Pacers, possibile vincere nei playoff NBA senza stelle già affermate?
Una analisi dei Pacers paragonati ai Pistons del 2003-04
Gara 1 tra Pacers e Heat è stata un'incredibile dimostrazione di forza da parte dei ragazzi di coach Vogel: una perfetta distribuzione del peso offensivo tra esterni ed interni, unita alla fedeltà nell'esecuzione del game plan andando sempre alla paziente ricerca del miglior tiro disponibile. Tutto questo è esemplificato da ben sei uomini in gialloblù andati in doppia cifra e dai 107 punti indicati dal tabellone della Bankers Life Fieldhouse a fine partita.
Soltanto una serata magica ed irripetibile ? Da folli pensare di rivedere una simile performance ?
Ovviamente molto dipenderà anche dalla difesa di Miami, nettamente sottotono soprattutto nel contenimento delle penetrazioni delle guardie e di conseguenza sempre in ritardo nei recuperi sui tiratori perimetrali di Indiana : se non riusciranno a tenere il punteggio sotto i 100 punti gli uomini di coach Spoelstra faranno veramente fatica!
Già nella gara 2 stanotte ,infatti, si è vista (eccome) la differenza soprattutto nelle percentuali di tiro di Indiana, letteralmente crollate rispetto al primo incontro: credo comunque che sarà una serie piuttosto lunga che non si chiuderà prima di gara 6, almeno me lo auguro!
Lasciando da parte i risultati, è interessante sottolineare però come i Pacers, a differenza delle altre squadre rimaste in corsa per l'anello, non abbiano due o tre superstar riconosciute a livello globale e, in ragione di questo, coach Vogel sa benissimo quanto sia fondamentale bilanciare il peso dell'attacco, cercando di far ricevere i giocatori giusti al momento giusto.
Sento già nelle orecchie delle obiezioni: Paul George non è un stella ?! A livello di talento certamente e non scordiamoci la più che competente difesa su LBJ, ma sicuramente deve ancora dimostrare a livello di postseason di potersi caricare sulle proprie (giovani) spalle una squadra che ambisce almeno alla conquista dell'Est.
Resta il fatto che il suo altruismo e la non necessità di avere sempre la palla tra le mani per essere decisivo (vedi le tre triple infilate sugli scarichi in gara 1) lo rendono già adesso un giocatore estremamente particolare, forse unico, e dal futuro assicurato.
Senza parlare poi di Lance Stephenson... giocatore scoppiettante e dotato di visioni immaginifiche ma ancora troppo altalenante nel rendimento e all'interno delle stesse partite.
Detto ciò, a parer mio non è utopistico pensare che Indiana possa arrivare quantomeno a dare enormi grattacapi ai due volte campioni in carica della Florida e, proprio mentre osservavo estasiato le gesta di West e compagni, mi è venuto in mente un possibile paragone : vi ricordate gli eroici Detroit Pistons di coach Larry Brown che annientarono i Lakers dei Fab4 ( o meglio,ciò che ne rimaneva ) nelle finals del 2004 ?
Al di là degli azzardati confronti tra i singoli giocatori e sulle loro tendenze offensive, i Pistons erano una squadra probabilmente più povera di talento nel complesso, tuttavia credo sia interessante far notare alcune similitudini :
- praticamente identico il record al termine della regular season : Pacers 2013/14 56-26 -- Pistons 2003/04 54-28
- stessa posizione nelle rispettive classifiche di punti segnati e concessi agli avversari : Pacers PTS/G 96.7 (24th of 30) OPP PTS/G: 92.3 (2nd of 30) -- Pistons PTS/G: 90.1 (24th of 29*) OPP PTS/G: 84.3 (2nd of 29*) * Bobcats entrati in NBA l'anno successivo
- entrambe le squadre solidissime dal punto di vista difensivo e con due grandi intimidatori nel pitturato come Roy Hibbert e Big Ben Wallace .
Paul George oggi e Rip Hamilton allora si identificano facilmente come i giocatori di punta dei rispettivi attacchi seppur ovviamente con caratteristiche tecniche molto diverse, gli unici giocatori in grado di scollinare sopra quota 20 con costanza anche nei playoffs. In entrambi i casi, però, sarebbe assai sbagliato concentrarsi soltanto su questo dato : infatti entrambe le squadre hanno ben cinque giocatori con doppia cifra di media punti nei playoffs ( i cinque starters ) !
Basterà tutto questo ad Indiana per ripetere le gesta dei ragazzi terribili di Detroit che arrivarono ad un passo da una storica doppietta ?
Probabilmente no. Ma ogni tanto chi crede nei numeri ci indovina!
Di J. Vannucci