Nando Gentile: 'Se mio figlio perde non dorme la notte'
Le parole di Ferdinando Gentile alla Gazzetta dello Sport sezione Milano
Ferdinando Gentile dopo la strepitosa gara del figlio Alessandro contro Cantù nella quale ha realizzato il career high di 25 punti lo racconta alla Gazzetta dello Sport sezione Lombardia: «Mi somiglia. Ha 20 anni, è un leader dal carattere forte.accia arrabbiata? No, in campo vuole vincere e se non ci riesce non ci dorme la notte». Nando ci tiene a ricordare un punto: «Una cosa che spesso viene dimenticata, quando si parla di lui è che il suo rendimento sta crescendo ora che non è più tormentato dagli infortuni. Oggi gioca con grande fiducia, trasmessa da compagni, allenatore e società, e lui sta cercando di ripagarla non solo facendo canestro, ma anche lavorando per migliorare negli altri aspetti del gioco. I suoi margini di crescita sono elevatissimi: ha solo 20 anni, anche se già da un paio di stagioni gioca in Serie A con un ruolo di primo piano».
Gentile sta viaggiando a 14.9 punti di media nel girone di ritorno, 4 volte in questa stagione è andato sopra i 20 e da quando Sergio Scariolo ha deciso di lanciarlo in quintetto base il suo rendimento è cresciuto notevolmente. Segno di personalità, senza dubbio, di voglia di arrivare. L'impressione, però, è sempre quella di un ragazzo in lotta con qualcosa, ma Gentile senior ribatte: «Quella è la sua faccia. La stessa che aveva anche da bambino quando lo allenavo io. Alessandro è semplicemente molto concentrato su quello che deve fare, in tanti lo hanno accusato per questa sua espressività, ma non vedo quale sia il problema. Sembra arrabbiato? Non lo è. Vuole vincere. Credete sia una lettura di parte? E ci mancherebbe altro, visto il legame di sangue. Ma è anche una lettura genuina. I Gentile sono un clan (nel senso positivo del termine), si sostengono e si stimolano a vicenda. E non permettono a nessuno di scalfirli».
Nando dice la sua anche riguardo a quando Alessandro è stato criticato per alcuni tweet (ma soprattutto retweet, che comunque sono un'altra cosa) sul più celebre dei social network: «C'è molta gente, anche di 50 o 60 anni, che non ha di meglio da fare che pensare a quello che può scrivere un ragazzo su Twitter. Pazienza, il mondo va così. Io? No, non sono il tipo da Facebook o cose simili. Ai miei tempi, però, la gente trovava il modo di parlare lo stesso, anche senza internet».
Quale livello puoò raggiungere? «Da top Eurolega, o anche da NBA. Come dicevo, può migliorare tanto. Oggi come oggi non è facile: o si è al top o si resta nella mediocrità, non esistono mezze misure. Lui a Milano ha la possibilità di misurarsi al più alto livello. Poi, la gente giudica quello che vede. Alessandro è com'ero io da ragazzo. Può sembrare arrogante o antipatico, ma chi lo pensa non sa che ragazzo è, uno che se perde non dorme la notte. Lui è uno vero»
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