Gigi Datome: 'Innamorato di Roma'
Il capitano della Virtus spiega la scelta di rimanere a Roma e parla del suo momento e di quello della squadra
Gigi Datome, capitano della Acea Virtus Roma, ha parlato a La Gazzetta dello Sport del momento della squadra della capitale e del suo particolare momento di forma. Datome è uno dei migliori giocatori del campionato mentre Roma gioca il basket forse più divertente in Serie A.
"Mi sono ridotto l'ingaggio di 100.000 euro per restare? L'ho fatto perché devo tanto al presidente Toti che mi prese da Siena dopo un'annata molto difficile: certi gesti io non li dimentico mai. E lui aveva bisogno di slancio per poter andare avanti e non chiudere. Roma? Città fantastica, ti lascia a bocca aperta, ti offre tutto e io me la godo passo dopo passo. Solo sederti a Villa Borghese a leggerti un libro è una sensazione unica. E poi ti dà tanta libertà, anche se ora per strada cominciano a riconoscermi…Rifarei la scelta di rimanere a Roma? La rifarei mille volte. Perché io in una big per cercare di vincere qualcosa voglio arrivarci da giocatore importante e non come uno dei tanti. Ho bisogno di stare in campo, di trottare con i tifosi che mi vogliono tanto bene. E chissà, magari questa big tra un po' potrebbe essere proprio Roma. Esplosione tardi? Tardi, me l'aspettavo prima. Ho sicuramente commesso degli errori anche io, ma sono felice perché mi sono conquistato tutto col sudore e la fiducia delle persone che mi circondano. I miei tre club Siena, Scafati e Roma? Tutti mi hanno lasciato qualcosa. Siena era la prima volta fuori casa, lontano dalla mia Olbia. La gente mi aveva preso in simpatia, ero circondato di affetto, ma in quel momento stava per nascere la supercorazzata di Pianigiani, che ho poi ritrovato in azzurro, e non era il posto giusto per crescere e poter sbagliare senza pressioni. A Scafati devo tanto: mi dicevano che era un postaccio. Ma era uno dei pochi club che mi voleva, in particolare il patron Longobardi. Ho fatto il titolare a 20 anni con Calvani, il mio attuale coach. E alla fine mi sono trovato benissimo. Eurobasket? Amo la Nazionale. Va sempre onorata. Quando vieni chiamato, si va e basta, senza pensare ad altro. Giocare in Sardegna, a Sassari, quindi praticamente a casa mia, è stato fantastico. È stata una delle esperienze più belle finora vissute. Chi vince il campionato? Impossibile dirlo ora, ma alla fine non se ne esce tra Siena, Milano e Cantù. Anche se Varese potrebbe stupire tutti. E Roma? Non vinceremo lo scudetto ma, come stiamo facendo finora, regaleremo emozioni. Siamo una squadra ben allenata da Calvani, con ragazzi che hanno tutti voglia di farsi notare. E poi è un gruppo vero, sembra di stare in un college. Eccetto io e Tonolli, vivono tutti in residence. Si mangia spesso insieme, si va fuori. Dopo la vittoria di Cremona, qualche settimana fa, siamo andati in treno a visitare Firenze. Bello, no?. Dove devo migliorare? In difesa, ma mi sto applicando molto. Cosa faccio nel tempo libero? Sto imparando a suonare la chitarra. Mi piace scoprire ristoranti, vado spesso a quello africano: mia mamma è nata ed è vissuta per venti anni ad Asmara. E poi leggo tanto. Ora sul comodino ho Satori, di Don Winslow".