Serie A, il pagellone finale squadra per squadra
Un voto ad ogni squadra di Serie A
ACEA ROMA 9
La stagione della Virtus è stata fenomenale, oltre ogni più rosea aspettativa. Toti, in extremis, ha deciso di salvare la squadra e di iscriversi al campionato affidando la costruzione della stessa al giovane GM Nicola Alberani: il budget era molto limitato rispetto alle precedenti stagioni pur non brillanti e perciò tutto lasciava presagire un'annata con poche soddisfazioni. Alberani però ha azzeccato tutti gli acquisti: Jordan Taylor, PG da Wisconsin, è stato uno dei fari della squadra assieme al capitano Gigi Datome, MVP del campionato cercato dai Boston Celtics e all'ex Varese Phil Goss, una garanzia in fatto di apporto offensivo. Alberani si è mosso bene anche nel cosiddetto sottobosco, portando a Roma giocatori come Lawal, miglior rimbalzista del campionato e con doti atletiche pazzesche e due giocatori di quantità come Czyz e Lorant. La squadra, gestita magistralmente dal coach romano Marco Calvani, ha fatto una regular season impeccabile chiudendo al terzo posto. I playoff presentavano subito l'insidiosa Reggio Emilia ma Roma è riuscita con carattere a sbarazzarsene in Gara 7, dopo aver perso immediatamente il fattore campo. Non paghi, i giocatori di Calvani hanno compiuto un'altra impresa, ovvero quella di sbancare il Pianella di Cantù in Gara 6 di semifinale, gara chiave della serie nella quale la Virtus ha messo in campo tutto il cuore possibile per ribaltare un verdetto che sembrava scritto. I romani in finale hanno fronteggiato la Montepaschi Siena e stavolta non sono riusciti a smentire i pronostici della vigilia. La serie però è stata molto più equilibrata di quello che potrebbe raccontare il 4-1: Roma ha disputato due ottime partite al PalaEstra e in generale una serie importante, contro una squadra molto più abituata a vincere e lunga. Una stagione quindi eccezionale, nella quale la Virtus ha come maggior merito quello di aver riportato i romani a Palazzo e aver riacceso la passione per la pallacanestro in una piazza storica come Roma.
ANGELICO BIELLA 4,5
Dopo 12 anni in serie A, Biella è retrocessa al termine di una stagione nata male e proseguita peggio. Dopo i colpi Coleman e Pullen, quest'anno il GM Atripaldi ha sbagliato diversi giocatori, soprattutto americani: Moore, Robinson. Brackins e Mavunga, per motivi differenti, non si sono mai integrati e adeguati al campionato italiano e sono stati quasi tutti tagliati. Dopo questa falsa partenza, il GM non si è perso d'animo e ha raddrizzato il tiro portando in Piemonte gente del calibro di Trey Johnson, Taylor Rochestie e Kevinn Pinkney. Biella era sì sul fondo della classifica ma si pensava potesse disputare un buon girone di ritorno. Invece non è andata così: il play naturalizzato montenegrino ha tradito le attese così come Johnson, molto accentratore, mentre Pinkney ha predicato nel deserto. L'impressione è che a Biella i giocatori non si siano mai davvero sentiti parti di un gruppo, è mancato perciò lo spirito che ha caratterizzato due rivali dell'Angelico, Cremona e Caserta, che a livello di roster erano anche uno step sotto i piemontesi: emergono perciò le colpe dell'allenatore che forse andava salutato al termine del girone d'andata, nonostante godesse di un'ottima reputazione a Biella. L'augurio è quello di una pronta risalita anche se sarà difficile con i mezzi economici a disposizione: il pubblico di Biella merita la serie A.
DINAMO SASSARI 8
La Dinamo, passata da matricola terribile a vera e propria realtà affermata del campionato italiano dopo le due annate precedenti, si rende protagonista di una stagione di altissimo livello. Le basi le getta il bravo GM Pasquini quando, in estate, resiste alle offerte per i gioielli Travis e Drake Diener e si porta a casa un giocatore di straordinaria classe ed esperienza come Bootsy Thornton. Con il solito gioco di Sacchetti, quel corri e tira ragionato che ha fatto le fortune della Dinamo negli ultimi anni, Sassari parte subito forte avendo anche la possibilità di agganciare Varese in testa al campionato. Nel frattempo, la Dinamo deve affrontare anche l'avventura europea in Eurocup che però si ferma al girone. La squadra prosegue la personale cavalcata fatta di basket divertente e chiude il campionato al secondo posto. Nello stesso tempo, puntella il roster con due pedine importantissime come l'esterno evergreen Sani Becirovic e la giovane ala grande/centro Drew Gordon dal Partizan che contribuisce a dare più gioco interno ad una squadra che da sempre preferisce il gioco sul perimetro. La Dinamo quindi è una squadra completa e tutta Italia a questo punto si attende un Banco competitivo al massimo per il tricolore ma la stagione dei sardi termina a sorpresa ai quarti di finale, battuta in sette gare da Cantù. Dopo una serie dove il fattore campo l'ha fatta da padrona, in Gara 7 Cantù espugna il palazzo di piazzale dei Segni e vola in semifinale. La serie è stata piuttosto sorprendente: Sassari aveva tutte le carte in regola per vincere al Pianella ma non ci è riuscita e il basket più equilibrato e concreto della Lenovo ha avuto la meglio. Nonostante questa delusione, la stagione rimane sicuramente da incorniciare.
CIMBERIO VARESE 8,5
Dopo le ultime stagioni anonime, Varese in estate ha costruito una squadra interessante che si intuiva potesse far bene. Nessuno però si aspettava una stagione così incredibile: dopo una regular season dominata, la Cimberio ha chiuso al primo posto il campionato. Il merito di questa stagione è sicuramente del GM Giofré che coadiuvato da Vescovi ha fatto un lavoro eccezionale scovando giocatori semi sconosciuti in leghe minori come Adrian Banks, guardia tiratrice molto efficace e Bryant Dunston, centro sottodimensionato alla Hines che ha letteralmente spazzato via la concorrenza. Tutti i giocatori del roster, molto completo in ogni ruolo, hanno fatto una stagione sopra le righe: il play Mike Green ha guidato magistralmente la squadra e ha mostrato subito un'intesa particolare con Dunston, il capitano Ebi Ere è maturato ed è tornato ai livelli di Caserta, i giovani italiani Polonara e De Nicolao hanno avuto molto spazio e si sono ritagliati un ruolo da protagonisti. Dopo una stagione regolare perfetta dove il primato non è mai stato in discussione, Varese si è sbarazzata in 5 gare della temibile Reyer ed ha affrontato Siena in quella che secondo molti era la finale anticipata. La serie è stata molto equilibrata: perso il fattore campo in Gara 1 la Cimberio si è ricompattata ed ha portato a casa con le unghie Gara 2. La partita successiva a Siena non ha avuto storia mentre Gara 4 è stata al contrario dominata da Varese per buona parte dell'incontro ma alla fine a spuntarla è stata Siena grazie soprattutto alle triple di Brown. Dopo aver vinto Gara 5, Varese è tornata in terra toscana consapevole dei propri mezzi e con una prova solida su entrambi i lati del campo ha preso nuovamente il fattore campo grazie all'incredibile canestro di Sakota sulla sirena. Gara 7 però ha evidenziato, se ce ne fosse stato bisogno, la maggior attitudine da parte di Siena a giocare partite decisive: Siena ha preso vantaggio grazie soprattutto ad una prova mostruosa di Hackett e non si è più voltata. La sensazione è quella di un grande rammarico: questo poteva davvero essere l'anno buono per Varese. Prevale però l'orgoglio: questa squadra ha compiuto un cammino incredibile e fatto appassionare tutti i tifosi.
EA7 EMPORIO ARMANI MILANO 3
C'è poco da dire: stagione disastrosa. Partita per vincere tutto, con un budget importante e con tanti potenziali campioni, la squadra di coach Scariolo è clamorosamente uscita nel girone di Eurolega ed ha perso ai quarti sia in Coppa Italia che ai playoff. Le ragioni di quest'ennesima delusione meneghina sono da ricercare nelle dichiarazioni di Melli, assieme a Gentile l'unica nota positiva della stagione: Nicolò ci spiega come all'interno dello spogliatoio e in campo i giocatori non sono mai riusciti a trovare l'amalgama giusta. Le colpe del coach appaiono evidenti: l'allenatore è fondamentale nel creare gruppo e la sensazione è che se i giocatori avessero avuto una guida più forte e fossero entrati in una logica di squadra, l'Olimpia avrebbe dominato questo campionato. Pur con queste problematiche, infatti, ha trascinato la futura campione d'Italia a Gara 7 dove è emersa la diversa mentalità delle due squadre. Ora, con il probabile arrivo di Banchi, la situazione, si augurano tutti i tifosi milanesi, cambierà e finalmente l'Olimpia potrà arrivare fino in fondo.
ENEL BRINDISI 6+
La stagione dell'Enel è da dividere letteralmente a metà: il girone di andata è stato interpretato dalla squadra di coach Bucchi in maniera perfetta: basket veloce, divertente, supportato da un'ottima vena realizzativa dei due americani Jonathan Gibson e Scottie Reynolds. Chiuso il girone d'andata in posizione playoff, Brindisi ha disputato la Coppa Italia venendo eliminata da Sassari in una gara dalle mille emozioni dove non aveva certo demeritato. I tifosi pugliesi, sempre numerosissimi in trasferta, potevano davvero sognare a occhi aperti. Dopo la vittoria casalinga contro Siena, però, qualcosa si è rotto. La domenica successiva l'Enel è crollata a Cremona e, dopo l'ultima partita di spessore, la vittoria in casa contro Cantù, ha infilato una serie negativa incredibile con una vittoria (contro la derelitta Biella) nelle ultime 11 giornate di campionato, un passo da retrocessione assicurata. La sensazione è che probabilmente i ragazzi di Bucchi, su tutti Reynolds e Gibson, una volta raggiunta la salvezza e vedendo sfumare i playoff, si siano adagiati e non abbiano dato tutto nelle ultime partite. L'obiettivo della vigilia, ovvero quello di restare in serie A, è stato centrato con grandissimo anticipo e con il record di punti della società quindi l'annata non può che essere positiva. Lascia l'amaro in bocca il finale: i tifosi brindisini meritavano sicuramente qualcosa in più.
JUVECASERTA 8,5
La stagione della Juve è stata eccezionale: dopo essere stata colpita dalla sfortuna con gli infortuni di Visser, Wise e Chatfield, Caserta è stata costretta per mancanza di fondi a tagliare questi giocatori senza rimpiazzarli. L'unico acquisto è stato quello del greco Mavraides tagliato dai cugini della Sidigas Avellino. La squadra quindi si ritrova composta per lo più da giocatori italiani con soli tre stranieri e nessun americano. Sulla carta, perciò, Caserta è una delle candidate principali alla retrocessione. Invece, grazie all'immenso lavoro di coach Pino Sacripanti, proprio nel momento della difficoltà la squadra si è compattata ed ha iniziato a giocare un basket semplice ma efficace. Da ricordare l'impresa nel derby d'andata contro Avellino al supplementare, partita simbolo del cuore bianconero. Nel sistema di coach Pino si è esaltato Stefano Gentile, fratello maggiore dell'Alessandro di Milano, che ha avuto grande spazio ed ha ripagato in pieno la scelta del coach. Anche un veterano come Mordente, che sembrava dovesse coprire un ruolo da nono/decimo si è ritrovato protagonista e pure lui non ha deluso tenendo anche alla grande il campo dal punto di vista fisico. Caserta è diventata col passare delle giornate una squadra temibile: è cresciuto molto Jelovac, uno dei migliori 4 del campionato, il centrone nigeriano Akindele ha spesso dominato gli avversari con la sua fisicità e lo stesso Michelori sembrava ringiovanito ed ha tenuto cifre di tutto rispetto. Una grande stagione quindi, nella quale la Juve ha supplito con il cuore alle difficoltà tecniche riuscendoci alla grande.
LENOVO CANTU' 7,5
La stagione inizia bene per i ragazzi di coach Trinchieri con la conquista, a Rimini, della Supercoppa: dopo tanto tempo un trofeo nazionale finisce in mani che non siano quelle senesi. Cantù ha un roster di tutto rispetto e ci si aspetta una buona stagione, sia in Eurolega che in campionato. In Europa, nonostante alcune vittorie roboanti, l'avventura finisce al girone e in campionato le cose si mettono male quando la Presidente Cremascoli decide di vendere al Galatasaray il pezzo pregiato della squadra: Manuchar Markoishvili. E' una decisione sofferta ma Cantù doveva garantirsi soldi freschi a causa della mancanza di uno sponsor fisso dopo la delusione di chebolletta. Le cose sembrano precipitare: l'assenza del leader georgiano si fa sentire dal punto di vista tecnico ma anche mentale: la squadra sembra persa senza il suo condottiero. La delusione dei tifosi cresce quando viene presentato il sostituto: Stefano Mancinelli, assolutamente inadeguato per coprire il buco caratteriale lasciato da Manu. Sul finire del campionato Arrigoni tira fuori il cappello dal cilindro assicurandosi le prestazione del playmaker Joe Ragland, in prestito dal Murcia. L'americano diventa in poco tempo il leader tecnico della squadra. Nonostante il nuovo arrivato, Cantù termina settima ed è accoppiata ai playoff con la lanciatissima Dinamo Sassari: sembra una serie senza storia. Invece Cantù regge bene il confronto e sfruttando il fattore Pianella riesce a portare la Dinamo a Gara 7. Dopo essere rimasta a galla nella serie soprattutto grazie alla difesa, la Lenovo si rende protagonista di una partita perfetta dal punto di vista offensivo segnando addirittura 97 punti. La Dinamo comunque non ci sta e lotta fino alla fine: la tripla sulla sirena di Sacchetti però è sul ferro. Cantù quindi si appresta a sfidare in semifinale la Virtus Roma. Anche se i precedenti sono favorevoli alla squadra di Calvani, l'impressione è che la favorita sia Cantù. Infatti, dopo le prime quattro partite dove domina il fattore campo, Cantù espugna il PalaTiziano dopo averlo già sfiorato in Gara 1. Sembra tutto apparecchiato per la finale ma Roma compie l'impresa più grande della sua stagione: con una partita tutta cuore e grinta forza Gara 7 che poi domina sull'onda dell'entusiasmo. La stagione è comunque positiva: nei playoff si è vista un'altra Cantù, trascinata dal leader Aradori: è da qua che bisogna ripartire.
MONTEPASCHI SIENA 9,5
La stagione del ridimensionamento senese inizia con la sconfitta in Supercoppa nei confronti di Cantù. La squadra è costruita attorno ad un nucleo di giocatori d'esperienza: Moss, Ress e capitan Carraretto ed è infarcita di scommesse: due di queste, Kemp e Kasun, vengono subito perse e costringono la Montepaschi a tornare sul mercato dove arriverà un giocatore che più avanti di rivelerà fondamentale: Ortner. Il girone d'andata segue le aspettative: la Menssana non è più la schiacciasassi di una volta ma comunque Banchi è riuscito a dare un gioco efficace alla squadra, che si basa molto sulle conclusioni dal perimetro e sulle penetrazioni di un sorprendente Hackett. In Eurolega la Menssana passa agevolmente il girone. Tra Gennaio e Febbraio la Menssana ha un sussulto: chiude il girone d'andata di Top 16 con 6 vinte e una persa e sembra per un attimo tornata la grande Siena. La crescita è fermata dall'infortunio di un giocatore fondamentale come Tomas Ress, vero leader nella prima parte di stagione, seguita a ruota da altri problemi fisici che fanno diventare Siena una squadra estremamente corta. In campionato non vince più in trasferta e in Eurolega è un disastro: nonostante l'andata, viene eliminata dalle Top 16. Proprio quando la stagione ha preso una brutta piega, la Menssana si ricompatta e, tornata quasi al completo, termina il campionato in crescendo. I playoff propongono subito la riedizione della finale dell'anno scorso contro Milano. Siena sembra non avere i mezzi tecnici per contrastare la squadra di Scariolo, invece, sfruttando i limiti mentali di Milano, Siena forza gara 7 che domina in lungo e in largo. E' la svolta della stagione: Banchi e i suoi giocatori si rendono conto che arrivare in fondo si può. La semifinale è un'altra battaglia: Varese viene piegata in sette partite grazie ad un monumentale Daniel Hackett, sempre più leader della squadra, e ad un indisciplinato tatticamente ma efficace Brown. La finale viene vinta da Siena in sole cinque gare ma la serie è davvero molto equilibrata: a decidere sono David Moss con la sua difesa su Datome e le sue triple e il solito Hackett oltre che un efficace Ortner. Alla fine è trionfo: Siena è campione d'Italia per la settima volta consecutiva ed entra ancora di più nella storia del basket italiano. Lo scudetto più bello: partita dal basso e senza ambizioni particolari, Siena ha battuto tutte le protagoniste del campionato mettendo in campo un grande cuore.
OKNOPLAST BOLOGNA 5
Stagione deludente per la Virtus. L'annata era cominciata con tre vittorie consecutive, tra cui quella con l'allora presunta corazzata Olimpia Milano che avevano fatto credere ai tifosi tutta un'altra stagione da quella che poi effettivamente è stata. Il roster non era certo da primi posti ma era in linea, almeno sulla carta, con quello delle squadre che hanno lottato per i playoff. Ci si aspettava qualcosa di più dagli americani: Steven Smith, ex Panathinaikos, doveva dominare in Italia ma che non ha reso secondo le aspettative. Hasbrouck era partito bene ma poi lentamente si è spento. Minard, a parte qualche partita, è sempre andato male. La salvezza viene raggiunta con relativa facilità dalla Virtus grazie all'avvio sprint. Da quel momento, la Virtus comincia a far giocare più giovani italiani possibili per accaparrarsi il premio della Lega. E' una decisione che fa discutere: Sabatini arriva addirittura a considerare le ultime partite come "gite enogastronomiche". In molti criticano le dichiarazioni dell'amministratore delegato ed ad uscirne a pezzi, è il nome delle gloriose V nere. I giovani comunque sono di qualità: tra loro spicca il playmaker Imbrò, sicuro prospetto futuro. Con l'arrivo di Villalta, l'augurio è quello che la Virtus torni prontamente dove le compete.
SCAVOLINI BANCA MARCHE PESARO 6
Anche la Scavolini, come Siena, è costretta a ridimensionare dopo la grande stagione precedente. La Scavo viene subito individuata, assieme ad altre, come una delle candidate alla retrocessione. In effetti il campionato di Pesaro è tutto fuorché brillante anzi, dopo 2 vittorie nelle prime 3 giornate, Pesaro infila 11 sconfitte consecutive e si trova ultima in classifica. Ticchi viene cacciato e al suo posto arriva il santone Zare Markovski assieme al croato Rok Stipcevic da Milano per sostituire Reggie Hamilton, miglior marcatore della NCAA che non si è adattato al basket europeo. La coppia slava trascina la VL alla salvezza, non senza patemi d'animo. Da segnalare l'annata di riscatto di Andrea Crosariol che come il suo "gemello" Luca Vitali vive un'ottima stagione chiudendo come uno dei miglior rimbalzisti del campionato.
SIDIGAS AVELLINO 6
Partita con grandi ambizioni, Avellino si rende protagonista di un inizio di stagione terrificante: Valli non sembra in grado di gestire la squadra, diversi acquisti si rivelano errati: Ebi dopo un grande inizio evidenzia limiti caratteriali, Warren si infortuna e il tanto atteso Hardy si rivela un flop. Valli viene cacciato e al suo posto arriva Tucci ma l'andazzo non cambia: Avellino dopo una decina di giornate si trova sul fondo della classifica assieme a Biella e Pesaro. Proprio quando la stagione sta volgendo al peggio, arriva coach Pancotto ma soprattutto Jaka Lakovic, play sloveno che al Galatasaray trovava poco spazio. Arrivano anche Taquan Dean, vero lupo e Kaloyan Ivanov. E' la svolta: la squadra guidata in campo dalla classe di Lakovic e dalla forza a rimbalzo di Ivanov inanella una serie di vittorie che la fanno uscire rapidamente dalla palude della retrocessione e la proiettano verso i playoff. Nella partita decisiva tuttavia Avellino perde in casa contro Venezia e dice addio alla postseason. L'ottimo finale di stagione è il punto di partenza per il prossimo anno nel quale Avellino promette di essere davvero competitiva.
SUTOR MONTEGRANARO 8
La Sutor ad inizio campionato è la candidata numero 1 alla retrocessione, assieme a Cremona. Coach Recalcati però è garanzia di successo e ancora una volta compie il miracolo. La Sutor migliora con il passare delle giornate fino a diventare temibile per tutti: in casa batte perfino Varese. Il basket proposto dalla Sutor è molto offensivo, non a caso sono la seconda squadra per punti fatti dopo Sassari. Un gioco che diverte nel quale emergono delle individualità importanti: Christian Burns è la migliore ala forte del campionato, in grado di garantire punti e rimbalzi a ripetizione, Daniele Cinciarini e Fabio Di Bella guidano la squadra sugli esterni fornendo prestazioni di quantità e qualità. Nel settore lunghi si riscatta dopo una stagione deludente Amoroso ed emerge il giovane Luca Campani. L'unico giocatore davvero negativo per la Sutor è stato Zachary Andrews, ex LA D-Fenders, che viene tagliato per motivi tecnici (difficoltà enormi con il piede perno) e caratteriali (rissa in amichevole). Una squadra davvero godibile che ha fatto divertire tutti gli appassionati di basket, capolavoro di quel Charlie Recalcati che è ancora uno dei top allenatori del campionato italiano.
TRENKWALDER REGGIO EMILIA 8
Come nella tradizione degli ultimi anni, le neopromosse diventano matricole terribili e quest'anno il titolo è sicuramente della Reggiana, vera squadra rivelazione del campionato. L'annata non parte nel migliore dei modi con i ragazzi di coach Menetti che perdono le prime 3 partite, pagando forse l'emozione del passaggio di categoria. Il trentello rifilato a Biella alla quarta giornata sblocca la Trenk che comincia a giocare davvero bene. L'asse portante della squadra, Cinciarini-Brunner, è di qualità assoluta: Andrea sembra un altro giocatore rispetto a quello di Cantù, serve i compagni in modo preciso e non ha paura a prendersi tiri pesanti, Greg è il solito lottatore. Ma la vera stella della squadra è Donell Taylor: l'americano, al secondo anno a Reggio, è uno dei migliori marcatori del campionato, infermabile per molte difese. Se aggiungiamo che un Antonutti martello da 3 e un Jeremic in continua ascesa capiamo il perché la Reggiana si qualifichi alla Coppa Italia perdendo con Siena. A Febbraio arriva un altro pezzo da 90: Troy Bell. L'ex Biella, Casale e Soresina è da subito dominante e, assieme agli altri, permette a Reggio di raggiungere il sesto posto in classifica che vale l'accoppiamento con la Virtus Roma. Reggio fa immediatamente il colpaccio in Gara 1 ma la serie cambia inerzia quando viene asfaltata in Gara 2 e soprattutto quando perde in casa Gara 4. In Gara 6 dietro di una quindicina di punti Reggio riesce a risalire e a forzare Gara 7 che però non ha storia con la squadra che si ferma ai quarti. Una stagione emozionante che promette di essere replicata l'anno prossimo: Reggio è una delle realtà più ambiziose del panorama cestistico nazionale.
UMANA VENEZIA 5,5
La più grande delusione del campionato, Olimpia a parte. Il roster lunghissimo, composto da 11 giocatori tutti ruotabili, sembrava aver tutte le carte per lottare per il podio in campionato. Forse sono proprio le eccessive rotazioni, che Mazzon non gestisce sempre al meglio, a frenare la Reyer che non riesce a trovare dei giochi definitivi. I problemi sono tanti: Clark non sembra sui livelli dell'anno scorso e del precampionato, Bulleri fatica a tenere il campo, Marconato non incide come a Cantù, Fantoni si rompe subito e soprattutto il centrone Eric Williams fatica tantissimo ad entrare in condizione. Dopo la sconfitta di Cremona la Reyer si trova invischiata nella lotta per non retrocedere e la stagione sembra volgere al peggio. La società decide di tagliare Williams e di spostare Szewczyk da centro. E' la mossa vincente: la Reyer infila 8 vittorie in 10 partite e si ritrova a lottare per l'ottavo posto. Viene aggiunto anche Jiri Hubalek che dopo un inizio difficile cresce fino a diventare un fattore in alcune partite. Clark si riprende da un infortunio, Young è una garanzia e Diawara alza il livello del suo gioco. Venezia vince gli scontri diretti contro Cremona e Avellino anche se una sconfitta interna contro Caserta aveva rimesso in discussione tutto e si aggiudica l'ultimo posto valido per la postseason. Nei playoff viene battuta con un secco 4-1 da Varese che rispecchia i valori in campo. Ci si aspettava certamente di più da Venezia, comunque è una delle poche società senza problemi economici quindi il futuro è assicurato. Occorrerà muoversi bene sul mercato per formare una squadra equilibrata.
VANOLI CREMONA 8,5
Partita tra lo scetticismo generale, si rende protagonista di un'annata fantastica che la porta a salvarsi con quasi due mesi d'anticipo e a togliersi la soddisfazione di battere squadre molto più attrezzate di lei (da ricordare le vittorie a Desio contro Milano e a Reggio e quelle in casa contro Sassari e Siena). Le premesse non erano positive: la squadra, composta in maggior parte da giocatori provenienti dalla Legadue e alla prima esperienza nel massimo campionato italiano, non convinceva la maggior parte degli addetti ai lavori che la davano per spacciata ancora prima di cominciare. Le uniche speranze erano riposte nella capacità di coach Caja di ottenere sempre il massimo dai propri atleti. Così, quando il coach pavese viene esonerato dopo la sconfitta interna contro Milano, nonostante risultati in linea con le aspettative, sembra la fine. E' invece la svolta della stagione: il vice Luigi Gresta viene promosso capo-allenatore e cambia radicalmente l'approccio con i ragazzi dando tanta fiducia a una squadra che ne aveva tremendamente bisogno. L'arrivo di un giocatore importante come Hrvoje Peric, firmato per sostituire l'inadeguato Porzingis, contribuisce in maniera decisiva a far voltare pagina alla squadra che inizia immediatamente a far bene perdendo a Sassari di due punti e vincendo in casa contro Venezia. Da qui in poi la stagione si trasforma in un crescendo rossiniano: i giocatori si trovano sempre meglio insieme, si crea un gruppo compatto e le vittorie arrivano di conseguenza. Nel frattempo, viene inserito un nuovo giocatore, Brian Chase, per far fronte all'infortunio di Luca Vitali. I match si susseguono e la Vanoli se la gioca alla pari anche con le squadre più forti. In casa diventa un rullo compressore battendo Brindisi, Montegranaro e Sassari e ottiene anche la clamorosa vittoria al PalaDesio contro le mitiche scarpette rosse dell'Olimpia Milano. A questo punto, visto il rendimento della squadra, i tifosi iniziano a sognare la post season ma proprio sul più bello si infortuna il miglior marcatore della squadra, Lance Harris: senza di lui la stagione sembra essere avviata ad una mesta conclusione. Il gruppo che si è creato però è fantastico e non ci sta a chiudere in anticipo la stagione: a salvezza acquisita arriva la vittoria contro Siena, l'ottima prestazione contro Varese e la vittoria a Reggio Emilia, sul campo della squadra più in forma del momento. La Vanoli chiude con 13 vittorie e 17 sconfitte. La sensazione è che questi ragazzi potevano addirittura ottenere un risultato migliore se solo avessero avuto un po' più di fortuna (vedi le due gare contro Caserta e gli infortuni). Solo arrivare a pensare ciò fa capire che fantastica stagione sia stata: i ragazzi, dal primo all'ultimo, si sono impegnati in palestra e negli allenamenti, si sono messi a totale disposizione della squadra e i risultati sono stati eccezionali.
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