di Gasol, i tagli a ricciolo dei tiratori sui blocchi da entrambi i lati e quei passaggi consegnati dal palleggio. Se tutto va come deve andare questa roba è pure divertente, ma avere a disposizione delle armi più semplici sarebbe più utile.

Badate bene che i lunghi di Chicago, in particolare Noah e Gibson, sanno far male sul pick-and-roll se c’è lo spazio per tagliare; e seppure sia in una serata in cui tira solo piccioni dalla lunga distanza, è Mirotic che garantisce quello spazio.








La minaccia di un pick-and-pop in cui sia coinvolto Mirotic può indurre le difese a commettere errori. Guardate come una strategia abituale di Cleveland (ossia mandare il palleggiatore verso il difensore in aiuto) va in fumo quando quel difensore in aiuto (James Jones nel caso qui sotto) rimane nei pressi di Mirotic invece di scivolare come dovrebbe.




Ora, dire che Mirotic sia il salvatore della patria è troppo, però con lui in campo i numeri di Chicago sono stati sempre buoni. Ha tirato male, è vero, e a volte è stato assente in difesa, ma se gli si offrissero più minuti sul parquet le squadre avversarie comincerebbero a schierare quintetti più piccoli contro Chicago (mettendo un’ala a marcare Mirotic, cambiando con più frequenza e allungando la difesa di Chicago sull’altro lato del campo).

Sicuramente i Bulls non possono vincere quattro serie di playoff con una fase offensiva come quella che hanno avuto quest’anno, soprattutto se Rose non torna ai livelli da All-Star. D’altra parte non sono riusciti a macinare punti contro dei Cavs acciaccati e in affanno. Mirotic deve rimanere, e i Bulls lo devono utilizzare di più. Forse sarebbe ora di pensare a inserire in organico un guru che si occupi dell’attacco.

Forse i Bulls non possono proprio vincere quattro serie playoff, dal momento che quest’estate faranno fatica a migliorare la squadra e che se rimetteranno Noah sotto contratto nell’estate del 2016 potrebbero non avere spazio salariale sufficiente per partecipare al banchetto che si aprirà quando il tetto sarà ritoccato verso l’alto. È questa la punizione se il vostro miglior giocatore ha un super contrattone ma non più il livello che lo ha reso così sostanzioso. Quello stesso contratto che ora sembra destinato a rappresentare l’incudine su cui verranno presi a martellate i Bulls.

Le migliori squadre a Est stanno costruendo squadre da titolo con molte più risorse rispetto a molte delle controparti a Ovest. Siamo ai livelli del petrolio in Venezuela. La speranza di Chicago è di inserirsi in questo mucchio, sempre augurandosi che tutti quei “se solo” che la franchigia si porta dietro da cinque anni ormai prendano la piega migliore.

Stiamo ancora aspettando che un numero corposo di eventi girino per il verso giusto per i Bulls. E ora potremmo anche aspettare che arrivi un nuovo allenatore che sostituisca l’head coach più vincente per Chicago dai tempi di Phil Jackson.

Traduzione di Giacomo Sauro

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Comments Occorre essere registrati per poter commentare 15 Commenti
  • David 21/05/2015, 00.20

    Che bel articolo.

  • sciak 20/05/2015, 21.28 Mobile
    Citazione ( CelticLG 20/05/2015 @ 18:20 )

    GIBSON PER BRADLEY?? GIBSON PER BRADLEY?? MA SCHERZIAMO?? Il resto completamente condivisibile, ma sta roba...

    Grazie che appoggi le mie tesi. Anche Barnes per Taj davvero neanche a 2k. Diciamo che agli americani non manca la fantasia

  • LARS 20/05/2015, 20.52 Mobile

    *bell'articolo

  • LARS 20/05/2015, 20.50 Mobile

    Davvero un nell'articolo, complimenti! Certo che "mini eccezione di metà livello" si poteva non tradurre! Scherzo, sempre complimenti a tutto lo staff Sportando!

  • GnG50 20/05/2015, 19.40

    Del reparto lunghi si è detto abbastanza: si spera nella maturazione di Butler, nella continuità di Rose, nella crescita di Snell (e magari di McDermott, che, se inserito bene nelle rotazioni, potrebbe metterle le triple col secondo quintetto), e in un ulteriore step di MIrotic (ok che è un lungo, ma è anche alla prima NBA). Non è così nero il futuro dei Bulls, devono solo maturare questi giocatori, e sperare che Gasol per un altro anno, offensivamente parlando, la spieghi per bene a tanti lunghi NBA: per uno che fa dei fondamentali l'arma principale (alla Duncan), non dovrebbe avere problemi a confermarsi per un altro anno.

  • OlimpiaArmaniJeansMi 20/05/2015, 19.30

    E' proprio arrivato il motivo di cambiare e spero per noi anche radicalmente rispetto agli ultimi 4-5 anni il roster, già cambiare allenatore inevitabilmente porterà in questa direzione.

  • CelticLG 20/05/2015, 18.37
    Citazione ( )

    *** Commento moderato da Sportando ***

    Mah, 24 anni, 24x3 di contratto, 2nd all defensive team, una delle migliori 3-5 guardie in difesa, attualmente capitano, sta migliorando anche in attacco, tanto potenziale ancora.


    29 anni, 18x2 di contratto, ottimo comprimario che non serve a molto se hai già Sully.


    certamente se lo cedi (e non verrà MAI ceduto) puoi ricavarci di più.

  • CelticLG 20/05/2015, 18.20

    GIBSON PER BRADLEY?? GIBSON PER BRADLEY?? MA SCHERZIAMO??


    Il resto completamente condivisibile, ma sta roba...

  • Ragingbull 20/05/2015, 17.40 Mobile

    La situazione è semplice vedere l'appetibilità di taj sul mercato,valutare attentamente i miglioramenti di mcdermott e soprattutto di snell e magari pescare bene a questo draft non mi dispiacerebbe un justin anderson. Certo che quando leggo le parole "harrison barnes" e "bulls" mi bagno ma la non è cosa mai e poi mai fattibile

  • albertojazz 20/05/2015, 17.05

    Grazie mille, sempre interessante leggere questi articoli !!

  • sciak 20/05/2015, 16.22 Mobile

    Bell articolo finché concerne il rapporto thibodeau bulls...ma quando si comincia a parlare di fantabasket questo scollina proprio: ross per Gibson? Bradley per Gibson?? Dai su anche solo pensare che Barnes possa essere messo sul mercato è una bestemmia, poi per Gibson davvero non giochiamo

  • Nimzowitsch 20/05/2015, 16.07

    mi sono fermato ad AD pterodattilo..

  • JesseJames 20/05/2015, 16.00
    Citazione ( Cacio 20/05/2015 @ 15:52 )

    Una domanda è un paio di considerazioni: 1) per quale regola, se avesse anche ricevuto e spedito al mittente un quinquennale al Max salariale dai bulls, Butler non potrebbe firmare un 1+1 o un 2+1 per essere poi libero di prendere più soldi dove vu ...

    La storia dell'impossibilità di firmare un contratto per meno anni dopo aver ricevuto un'offerta al massimo salariale per un RFA non l'avevo mai sentita nemmeno io, è da approfondire. Bisogna aspettare qualcuno che sa qualcosa di più, in effetti mi puzza questa storia.

  • Cacio 20/05/2015, 15.52 Mobile

    Una domanda è un paio di considerazioni: 1) per quale regola, se avesse anche ricevuto e spedito al mittente un quinquennale al Max salariale dai bulls, Butler non potrebbe firmare un 1+1 o un 2+1 per essere poi libero di prendere più soldi dove vuole il prossimo anno? Non ho mai sentito che formalizzare un offerta al Max desse alla squadra attuale questo "vantaggio"! 2) Tibo col cavolo che si fa tradare, non è un giocatore e il discorso è ben diverso da quello di Doc Rivers! Allora era il coach a volersene andare e aveva ancora un paio d'anni di contratto, boston non aveva la necessità di cederlo! L'hanno lasciato partire anche per gratitudine, oltre che ovviamente per la scelta! Qui i rapporti Tibo/ bulls sono già ben incrinati da mesi, tutta la lega sa che se non lo scambiano al 80% lo esonerano! Chi mai dovrebbe dare una prima! E poi, lui perché dovrebbe andare a firmare in una squadra che per prenderlo in un certo senso si indebolisce e soprattutto mollare 9 mln? Se lo esonerano prende 9 dai bulls e altri soldi da chi lo firma, mal che vada si fa un altro anno con questo gruppo e poi va dove gli pare, oppure se lo esonerano si prende i suoi soldi e si fa un anno a divertirsi come commentatore di espn o simili portando a casa 3/4 mln aggiuntivi 3) AD con thibs... Si bella storia però il ragazzo non è che sia proprio iron Man jordan, in 3 anni ha saltato circa 50 partite sempre per infortuni di piccola entità, quindi è relativamente injury prone! Thibodou lo farebbe giocare 43 minuti a partita tutto l'anno, e a Chicago i risultati si sono visti con infortuni sparsi/ problemi alle ginocchia ecc... Poi magari no eh, ma se sono i pellicani non rischio, anche visto che il numero 2 è holiday e nemmeno lui è molto fortunato in materia infortuni... Magari ad orlando si, dove sono pieni di giovani con voglia energia e capacità di difendere, ma per l amor di Dio gli firmino un assistente coach che per l attacco e le spaziature offensive potrebbe fare il primo, o stanno freschi visto anche come tirano da fuori!

  • miller 20/05/2015, 15.20

    superanalisi...ogni tanto qualche articolo vero....