Valencia ricorre per un’irregolarità nel referto di gara 3
Il club valenciano denuncia la presenza irregolare di Slaughter a referto e quindi in campo
Che la serie tra Real Madrid e Valencia sia una delle più belle ed emozionanti degli ultimi anni in Spagna non c’è alcun dubbio. La serie sta passando però alla cronaca non solo per le partite, ma anche per le polemiche. Queste riguardano non solo gli episodi in campo, come in generale il metro arbitrale o nello specifico episodi il canestro di Llull in gara 2 con Vives rimasto a terra o il tiro di Harangody sulla sirena dei regolamentari di gara 3, ma anche altri episodi come l’uscita rapida dei giocatori del Real dopo l’incontro di martedì sera. Gara 3 ha lasciato il segno, non solo dal punto di vista sportivo ma anche da quello strettamente ‘giuridico’ portando l’asticella delle polemiche ad un livello più alto. Dal campo infatti, si è passati agli uffici della Federazione. E’ notizia delle ultime ore il ricorso da parte di Valencia al ‘Comité d’Apelación’ della FEB, in sostanza l’equivalente della Commissione d’Appello della nostra Federazione. La denuncia dei valenciani consiste nella presenza in campo di Slaughter, irregolarmente iscritto a referto. Andiamo con ordine e facciamo chiarezza.
Americano di nascita, nato a San Leandro, in California, Slaughter è dal 2012 uno degli extracomunitari presenti nel roster di Pablo Laso. Fino a questa stagione. Quest’anno infatti, il Real Madrid conta, o per meglio dire contava, con tre extracomunitari: Ayón, Campazzo e lo stesso Slaughter. Gli extracomunitari che possono essere iscritti a referto sono solo due, ma il problema è stato risolto a febbraio. Slaughter infatti, ha richiesto ed ottenuto il passaporto della Guinea Equatoriale, diventando ‘cotonou’ e potendo quindi giocare da comunitario. In breve, la definizione ‘cotonou’ si basa sull’accordo Cotonou stabilito tra l’Unione Europea e 78 Stati di Africa, Caribe e Pacifico che prevede l’assenza di qualsiasi forma di discriminazione, specie in ambiente di lavoro, per i cittadini provenienti da tali Stati che esercitano legalmente la loro professione. La ACB si è da qualche anno adeguata a quest’accordo considerando quindi comunitari i giocatori provenienti da questi Stati, che siano nativi o ‘passaportati’. Da qui il tesseramento da comunitario di Slaughter. Un problema è sorto qualche mese fa con la scoperta che lo stesso giocatore del Real ed Andy Panko, del Montakit Fuenlabrada, condividono il numero di passaporto. E’ nata un’indagine, ancora in corso, che ha portato il Real, per evitare qualsiasi coinvolgimento, alla decisione di tesserare Slaughter come extracomunitario per questi playoff sacrificando difatti Campazzo, nonostante il numero 44 ‘abbia tutte le carte in regola per essere tesserato come comunitario’ come indicato tempo fa in una nota del club madrileno. Tutta questa premessa è sicuramente un’altra storia ma importante per sottolineare la correttezza del Real, non solo nella vicenda che andiamo a spiegare.
Il ricorso di Valencia riguarda gara 3. Slaughter faceva parte, come nelle altre partite dei playoff ma in generale della stagione, dei convocati di Laso ed ha svolto il riscaldamento con i compagni. Il ‘sacrificato’, lasciato fuori dai 12 a referto, è stato Doncic. Il problema nasce dal fatto che l’ufficiale di campo non ha trascritto il nome del giocatore americano sul referto di gara, aggiungendolo solo durante l’intervallo dopo essersi accorto dell’errore ed aver informato l’arbitro principale, Martín Bertrán. E’ stata la stessa ACB infatti a chiarire l’episodio, qualche ora dopo il termine della gara, sottolineando come l’ufficiale di gara abbia avvisato l’arbitro della non-iscrizione di Slaughter a referto al momento del suo ingresso in campo e come l’arbitro stesso abbia nell’intervallo avvisato entrambi gli allenatori dell’errore e quindi della modifica al documento della gara. Nella mattinata di ieri, mercoledì 10 giugno, Valencia aveva fornito la sua versione dei fatti, annunciando il ricorso al Giudice Sportivo ed invocando maggiore rispetto per sé e per i propri tifosi. In particolare, nel comunicato della società valenciana, oltre ai dubbi sollevati in merito all’intervento dell’ACB sulla questione ‘non essendo chiamata a giudicare il reclamo’, la squadra ‘taronja’ ribadiva come in realtà l’arbitro non avesse avvisato Duran della modifica al referto ma che al contrario, era stato lo stesso allenatore ad accorgersi dell’irregolarità comunicando all’arbitro che avrebbe firmato a fine gara il referto nella zona dedicata ai reclami. Il club inoltre, sottolineava come la persona responsabile di verificare la corretta iscrizione a referto dei giocatori è l’allenatore, Pablo Laso in questo caso, e come l’allenatore basco avesse prima della partita validato con la sua firma un referto nel quale non figurava Slaughter. La risposta del Giudice Sportivo, Juan Ramón Montero Estévez, è arrivata stesso nella giornata di ieri attraverso un comunicato nel quale si comunicava l’archiviazione della vicenda. In particolare il giudice cataloga l’episodio come ‘un errore formale prodotto nella trascrizione dei giocatori a referto’ che però ‘non costituisce materia per un’infrazione di schieramento irregolare di un giocatore’, tantomeno ‘per produrre conseguenze sportive così gravi come la perdita di un incontro a tavolino’ non ravvisando alcuna intenzionalità o mala fede da parte madrilena. Ancora, si legge nel comunicato del giudice sportivo, ‘il Real Madrid aveva l’intenzione di iscrivere e schierare Slaughter’, vista la sua presenza nella lista consegnata agli arbitri, mentre Laso non si era reso conto dell’errore formale al momento della firma del referto ‘confidando nell’adempimento dell’attività degli ufficiali di gara’.
L’ultimo aggiornamento è arrivato nella serata di ieri, quando la società Valencia Basket, ha emesso un nuovo comunicato nel quale affermava la sua volontà di andare avanti procedendo con il ricorso alla Commissione d’Appello della FEB, organo immediatamente superiore. Nella nota, il club valenciano dissente dalla versione del Giudice Sportivo, ribadendo come nessun membro della propria squadra sia stato avvertito dagli arbitri della modifica al referto e non condividendo la definizione di ‘errore formale’ offerta dal giudice stesso. Il club infatti sottolinea ancora una volta come fosse Laso la persona tenuta a segnalare l’errore al momento della firma del referto e come l’allenatore del Real abbia invece firmato e quindi validato il documento stesso. La società in particolare, cita gli articoli del Regolamento della FEB secondo cui le sanzioni per schieramento irregolare di un giocatore vanno dalla sconfitta a tavolino alla ripetizione, in caso di mancanza di intenzionalità o mala fede come indicato dal Giudice Sportivo, dell’incontro in assenza del giocatore coinvolto.
Ognuno può sicuramente avere la sua opinione al riguardo ma quello che appare chiaro è la mancanza di mala fede, o di qualsiasi coinvolgimento, da parte del Real. Un club di questo calibro infatti, ma in generale qualsiasi club, professionistico o dilettantistico che sia, non ha certamente bisogno di ricorrere a questi mezzi per vincere. Oltretutto il giocatore in questione è già coinvolto nella vicenda del passaporto riportata all’inizio di questo articolo, e la stessa società ha già agito in modo da dare un’immagine di pulizia e correttezza in merito alla questione. E’ quindi totalmente da escludere qualsiasi responsabilità da parte del Real, semplicemente per il fatto che correre un rischio del genere, specie a questo livello, è stupido oltre che inutile. Poi c’è la questione ‘legale’ della vicenda. Si è prodotto l’errore nel referto, Duran e Laso lo hanno firmato e Slaughter ha giocato. Non è dato sapere quando Valencia si sia resa conto dell’errore, se durante o dopo la gara, ma è sicuramente fuori discussione che è diritto totale e assoluto del club quello di protestare e procedere per vie legali. Non si può discutere infatti, se il club valenciano abbia visto o meno Slaughter nel riscaldamento, se Duran si sia accorto o meno dell’assenza dell’americano a referto, se sia stato avvisato o meno dall’arbitro o se a sua volta abbia avvisato o meno l’arbitro dell’intenzione a procedere con il ricorso: l’unica certezza è che Valencia aveva la possibilità di effettuare il ricorso e l’ha fatto. Quello su cui si può discutere è il carattere ‘etico’ dell’intera vicenda: il campo ha dato un risultato, che è la vittoria del Real. Il giocatore coinvolto è abitualmente protagonista con la squadra di Laso, quindi non si è trattato di un caso anomalo vederlo in campo. Non c’è neanche da discutere sulla volontarietà o meno dell’episodio dal momento che pur sforzandosi, non si riuscirebbe a trovare un intento ‘truffaldino’ nel non iscrivere a referto e poi schierare un giocatore. Esiste sicuramente una procedura e questa deve essere rispettata, ma esiste anche il gioco ed il suo spirito: la speranza degli appassionati di pallacanestro che condividono il vero spirito di questo sport può essere solo quella di augurarsi che una serie così spettacolare ed emozionante continui a far parlare di sé per ciò che avviene all’interno del campo di gioco, e che il risultato della serie non sia inficiato da queste vicende. Nel frattempo stasera si gioca gara 4, ma seguiranno aggiornamenti.
Di Alex Tarallo