Quintetto ideale Serie A: giornata 20
Ecco il primo quintetto e sesto uomo, con annesso MVP, della ventesima giornata del campionato di Serie A
Ecco il quintetto della settimana Sportando, che vede gli ingressi in pompa magna di Josh Carter, Marc Trasolini.
Quintetto:
Andrea Cinciarini, PM, Grissin Bon Reggio Emilia: il Bigi mormorò “non passa lo straniero”. Qualcuno invece lo urla a squarciagola ad ogni domenica di basket reggiano; trattasi di Andrea Cinciarini, che si conquista un secondo invito agli (MVP) Sportando con una prova di impatto e raziocinio, che permette alla Grissin Bon di passare all’incasso sul parquet casalingo per la nona volta su dieci gare. Lo score di Cincia è prezioso e multiforme: 18 marcature, 6 rimbalzi, 9 assist e 3 recuperi per 32 di valutazione. Fedele al suo stile non si snatura al cospetto di un Dyson che lo distanzia in atletismo e rapidità, mettendo in ritmo prima i compagni e poi sé stesso. 7/9 da due per far danni in area e aprire la scatola difensiva per il White di turno. I playoff sembrano conquistati, ma il ruolino in trasferta non deve lasciar tranquilli: una vittoria su 10 gare giocate lontano da casa (con l’ultima in classifica per la cronaca) sono uno score inaccettabile per un team ambizioso come la Reggiana.
Drake Diener, G, Banco di Sardegna Sassari: prima del buzzer da metà campo in coppa pareva il cugino scarso (non Travis, un altro immaginario), poi da quel tiro folle ha ripreso fiducia e si è rimesso a macinare punti come un mulino ad orario continuato. Si scatena sui malcapitati canestri del Palasport di Masnago, facendo piovere sulla testa di Frates (che pagherà con la panchina) e soci 25 punti conditi da 5 triple e una precisione da cecchino sovietico. La sua giornata decisamente sì permette al Banco re di coppa di costruire 112 punti a referto con il record di sempre in percentuale di triple con più di 20 tiri tentati (17/23 il finale). Probabilmente la gara di Travis è ancora più incisiva e globale, ma è lui che rivolta le trappole difensive che Frates aveva in mente e manda in confusione la fanteria leggera della Cimberio, costringendola a seguirlo sui blocchi dove crea spazio per sé e per i compagni. E pensare che una volta qualcuno quando firmò a Castelletto Ticino lo bollò come moribondo.
Josh Carter, AP, Montepaschi Siena: con tutto il fuoco che aveva dentro poteva accenderci un falò. Invece decide che magari al posto del legno potrebbe dedicarsi alle retine e quelle del PalaTaliercio gli sembrano subito davvero invitanti. Dopo un paio di constatazioni amichevoli con il ferro prende bene la mira e sulla difesa della Reyer Venezia calano le tenebre. Chiude con uno score dall’arco dei tre punti notevolissimo e registra 23 punti, 4 rimbalzi, 3 recuperi e 3 assist per 30 di valutazione. Segna in uscita dai blocchi e piedi a terra sugli scarichi; in difesa cambia tre uomini sistematicamente e raddoppia il play avversario per forzare il recupero sui tagli sbagliati; grazie alla sua intensità Venezia fa collezione di palle perse e finisce per gettare alle ortiche la partita dopo averla giocata alla pari. Probabilmente non è uno dei giocatori più spettacolari del campionato e nemmeno tra i più continui nel rendimento, ma si tratta di uno che sul parquet sa farsi rispettare e nella situazione di incertezza della Mens Sana in questo difficile momento societario lui ha il dovere, per cifra tecnica fisica e tecnica superiore alla media del roster, di essere uno di quelli che remeranno senza sosta fino al traguardo.
Marc Trasolini, AG, Victoria Libertas Pesaro: a Pesaro votano per il partito “rookie al potere” e la prima vittoria casalinga di sempre in serie A nel derby marchigiano contro Montegranaro è il manifesto del movimento che prende piede. Due sono i rookie che entrano nel quintetto Sportando (e potevano anche essere tre), ma se di Anosike ormai sappiamo annessi, connessi ed affini, molto meno è il livello mediatico riservato a Marc Trasolini. Il ragazzo canadese di Santa Clara University si guadagna il posto nel quintetto della settimana con una prova da 18 punti, 12 rimbalzi e 26 di valutazione contro la Sutor, che vale a Pesaro una capitale vittoria per la corsa alla salvezza (ribaltata anche la differenza canestri, che a fine stagione potrebbe essere decisiva). Trasolini mostra dei buoni movimenti offensivi e qualche pausa difensiva per eccesso di morbidezza (ma del resto nemmeno al college brillò mai per doti nella sua metà campo), ma questa volta alla Victoria Libertas va benissimo anche così. Alla resa dei conti c’è ancora molto; uno step ulteriore nel rendimento sarebbe graditissimo a coach Dell’Agnello.
O.D. Anosike, C, Victoria Libertas Pesaro: O.D. come Ormai Dominante Anosike. Sinceramente non ci sono parole per descrivere la strapotenza e prepotenza agonistica di questo giocatore. Il Top rebounder in NCAA la passata stagione (e si capisce bene il perché) questa volta si prende una pausa di riflessione con i tabelloni e decide di dedicarsi ad altro, come la difesa ad esempio e poi l’attacco dalla media distanza, forzando il meno mobile Jamie Skeen a seguirlo e costringendolo a farsi battere sul primo passo una volta sì e l’altra pure. Alla fine di rimbalzi ne cattura solo 7, ma si consola con 21 punti, 10 falli subiti (a proposito: tiri liberi questi sconosciuti), 2 recuperi e 2 assist. Il suo agente non lo ha visto dal vivo perché si trovava al Forum a vedere Brock Motum…considerato lo spettacolo un pomeriggio nelle Marche era da preferirsi.
SESTO UOMO:
Stefano Gentile, P, Acqua Vitasnella Cantù: il fratel…ah no! Stefano Gentile, nel nome, ma non nei modi con cui tortura la retroguardia di Frank Vitucci in quel di Avellino, è il sesto uomo della settimana e ci sono tanti e validi argomenti per questo premio, ad esempio 24 punti con 4 triple, 2 rimbalzi, 3 assist e 25 di valutazione. La completezza tecnica di Gentile sotto Scaripanti ogni domenica diventa maggiore. Dove non arriva il talento arriva l’impegno. Spinelli e Lakovic diventano matti a cercare mosse per fermarlo, Vitucci probabilmente gli concede troppo spazio pensando a coprire i pericoli numeri uno e due (Ragland e Aradori), ma si scorda di chi può pescare dalla panchina il suo collega avversario; per la verità non moltissimo, ma ne basta uno solo se quando entra in gioco l’impatto si rivela essere questo.