Ranking Serie A 2013-2014: da 9 a 12
Secondo quarto del nostro ranking per il prossimo campionato di serie A
9) ENEL BRINDISI
Lo scorso anno si squagliò come neve al sole nel girone di ritorno, ma quest’anno Brindisi vorrebbe a tutti i costi centrare i playoff e secondo la nostra opinione potrebbe anche riuscirci. Per il momento riteniamo che sulla carta ci siano 8 squadre migliori, ma questi pronostici potrebbero essere facilmente sovvertiti qualora coach Piero Bucchi riesca a imprimere il sacrificio e la difesa nella mente dei nuovi, quello che non riuscì a fare lo scorso anno. Il roster si presenta rinnovato ed arricchito: Michael Snaer è uno degli undrafted più interessanti, ma dovrà adattarsi al ruolo di ala piccola a cui nemmeno al college era abituato. Il sistema Bucchi è chiaro: 3 giocatori attaccano dal palleggio e due fanno legna e legnate sotto canestro. L’ultima settimana ha portato in dote al coach di Brindisi il centro nigeriano Alade Aminu, per rimpiazzare Akin Akingbala. Sicuramente la squadra perde qualcosa in tecnica e attacco, ma guadagna enormemente da un punto di vista difensivo, cosa che non è detto che si riveli un male data la quantità di bocche di fuoco presenti di cui almeno 4 sono da 15/16 punti a gara. Il go-to-guy da quanto emerso nelle prime uscite sembra poter essere Ron Lewis. La guardia americana si è dimostrata tra i più freddi e cinici nell’andare a canestro e far lievitare il punteggio in diverse maniere. Il pacchetto italiani si è arricchito della preziosa “consulenza” di Massimo Bulleri, uno che al di là dell’età sa ancora fare le cose giuste quando necessario. Si può parlare comodamente di squadra dal grande potenziale sia difensivo che offensivo. La mettiamo ai piedi della zona playoff, pronta ad attendere qualche sbaglio da parte di squadre più blasonate e dotate tecnicamente.
10) GRISSIN BON REGGIO EMILIA
Magari Alessandro Frosini ci smentirà, ma fino a questo momento non consideriamo la Reggiana capace di poter emulare la stagione passata, nonostante sia arrivato nell’ultima settimana anche il pezzo da 90 James White. La squadra è sicuramente più rodata, ma non sembra rinforzata rispetto all’anno passato e ha solo 4 certezze: il play della nazionale, Antonutti, Brunner e Bell. Tutto il resto del roster pare una vera scommessa: si vuole puntare su Ojars Silins da 4 e dare maggiori minuti a Cervi per cambiare Brunner. Che i due siano pronti per garantire un rendimento da playoff non ci scommetteremmo allo stato attuale delle cose. In tutto questo avendo anche l’Eurochallenge sarebbe stato probabilmente più saggio allargare il roster a 12 giocatori inserendo soprattutto un lungo. I lunghi di Reggio Emilia meritano un approfondimento: la squadra soffrirà sicuramente centri atletici e rimbalzisti, perché nelle nostre proiezioni riguardanti la media di rimbalzi a gara prevista per la prossima stagione la Grissin Bon si piazza ultima con 28,87 a gara. Troviamo non propriamente comprensibile come una squadra dotata già di un gioco ben definito e specialmente di un sistema difensivo tra i migliori in Italia non abbia inserito sotto canestro un centrone atletico che potesse dare una mano a Brunner e coprirlo anche su inevitabili problemi di falli o infortuni che potrebbe rischiare durante l’arco della stagione avendo 33 gare minimo tra regular season ed Eurochallenge. Questa situazione porterà inevitabilmente a snaturare i giocatori giocando magari spesso con James White da ala forte. Ad analizzare bene la situazione la Reggiana pagherà anche qualcosa dall’arco dei 3 punti, dove è accreditata del 34,16% di relizzazione complessiva. Grande lavoro attende Max Menetti quest’anno se vuole continuare con i fasti della scorsa annata, quando quasi tutte le squadre passate dal PalaBigi sono andate via senza punti. La conclusione a cui giungiamo è che la Grissin Bon non si sia indebolita, ma alla luce dei miglioramenti delle altre squadre per fare il salto di qualità ci voleva qualcos’altro.
11) GRANAROLO BOLOGNA
Un’estate sicuramente turbolenta da un punto di vista contrattuale quella che ha passato la Virtus Bologna nella prima estate da presidente di Renato Villalta. La squadra è stata affidata al saggio Bruno Arrigoni che consegna un roster rinnovatissimo, intrigante, ma con qualche inevitabile azzardo. Analizziamolo. La squadra lo scorso anno poteva contare su Gigli e poco altro sotto canestro e allora il GM si cautela con le firme di Jerome Jordan (dalle Filippine ma con passato NBA) e Shawn King. La coppia ammesso che possa giocare assieme e su questo qualche dubbio resta viene poi coperta da Aristide Landi e soprattutto Brock Motum. L’australiano è la vera scoperta di Arrigoni in questa estate ed è un azzardo che potrebbe valere molto da un punto di vista dei risultati (l’obiettivo dichiarato sono i playoff). Ciò che lascia un po’ più perplessi è il settore guardie: sicuramente Casper Ware è un grande talento, ma pare veramente destinato a soffrire contro giocatori più alti e fisici di lui. Inoltre l’affiancamento con Dwight Hardy mette sostanzialmente in campo assieme due giocatori che amano avere la palla in mano e che non sono esattamente l’ideale per mettere in ritmo i compagni; a Bechia l’arduo compito di bilanciare la squadra. E’ nel settore ala piccola che la squadra sembra avere le maggiori lacune: con Matt Walsh decisamente sottomisurato e Viktor Gaddefors che va sempre a intermittenza. Elogi per aver risolto le questioni Fontecchio (diretto in America e poi convinto a restare) e Landi, mentre lo spinoso caso Poeta è rimasto senza soluzione, in una situazione in cui ci stanno perdendo tutti, perché Villalta continua a pagarlo e lui continua a non giocare. Piuttosto comprensibile l’ipotesi che si arrivi prima o poi ad una soluzione utile per entrambi. A questo punto della stagione non consideriamo Bologna una squadra capace di centrare i playoff, perché il talento nel roster c’è, ma è una squadra che in difesa sul perimetro faticherà non poco e nella quale si rischia un facile squilibrio di punti sul settore guardie.
12) VANOLI CREMONA
Luigi Gresta dopo la cavalcata strepitosa della scorsa stagione disse che avrebbe voluto tutti i giocatori indietro anche per quest’anno. Decisamente non sembra andata così, con i soli Jackson, Chase e Conti rimasti a Cremona, ma la squadra che è stata allestita sembra poter essere ancora più rognosa e interessate dell’anno passato. Premettendo che ancora deve essere completata con un bosman (Robinson è solo in prova) e un altro italiano, ciò che ci presenta la nuova Vanoli è sicuramente un maggiore incremento di talento. In zona play si passa dal confusionario Aaron Johnson al talento cristallino di Ben Woodside, lo scorso anno miglior assist man nel campionato turco e ideale indiziato a predicare il basket veloce e intenso che vuole Gresta. Le conferme di Jackson e Chase confermano l’ossatura di guardie della salvezza e già mettono la Vanoli in una posizione di assoluta tranquillità per quanto concerne il backcourt, rintuzzato anche dal grande ritorno di Jason Rich. Sui lunghi per ora ha regnato la sfortuna, con Olasewere e Travis Watson liberati anzitempo per differenti problemi che ne hanno minato l’attività agonistica. Quelli che sono rimasti sono complementari e danno varietà alla manovra offensiva: Sime Sparlja è un lungo con doti di tiro, mentre Curtis Kelly stazionerà vicino al ferro per aggrappare qualunque cosa capiti lì vicino. Quasi tutti a Cremona sanno di quanto fu fondamentale in difesa la scorsa stagione Andrija Stipanovic, ed è proprio uno con le sue caratteristiche quello che manca ancora a questo roster. Completare il roster con un centro italiano (Crosariol) o con un altro comunitario sembra poter dare alla Vanoli la dimensione definitiva di squadra divertente e con grosse capacità di andare ad infastidire avversari che passeranno da quelle parti. Lo scorso anno a Cremona sono cadute tante squadre blasonate tra cui la Montepaschi Siena e non si vedono ragioni per cui anche quest’anno non dovrebbe essere lo stesso.