Alberani entusiasta di Roma:'Stiamo gettando le basi per il futuro'
Il GM di Roma parla dell'esperienza romana
ROMA – Una scrivania piena di nomi, appunti e dati statistici da incrociare. Un canale web per seguire il maggior numero di partite possibili e un database di giocatori da aggiornare costantemente. Diversi biglietti aerei già prenotati per visionare da vicino prospetti interessanti del college basket Usa e valutare qualche obiettivo nei massimi campionati di Francia, Germania e Polonia, alla periferia dell’eccellenza cestistica continentale. Il general manager Nicola Alberani è l’uomo nuovo della Virtus che sta divertendo e guadagnando il rispetto degli avversari. «Ora, approfittando della sosta dovuta all’All Star Game, - racconta Alberani - volerò negli States per assistere a diverse gare dell’Ncaa. Le squadre si costruiscono in inverno, mentre d’estate si concretizzano solo le scelte. Soprattutto chi dispone di minori risorse economiche deve muoversi in anticipo».
Il trentottenne dirigente forlivese, laureato in economia e commercio a cui già all’età di 23 anni fu offerto di allestire una squadra di serie A2, ha disegnato un percorso che rappresenta una rottura rispetto al passato dell’Acea: pochi soldi ma tante idee e competenza. Dopo due contatti estivi convincenti con la presidenza ha avuto carta bianca per ricostruire da zero. Con il quint’ultimo budget della Serie A ha assemblato un gruppo umanamente ricchissimo e tecnicamente ben assortito. «Prima dell’aspetto tecnico valuto le qualità morali della persona - prosegue -, si tratta di una parte preponderante nel mio lavoro di scouting. Raccolgo moltissime informazioni sugli atteggiamenti, la disponibilità e il carattere». E il rapporto con i procuratori? «Solitamente sono gli agenti a proporre alle società i propri assistiti. Con me funziona al contrario: una volta individuato il giocatore contatto il suo rappresentante. Spesso, nel caso di cestisti ancora sconosciuti, non sanno neanche di averli nella propria scuderia e il loro reale potenziale».
La Virtus sta gettando le basi per il futuro o giugno sarà una nuova incognita? «Il mio contratto scade a fine stagione, ma stiamo operando in prospettiva. Con ritocchi minimi questo gruppo ha poco da invidiare a formazioni che disputano l’Eurolega. Sarebbe interessante e bellissimo costruire un edificio sulle fondamenta solide che stiamo ponendo». L’ha stupita l’impatto di Lawal? Non rischia di essere fuori quota? «Dopo il successo con Varese ho detto al suo procuratore che gli abbiamo fatto un favore a portarlo in Italia. Mi ha risposto che difficilmente a giugno club italiani potranno permetterselo. Ma valutando le risorse a disposizione proveremo a confermarlo …». Datome sta trovando la definitiva consacrazione. «Evidentemente non è stato un errore metterlo al centro del nostro progetto, perché è nel pieno della maturazione come uomo e cestista. Vogliamo creare le condizioni affinché resti qui a lungo».
Per quest’anno che cosa deve aspettarsi il pubblico che è tornato ad appassionarsi: belli, divertenti e anche vincenti? «Per il momento siamo in linea con gli obiettivi prefissati - conclude il gm - . La sconfitta di Bologna è l’unico rimpianto. La concorrenza è forte: Varese e Sassari non sono davanti per caso e reggeranno fino alla fine. Noi siamo ancora in fase embrionale con ampi margini di miglioramento, a partire da Taylor da cui ci aspettiamo il salto di qualità. Cresceremo un passo alla volta».