Boniciolli: L'errore più grande non tagliare qualcuno dopo l'arrivo di Rosselli
Boniciolli: Carraretto cresce bene come dirigente, però io un GM da fuori, uno che non sia preda della solita affettività dell’ambiente, lo prenderei.
Matteo Boniciolli è tornato a parlare della Fortitudo Bologna che ha lasciato nel corso della stagione per problemi di salute.
Questo un estratto delle sue parole rilasciate a Walter Fuochi su Repubblica (via Bolognabasket).
Il saldo, attivo o passivo? Attivissimo. Arrivai quando altri tecnici chiamati dicevano: in B non scendo. Vado via che c’è la fila alla porta. Qualcosa l’abbiamo fatto. Aver rimesso la Fortitudo al centro del villaggio m’inorgoglisce, ho sul desktop la foto di gara 3 con Treviso un anno fa, il PalaDozza stracolmo e colorato, e vorrei ringraziare tutti quelli che hanno contribuito all’impresa. Poi, per strada c’è chi mi ferma con affetto e chi mi tirerebbe sotto in macchina. Ho un carattere che divide, non cambierò a 56 anni.
Venni qui che pareva di atterrare sulla luna. Pavani stava in un ufficetto al palazzo e ora abbiamo la più bella foresteria d’Italia. 4,5 milioni di incassi generati in tre anni. Ma ero convinto di salire, è andata male, e il risultato mancato m’amareggia e mi sfinisce di analisi, giorno e notte.
Quest’anno squadra costruita male? La fredda cronaca. Senza sapere che squadra siamo, perchè in precampionato avevo perfino sospeso un’amichevole per carenza di giocatori, esordiamo a Udine in sette. Vinta. Finchè siamo pochi vinciamo, quando cresciamo cala il rendimento. Errore mio: eravamo troppi, dovevo tagliare un italiano quando arrivò Rosselli. Non lo feci, mea culpa.
Amici preso perchè eri certo di cambiarlo? No, di aiutarlo a cambiare. Ci ha provato, qualcosa s’è smosso, ma Alessandro è due persone diverse, fuori e dentro il campo. Dentro, un’emotività non gestibile, ma resto convinto sia un giocatore dell’altro mondo. Solo che tu lo levi e lui ti guarda stupito: perchè io? E sbrocca. L’ultima volta che prese tecnico gli feci: al prossimo non ci diciamo niente, vai sotto la doccia, fai la borsa e fili a casa.
L’errore più grande? L’errore degli errori è quello: il taglio non fatto, scelta peraltro condivisa da tutti, in società.
GM. Pavani è un presidente che pensa al basket 24 ore su 24, ha quel rapporto di totale identificazione con la Fortitudo tipico del tifoso che piglia i comandi e sogna il risultato che farà storia, ma intanto ha pagato gli stipendi con regolarità svizzera. Carraretto cresce bene come dirigente, però io un GM da fuori, uno che non sia preda della solita affettività dell’ambiente, lo prenderei. Non mi crederà nessuno, ma lo chiesi già l’estate scorsa. Il doppio ruolo non lo volevo più.