Sergio Scariolo: 'Sull'EA7 c'é una cappa di negatività permanente'
Scariolo parla della situazione in casa Olimpia
Roma? Di positivo non c'è solo la vittoria, ma anche com'è arrivata: buon impatto, impegno di- fensivo, e nuove soluzioni che ci hanno permesso di equilibrare i quintetti e il rendimento di una squadra che dall'inizio ha avuto una chimica molto difficile.
Langford dalla panchina? Uno dei nostri più grandi problemi è stato quello di dare il giusto spazio e la giusta importanza a tutti, in un roster molto lungo, specie ora che abbiamo una partita a settimana. L'idea di cambiare quintetto l'avevo da tempo, l'infortunio di Gentile l'ha posticipata. Tutto nasce comunque dalla risposta di Langford, oltre che dalla concentrazione messa in campo da Gentile in difesa. La disponibilità personale dei giocatori è alla base di tutto.
Trovata la leadership? Il clima all'interno della squadra è migliorato. C'è più disponibilità nell'accettare il collettivo e i suoi obiettivi come priorità. C'è anche più franchezza e lealtà tra i giocatori, nel riconoscere il lavoro degli altri, l'importanza della difesa e del passarsi la palla: ora abbiamo bisogno di rinforzare questa mentalità.
Gara di Reggio? Loro sono la squadra che provoca più palle perse in Italia, dovremo fare molta attenzione a tanti particolari: non solo la gestione delle palle perse, ma anche capire quando proteggere l'area e quando uscire sui tiratori. La loro atipicità, su molti ruoli, può crearci problemi. Dovremo essere intelligenti.
Affare Fotsis? Prima che uscissero le voci su una possibile trattativa per lui, noi gli siamo stati tutti molto vicini, ribadendo la nostra fiducia personale e tecnica. Ci ha risposto mandandoci un messaggio positivo a Roma, e devo dire che durante gli allenamenti non abbiamo percepito alcun problema. Speriamo abbia preso coscienza che il suo rendimento dipende molto dal suo approccio e dalla sua determinazione: noi non ci aspettiamo sempre 20 punti, ma un rendimento più costante.
Errori fatti? Non c'è dubbio che ci siano stati errori nella costruzione della squadra, che non era equilibrata. C'è stata anche sfortuna e qualche giocatore che ci ha messo del suo. Abbiamo fatto tanti sforzi per risolvere i problemi, purtroppo ci siamo trovati con una squadra che presentava sofferenze importanti a tutti i livelli, anche di chimica e coesione tra i giocatori. Una montagna molto alta da scalare.
Messo su la squadra che si sperava? Abbiamo avuto una conferma del fatto che l'analisi individuale dei giocatori è un esercizio parziale nel valutare la forza di una squadra. Molte cose si scoprono solo quando le vedi da dentro, come con l'anguria.
Dopo la Coppa Italia? Abbiamo capito che analizzare le ragioni e le cause dei problemi è tempo perso, quando l'unico parametro che conta è il risultato. Allora ci sforziamo di cercare al nostro interno le ragioni per essere ottimisti. Ci assumiamo tutti indistintamente le responsabilità per le sconfitte, ricordando che non abbiamo mai cercato scuse per infortuni, arbitraggi o anche degli errori inaccettabili. Rimane questa cappa di negatività permanente, con la quale l'Olimpia convive ormai da parecchi anni: il compito più difficile è isolarsi da questa situazione. Vedo che le nostre vittorie hanno sempre un peso minimo nella valutazione generale. Però se i nostri competitor perdono su quei campi dove noi abbiamo vinto, vuol dire che non era poi così scontato o banale tornare a casa con i due punti. Motivo in più per non tenere in considerazione le valutazioni fatte all'esterno'
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