Luca Banchi: Voglio giocatori che mostrino passione per ciò che fanno
Le parole del coach dell'Olimpia Milano
Nel giorno del Media Day di Euroleague che è stata occasione anche per svelare le nuove maglie blu per la prossima competizione europea che si chiuderà al Forum d'Assago, Luca Banchi ha parlato con La Gazzetta dello Sport.
Il coach delle scarpette rosse ha fatto una panoramica a 360° dei suoi primi mesi in sella alla squadra lombarda.
Ecco gli estratti principali dell'intervista.
"Voglio appassionare la squadra, appassionare la gente col nostro gioco. Voglio giocatori che mostrino passione per quello che stanno facendo, non solo l'impegno per il contratto, per ciò che gli chiedo: solo così ci faremo apprezzare e amare dal pubblico, solo se la squadra sarà combattiva, coriacea, determinata e vincente le cose funzioneranno.
Cosa porto da Siena. Sono due esperienze non paragonabili, so che quello che funzionava la non è detto che sia vincente a Milano. Non mi piace parlare di filosofia, ma ho uno stile. Se verrà riconosciuto come quello di Siena per qualità del lavoro, combattività, energia mi farà piacere. La mia Mens Sana è stata differente dalle precedenti perché mai come prima questi valori sono stati riconosciuti come motivo del successo. Prima Siena vinceva per il budget, i giocatori strapagati, gli arbitri, il clima, la città.. E' questa diversità che ha creato l'opportunità di essere qui.
Da chi è stato creato il roster. Le dinamiche sono chiare, ho un referente che è il g.m. Portaluppi e c'è il presidente che guida il progetto, tre figure che interagiscono nel rispetto delle esigenze. Ho ereditato 10 contratti in essere e la società ha accettato che individuassi solo tre giocatori, Gentile, Langford e Melli come elemento di continuità sul quale indirizzare il mercato. A questo ho cercato di aggiungere quanto di meglio ci fosse nel rispetto di un budget e delle aspettative di Milano. Non posso dire di aver centrato tutti i nostri obbiettivi, ci siamo mossi pubblicamente, mi sarebbe piaciuto lavorare un altro anno con Hackett. Ma sono contento di quello che abbiamo fatto e del rapporto di collaborazione nel club. Abbiamo puntato su giocatori che possono raggiungere qui un livello superiore a quello del loro arrivo. Nel passato recente, ad eccezione di Gallinari, non vedo giocatori o tecnici usciti più forti dall'esperienza a Milano. Oggi solo attraverso il miglioramento dei nostri giocatori potremo raggiungere gli obiettivi che vogliamo.
Jerrells ed Haynes. Non hanno un pedigree consolidato ad alto livello. Il loro valore va proiettato nel futuro, non nel loro passato come succedeva coi Fotsis o Bourousis. Lo stesso vale per il pivot, Samardo Samuels. Portano la feroce determinazione di dimostrare che valgono il livello alto al quale aspiriamo. Va compreso che Milano, soprattutto in Europa, è ancora marginale e non ha il fascino né i soldi per attirare i grandissimi nomi.
David Moss nel ruolo di Gentile. David è il giocatore che può funzionare meglio al fianco di Alessandro e Langford e il meglio che possa loro capitare: mette la squadra sempre al primo posto, non vedo concorrenza ma complementarietà. Anche Langford ha ancora margini di miglioramento: se resta quello che è stato non riusciremmo a diventare così forti come mi auguro. La concorrenza c'è: non è possibile fare squadre competitive senza grandi giocatori….
Strafavoriti. Fa gioco dirlo agli avversari, lo so perché sono stato dall'altra parte della barricata... Dobbiamo essere favoriti perché vinciamo non il contrario, il mio compito è scolpire una mentalità nella squadra che oggi non ci appartiene. Il grande passato Olimpia è troppo lontano".
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