Don't believe the hype part two
Lente d'ingrandimento sulla stagione di Jabari Parker; è veramente 'the next Melo'?
Seconda parte di "don't believe the hype", che segue il capolavoro di Alberto Guerrini su Andrew Wiggins. I primi due paragrafi di quel post valgono anche per il giocatore di cui parleremo oggi, anche lui un predestinato, sempre al centro dei riflettori. Fino ad esser 'eletto' miglior giocatore di high school dai tempi di LBJ....
Fin dai primi anni di High School a Simeon (condotta a quattro titoli dell'Illinois consecutivi.....) Jabari Parker ha generato tantissima attenzione mediatica, sempre gestita come il più consumato dei veterani NBA.
Il suo talento e le sue doti sono innegabili, già le abbiamo elogiate e sicuramente continueremo a farlo.
Parker metterà punti a referto anche in NBA, ma da qui a definirlo il nuovo Carmelo Anthony ce ne passa di strada….Prima di tutto perchè Melo è un campione con la C maiuscola, uno dei primi 5/10 giocatori al mondo. E poi perchè dalla stagione di Parker a Duke non sono emerse solo indicazioni positive rispetto al suo potenziale NBA.
In un certo senso si potrebbe anche dire che il Jabari Parker che giocherà in NBA non l’abbiamo quasi mai visto, dato che, a causa delle esigenze di squadra dei Blue Devils, ha passato la stragrande maggioranza del tempo agendo da lungo. Nei pro non sarà così.
Dicevamo, le indicazioni negative:
- gli assist, appena 1.2 a partita (0.8 nella ACC), un numero bassissimo se si considera A tutti i raddoppi ricevuti, e B la notevole batteria di tiratori dei Blue Devils. Jabari spesso ha preferito spezzare di potenza i raddoppi (con risultati non sempre positivi) invece di servire i compagni meglio appostati. In NBA dovrà scordarsi velocemente questa cattiva abitudine…..
- tanti, troppi tiri dal campo, ovvia conseguenza della sua riluttanza nel rigiocare la palla dopo esser stato chiuso dalla difesa. Il suo USG% di 32.7 è secondo solo a Doug McDermott e T.J. Warren (entrambi terminali offensivi quasi unici nelle rispettive squadre, entrambi con una migliore eFG%) tra i prospetti NBA, ed è quattordicesimo in Division One.
Decisamente troppo per una squadra con tante opzioni offensive, non a caso Duke perso 3 delle 6 partite in cui Parker ha preso almeno 18 tiri dal campo, mentre ha vinto in tutte e 9 le occasioni in cui si è guadagnato almeno 8 tiri liberi.
-In attacco bene contro le squadre deboli, meno bene contro quelle più preparate, 19.1 punti con il 55% dal campo contro le squadre con record sotto il 50%, 18.8 con il 44% contro quelle con record positivo. Questo vale per quasi tutti i prospetti, ma va comunque menzionato.
-stamina, siamo sicuri che riesca a reggere il ritmo tremendo della NBA? Di tanto in tanto ha avuto problemi contro giocatori con atlettismo da NBA:
Al riguardo c’è questo video dell’ottimo DX, che analizza in particolare le sue prestazioni contro la super atletica frontline di Syracuse e contro lo specialista difensivo Akil Mitchell, segreto neanche troppo nascosto dietro la sorprendente stagione di Virginia.
E poi c’è la difesa…….
Intendiamoci, qua nessuno vuole dire che Parker non è un gran prospetto, o che sarà un bust. E’ possibile trovare incognite dentro la stagione di qualunque atleta di nemmeno 20 anni, sarebbe strano il contrario.
Inoltre, a meno di imprevedibili trade l’ex Duke avrà un atterraggio morbido nella NBA, nella più debole Eastern Conference, un vantaggio non da poco di questi tempi.
Per sfondare sul serio però dovrà cambiare qualcosa nel suo modo di giocare, diventare uno scorer più efficiente ed un miglior giocatore di squadra. Ed a quanto sembra ha l’etica lavorativa ed il mindset necessari per riuscirci.
Ci sono tante altre questioni, il ruolo in cui giocherà sia in attacco che in difesa, il sistema difensivo più adatto a lui, ed altre ne verranno durante la stagione.
Per il momento Carmelo Anthony lasciamolo a New York, c’è ancora tanto lavoro da fare…..
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