Pino Sacripanti: 'Il segreto? Allenare brave persone'
Le parole di Sacripanti, in lizza per il Coach of the Year
Pino Sacripanti, coach della Juve Caserta, sta compiendo un vero miracolo con la squadra campana. La Juve ha vinto 5 delle ultime 6 gare e sogna i playoff. Sacripanti, in lizza per il coach of the year, ha parlato a La Gazzetta dello Sport di questo miracolo.
"Com'è possibile? Prima di tutto perché alleno delle brave persone. Giocatori e staff vedono il basket come qualcosa di ludico e piacevole e non solo in relazione a un contratto. Sia in partita sia in allenamento. E all'amore nel fare bene le cose si unisce il gusto di stare bene insieme. Sabato scorso, la partenza per Venezia è stata ritardata da un problema tecnico all'aereo. Siamo arrivati all'1 e mezza di notte ridendo e scherzando. Se posso darmi un merito, senza presunzione, è quello di aver cercato di trasformare le difficoltà in opportunità. E i giocatori ci tengono, hanno capito e dimostrano il piacere di stare insieme. Domenica ho cazziato pesantemente Maresca perché aveva preso un fischio arbitrale in modo troppo negativo. Il nostro segreto è la positività. Mordente? Un esempio per tutti. Michelori? Un mio pretoriano, giocatore d'altri tempi. Maresca? Fa tutto il lavoro sporco. Gentile? Uno che vuole arrivare. Secondo me, il giocatore più migliorato del campionato. Quando Marzaioli ha segnato il tiro libero decisivo a Cantù, è stato emozionante vedere la gioia dei veterani per un ragazzo. E quella partita non era importante in sé, eravamo già salvi e non pensavamo ai playoff. La diminuzione dei giocatori in un roster può essere un beneficio se chi resta è una brava persona e non se ne frega. Poi, sarà anche una banalità, ma se li butti in campo, gli italiani giocano. Perché gli americani faranno spettacolo ma non mi pare che negli ultimi anni siano arrivati McAdoo o Dalipagic. I procuratori dovrebbero fare meno i furbi per capitalizzare. Un americano magari sta due mesi qui, poi va in Libano o in Cina. La vittoria di Cantù mi ha commosso. Ma dopo aver battuto con irruenza Brindisi in casa, senza Akindele, ho fatto fatica a raggiungere lo spogliatoio. Il pubblico era in campo con le lacrime agli occhi. Si riconosce in Gentile o Mordente che si butta per terra per un pallone. Gli esempi di Caserta e Montegranaro fanno riflettere. Recalcati? È il mio esempio. Vede le cose belle dalle difficoltà. Questa stagione è stata una lezione anche per me. Futuro? Viviamo domenica dopo domenica, è il nostro motto da inizio stagione. Ma ci puntiamo in modo aggressivo. È un sogno da cullare anche per il futuro di un club e per una città che ci spinge con 3000-3500 fedelissimi. Ho fiducia nel presidente Lello Iavazzi, determinato nell'andare avanti. Basterebbe qualcuno che lo affianchi. O uno sponsor. Non capisco perché le aziende del territorio non vogliano sostenere un'eccellenza come la Juve. E magari sponsorizzano realtà lontane da qui".