Lettera aperta di Francesco Iellamo: 20 anni di Virtus Roma
La lettera aperta di Francesco Iellamo che ha lasciato la Virtus Roma dopo 20 anni
(Ciamillo & Castoria)
Ho cominciato a lavorare per la Virtus Roma nell'estate del 1996, alla fine della stagione Nuova Tirrena e mi piaceva l'idea di raccontare uno spaccato di questo lungo periodo vissuto da addetto ai lavori.
Per questo ringrazio Sportando che mi ha consentito di farlo.
Ho avuto l'onore e la fortuna, un privilegio per una persona innamorata di basket, di lavorare accanto a grandi uomini, alcuni autentici mostri sacri di questo sport.
Da loro ho sempre cercato di assorbire nozioni, consigli, linee guida, principi di base da applicare alla gestione del mio lavoro e da ciascuno di loro ho appreso molto.
Comincio con Gino Natali, dal quale ho imparato le basi della gestione di una società di pallacanestro e soprattutto che la così detta "chimica di squadra" non si applica solo ai giocatori, ma è un fattore che si deve cercare in tutto lo staff, altrimenti anche comprando grandi campioni ma si vincerà mai niente.
Curiosamente gli stessi principi e modo di fare li ho ritrovati anche nell'ultimo grande G.M. di Roma Nicola Alberani, al quale devo molto sia dal punto di vista sportivo che lavorativo ed umano .
Ricordo Massimo Cosmelli, uno che ha partecipato a più di una Olimpiade con la Nazionale e che non lo ha mai fatto pesare , a differenza dei nessuno che amano atteggiarsi a manager sportivi.
Ho un bellissimo ricordo del periodo di Presidenza di Giovanni Malagò, capace di ascoltare con la stessa attenzione l'impiegato come il Presidente di Lega, perchè il rispetto si deve a ognuno , non solo a chi ci conviene.
Roberto Brunamonti, dal quale ho appreso che la forza di una società non risiede nei soldi a disposizione, ma dai trofei che si hanno in bacheca, uno che mi ha insegnato quanto sia importante stabilire buoni rapporti con tutte le altre squadre, non calcolando "noi che vantaggio ne abbiamo?", perchè quella che è la richiesta odierna di una sarà la necessità di Roma domani.
Fulvio Polesello, il grande capitano del Banco, un altro che non ha mai fatto notare come egli rappresentasse l'immagine vincente di Roma cestistica e per questo mai completamente accettato.
Giuliano Mecozzi, del quale sono orgoglioso di considerarmi amico, la signorilità e la gentilezza fatta persona; anche lui esempio di Manager vincente, considerato quasi una macchietta da coloro il cui Q.I. cestistico è prossimo allo zero.
Ario Costa, del quale ogni estate ci si augurava il ritorno, sperando, dopo averlo così tanto apprezzato come Team Manager, di averlo come G.M.
Giorgio Bottaro, che con la sua grande carica di umanità, tipica del sangue romagnolo, insegna come un Team Manager abbia due facce: una in giacca e cravatta da Direttore e l'altra in tuta a fareil "galoppino", rimanendo però sempre lo stesso.
Vorrei parlare dei grandi giocatori che ho avuto il piacere di conoscere, troppo facile dire dei vari Obradovich, Parker, Myers, Lorbek, Bodiroga, Datome ....
Allora lasciatemi ricordare il compianto Davide Ancilotto, il suo fare il " pistolero" dopo una tripla impossibile. Emiliano Busca, uno che ha dato due ginocchia alla Virtus, a cui furono negati due biglietti omaggio perchè ormai era un ex. Davide Bonora, capace di passare con estrema naturalezza dal campo di gioco a dietro una scrivania, come se lo avesse fatto da sempre. Alessandro Tonolli, colui che in uno sport che non riconosce più bandiere ha dedicato tutta la propria esistenza di basket giocato a Roma, esempio che avrebbe dovuto essere gelosamente ed orgogliosamente incastonato nei quadri societari.
Un pensiero affettuoso ai "miei" ultimi giocatori, ai quali auguro di ritrovare se stessi e la gioia di giocare insieme, base dalla cui ripartire per trovare gioco e fiducia .
Difficile parlare dei vari allenatori che si sono succeduti (solo di uno ho un pessimo ricordo, credo perchè lo considero una persona esecrabile dal punto di vista umano).
Allora ecco Attilio Caja, tornato ora in gioco solo per amore di Roma; Marco Calvani, capace di raggiungere la finale più bella, perchè assolutamente inaspettata; Valerio Bianchini, colui che è in grado di trasformare un meeting pre-gara in una lezione di storia, filosofia e politica e riuscire contemporaneamente a spiegare il piano gara ai giocatori; Cesare Pancotto, un vero gentiluomo, per troppo poco tempo rimasto a Roma; Piero Bucchi, il coach che ci ha riportato nell 'olimpo del basket che conta davvero; Jasmin Repesa, la grande umanità e simpatia unite a professionalità e competenza; Nando Gentile, bruciato dall'incapacità gestionale che gli ha affidato un compito gravoso senza supportarlo come si dovrebbe fare con un allenatore agli inizi; Matteo Boniciolli, rivisto con piacere quest'estate: come dimenticare un coach in piedi esultante sul cubo al Palaeur? Anche lui troppo poco tempo rimasto; Luca Dalmonte, l'allenatore con cui mi sono scontrato di più, ma quando si è Uomini si può anche non essere d'accordo, ma ci si rapporta sempre con lealtà e franchezza, dicendosi le cose in faccia; Guido Saibene, utilizzato come capro espiatorio e trattato in maniera indegna, dimenticandosi dei molti anni passati con Roma .
Ringrazio tutti coloro che ho incontrato in venti anni di pallacanestro, dirigenti con cui ho lavorato o mi sono imbattuto; giocatori di Roma e delle squadre che abbiamo affrontato, alcuni campioni ed altri meno; gli addetti ai lavori; tutti quelli dell'ufficio tesseramenti alla F.I.P. con la doverosa citazione alla Mitica Signora Margherita Costa e colei che Le ha succeduto Patrizia Urbinati; la Lega Serie A con il sempre disponibile Francesco Riccò; la Legadue con Paolo Marino .
Saluto con grande affetto tutti coloro che in tanti anni considero ormai degli amici: la Banda dei Rilevatori Statistici, in particolare Gigi Bottillo ed Andrea Agates; Bebo Rubini e prima di lui Fabio Tosi; Tonino Santapaola .
Infine un grazie di cuore a coloro che hanno camminato insieme a me in questi lunghi anni, persone che ho imparato a conoscere ed apprezzare, sconosciute ai più, ma che sono state o continuano ad essere le uniche e vere colonne portanti di questa Virtus Roma; coloro che col lavoro quotidiano consentono alla Società di andare avanti: mi riferisco alle ex segretarie sportive Martina Marani prima e dopo Claudia Marcis; l'ex responsabile della biglietteria Roberto Cioffarelli e Michela Naim; Antonella Giuliano, la segretaria amministrativa da circa 23 anni; Lucio De Fazi, "Il Massaggiatore" dai tempi del Messaggero e da ultimo il veterano, piccolo grande Uomo Ferdinando Cavaliere, "Il Magazziniere".
Un grosso in bocca al lupo a tutti coloro che restano a lavorare nella Virtus Roma .
Francesco Iellamo
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