Minucci sulla presidenza Lega Basket: Dobbiamo valorizzare la qualità del nostro prodotto
Minucci parla del suo prossimo incarico come presidente di Lega Basket. Nell'intervista fa anche riferimento a Siena: 'Siena rappresenta il passato, il futuro è la Lega, anche se cercherò di mutuare le esperienze positive'
Ferdinando Minucci, GM della Mens Sana Siena e futuro presidente della Lega Basket Serie A, a partire dal primo luglio, quando andrà a prendere il posto di Valentino Renzi, ha parlato a Il Mattino.
Se ne riportano alcuni degli estratti principali.
Presidenza Lega Basket. Se 14 società mi hanno dato la fiducia, ed hanno voluto che cominciassi a prendere il ritmo, seguendo con discrezione il lavoro di Valentino, significa partire di rincorsa, e non da zero. Nel frattempo preparo il mio progetto che porterò all' assemblea appena possibile.
Artefice dei successi Mens Sana ma ora la società vive un momento tartagliato. Siena non sta vivendo un momento facile, in quanto legata al Monte dei Paschi, con gli avvenimenti recenti che ci hanno messo un po' in difficoltà. Siena rappresenta il passato, il futuro è la Lega, anche se cercherò di mutuare le esperienze positive. Ma porterò con me soprattutto quelle esperienze che ho fatto prima di entrare nella Mens Sana basket a livello di marketing, pubblicità e promozione, delle quali mi occupo dal 1987. Un'esperienza che mi spingerà verso una maggiore ricerca di immagine del nostro movimento, che è fondamentale per poter attingere alle risorse del mercato. Ci deve essere disponibilità a parlae con chi si impegna per 365 giorni all'anno, come i giornali e le emittenti locali.
Visibilità uno dei problemi maggiori del basket. Dobbiamo valorizzare la qualità del nostro prodotto. Mi piacciono tutti gli sport, ma ritengo il basket il più bello, per la tecnica, l'intelligenza, per il fatto di poterlo giocare in un ambiente più accogliente rispetto, ad esempio, al calcio. È uno sport per le famiglie, che nelle altre parti del mondo è molto più apprezzato. Penso si possano anche mutuare delle soluzioni per cercare di diffondere la cultura sportiva che c'è in Italia ed Europa con quelle che possono essere delle innovazioni utili a valorizzare il prodotto. Poi c'è la crisi, così radicata, forte, che può essere un'opportunità per coinvolgere tutti in un unico grande progetto. Questa è la mia idea, la mia convinzione. Le divisioni che ci sono in campo devono essere abbandonate per trovare un unico linguaggio, un unico elemento di congiunzione che è proprio il prodotto. Anche perché se lo valorizziamo i benefici ci saranno per tutti.
Rivalità tra società aspetto più difficile da superare. Forse uno dei motivi che hanno spinto i presidenti a darmi fiducia è perché sono uno di loro, conosco i problemi delle società, le difficoltà, i meccanismi che uniscono e che dividono. Cercherò, nel limite delle mie capacità, di mettermi a disposizione per superare questo ostacolo, anche perché la sensazione che ho avuto fin dall'inizio, tranne qualche eccezione, è che sia stato apprezzato quello che ho fatto in Lega, e che abbia le potenzialità per dare una svolta a questo movimento. Un impegno difficile, forse è nel momento peggiore, ma le sfide sono l'elemento che caratterizzano le persone come me. È una sfida che ho voluto accettare, forse la chiusura di una carriera nel mondo del basket. Ma spero di avere la possibilità di fare cose interessanti, che possano spingere il prodotto verso quella visibilità, quella forza intrinseca che non siamo riusciti ancora a tirar fuori.
Tensione nei palazzetti (si fa riferimento ai Daspo dati ai tifosi di Milano). Credo che la Lega possa solo plaudire a chi prende iniziative tese a stemperare gli animi ed unire le tifoserie in un unico grande messaggio, che è quello di sostenere la propria squadra ed avere rispetto delle regole, per non penalizzare la squadra stessa. È un fatto culturale, di abitudine. Posso dire che la nostra squadra, al termine della finale di coppa Italia, è andata ad applaudire Sassari che ha vinto, così come hanno fatto i nostri tifosi. Secondo me il compito di tutti è di dare il buon esempio, e se ci riusciamo, probabilmente facciamo un salto di qualità, anche se, tranne rarissime eccezioni, vedo bambini che giocano al termine delle partite, famiglie intere con le sciarpe delle squadre che sostengono. Non mi sembra che ci siano casi eclatanti, tranne eccezioni che riguardano però delle minoranze. Il basket penso abbia fatto passi importanti in questo campo, non ci sono episodi di violenza come in altri sport, e spero che in futuro si possa migliorare ancora".
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