Renzo Cimberio spiega il dissenso verso gli ultras contestatori
Le parole del main sponsor di Varese
Renzo Cimberio, main sponsor di Varese, ha spiegato il suo dissenso nei confronti degli ultras contestatori.
Come scrive La Prealpina, Quello striscione che contestava il mercato della società e l'impegno dei giocatori era un errore. Un gesto spontaneo valso più di mille parole con cui Renzo Cimberio ha voluto replicare al coro dedicatogli dagli Arditi nel pieno duello verbale tra gli ultras e il resto del Pala Whirlpool.
Ecco le parole di Cimberio, sempre tramite La Prealpina.
“Non sono l'eroe della giornata, il mio è stato un rimprovero quasi paterno nei confronti di persone che considero amici ed in quel momento stavano sbagliando. Un gesto che fa parte del mio carattere: se vedo una cosa che ritengo sbagliata lo dico subito. E, a mio avviso, quello striscione che contestava il mercato della società e l'impegno dei giocatori era un errore. All'intervallo tra primo e secondo quarto ne ho parlato anche con Toto Bulgheroni, mio vicino di posto in parterre, ed entrambi abbiamo giudicato inopportuna la contestazione. Volevo alzarmi per chiedere ai tifosi di rimuovere lo striscione, ma poi ho preferito rinunciare perché volevo spiegare bene le mie ragioni. Quando poi è partito il coro nei miei riguardi, ho reagito d'istinto evitando sceneggiate, ma alzando il braccio per chiedere di togliere i cartelli. La mia non era una "squalifica" nei confronti di un gruppo che ho sempre aiutato quando mi ha chiesto sostegno per le trasferte. Però, non è giusto criticare in quel modo in un momento così difficile: quella contro Pesaro era una partita nelle nostre possibilità e c'era bisogno di infondere coraggio alla squadra, non tagliarle le gambe come poteva avvenire con una contestazione del genere. Quello striscione non rispecchia la realtà delle cose. Certamente sono stati commessi errori in campagna acquisti ma il budget attuale è molto inferiore e non siamo stati fortunati come nella scorsa annata quando avevamo scovato un fenomeno come Dunston. Un giocatore che nessuno conosceva direttamente così come Hassell e che si era rivelato una scelta azzeccatissima; purtroppo trattenerlo era impossibile a livello economico. Probabilmente le scelte non sono state tutte indovinate ma si è fatto secondo le possibilità economiche. La curva ce l'ha con Frates ma non è l'ultimo arrivato per esperienza e capacità; è esigente ma c'è un complesso di cose di cui tenere conto. Anch'io ho criticato Vescovi per non aver risolto subito la situazione Coleman che ha rischiato di rovinare lo spogliatoio, poi ho capito le scelte della società, legate alla situazione contrattuale. Ora il suo allontanamento e il successivo innesto di Banks hanno cambiato spirito e morale della squadra: pur non al meglio della condizione, ha dato brio ed entusiasmo contagiando anche Polonara e Sakota. Dalla reazione d'orgoglio di domenica dobbiamo ripartire per crescere. Arditi? Spero che capiscano il mio gesto e tornino per tifare Varese. Domenica il sostegno di Masna-o ha dato morale ai ragazzi ma abbiamo bisogno di tutti. Schierarsi contro squadra, allenatore e società non serve a nulla. Se non ci fossero Vescovi, Lo Nero e Coppa dove sarebbe oggi la Pallacanestro Varese? C'è chi vuol cambiare mezza squadra, ma chi paga? Cimberio non è Armani, io non posso fare lo sponsor per tutta la vita, sono momenti duri per tutti. Certo, sono stati commessi degli errori e la società li ha ammessi; capisco chi fa sacrifici per sta operando per migliorare la situazione”.
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