NBA on fire: Zach LaVine
Il rookie dei Timberwolves è esploso, ma purtroppo per lui la squadra non ne sta giovando
In una stagione disgraziata e martoriata dagli infortuni puoi sempre trovare qualcosa di positivo su cui basarti per il futuro, sia perché una valanga di infortuni a catena può lanciare a vette inseplorate qualcuno che non ti saresti aspettato. Ed è sicuramente inaspettata la repentina e rapidissima esplosione di Zach LaVine.
Il dilemma se abbia futuro da guardia o da playmaker non si risolverà, anche se a nostro avviso usarlo da play sarebbe una riduzione netta del suo raggio d'azione. Palla in mano non è un giocatore che fa o può fare la differenza, o comunque molto meno di quella che potrebbe fare senza palla o prendendola in determinate situazioni con l'idea di liberarsene in non oltre 5 secondi per crearsi un tiro o una nuova giocata.
E' questo ciò su cui si è concentrato il lavoro del coach dei Timberwolves Flip Saunders durante l'anno e i risultati sembrano emergere proprio nel giorno che consegna a Minnesota il peggior record in assoluto nella lega.
Zach LaVine nelle 7 gare del mese di Aprile (tutte perse, va detto) è comunque salito in cattedra, raggiungendo 21.4 punti, 5.9 rimbalzi e 5.7 assist di media, tirando il 48.3% da due, il 34.3% da tre e 85.7% ai liberi.
La sua sezione di tiro lo configura come l'ideale guardia del gioco mid-range che piace a Flip Saunders, con innata capacità di costruirsi il tiro dal palleggio, che giustifica in parte il fatto che attacchi poco il ferro, almeno fino ad ora, nonostante in Aprile converta al ferro con percentuali degne dei migliori centri del campionato.
LaVine è un giocatore che pur giovane mostra delle qualità fisico-tecniche davvero impressionanti, che però non sono ancora supportate da una capacità di lettura della gara degna dell'NBA (questo intendeva Chris Mannix la scorsa estate quando sosteneva che LaVine non fosse pronto per il salto). Il ragazzo dei Timberwolves infatti ha un plus-minus pesantemente negativo e molto raramente riesce a chiudere una gara con segno + (non certo per colpa interamente sua, ma in parte sì).
I difetti sono ancora tutti da risolvere: in difesa è sotto la media, sia sull'uomo sia a difendere la transizione. Con lui in campo i Timberwolves cedono 14.8 punti di media su 100 possessi, una mostruosità, dettata anche dal fatto di non avere compagni capaci di difendere ad una media accettabile.
In ogni caso dopo l'All-Star Game Zach è esploso, almeno nei numeri, alzando la percentuale di tiro grazie a scelte migliori e creando di più con la palla in mano. In tutto questo il merito è di coach Saunders, che gli fatto abbassare molto il numero di palleggi per possesso, obbligandolo a prendersi il tiro quando fosse in grado di vedere luce.
Siamo ancora molto indietro, ma i segnali che possano inquadrarlo come steal al draft dello scorso anno ci sono.
Minnesota potrà con diverso spazio salariale e la possibilità di una nuova chiamata altissima al draft completare la squadra su cui dovrà costruire il futuro. Sempre ovviamente dando per scontato che non arrivino infortuni a pioggia.
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