La Fossa dei Leoni: 'C’è voglia di Fortitudo, senza surrogati'

Che qualcosa potesse cambiare nel mondo fortitudino, dopo la decisione di metter all'asta la storica società bolognese insieme agli Eagles, lo si era già capito da tempo e oggi la Fossa dei Leoni ha voluto far sapere, attraverso una conferenza stampa, la propria posizione. Lo storico gruppo di tifosi seguirà e sosterrà fino al 16 ottobre la squadra di coach Massimo Padovano, cercando anche di reperire, tramite la Fondazione, imprenditori e risorse per tentare di dare continuità a questo progetto di prosecuzione. Ecco le loro parole come riportate da Bologna Basket. Gli scenari sono cambiati negli ultimi 10 giorni, in maniera inaspettata. Un giudice ha stabilito certe cose, purtroppo è successo dopo il fallimento e la radiazione quindi non parliamo di Fortitudo ma di prosecuzione di Fortitudo. Ancora non è cambiato nulla perchè se il 16 di ottobre non si presenta nessuno resta tutto a Sacrati. Il giudice però ha dato ragione alla battaglia che noi conduciamo da due anni. Le prossime mosse: dare visibilità e una prosecuzione a questa Fortitudo. Ci vogliono imprenditori seri, che abbiano voglia di investire. Noi ci saremo se questo verrà fatto, e allora si potrà avere una rinascita. Non sarà più la nostra Fortitudo, ma potremo dare un futuro ai nostri figli. Per la prima volta da un paio d’anni la Fossa dei Leoni ha avuto il riconoscimento delle proprie azioni da parte di un giudice, ovvero una persona totalmente estranea a tutta la diatriba. E’ stata riconosciuta la continuità aziendale tra Fortitudo Pallacanestro e Eagles, il nostro tifo è stato considerato importante. Il bando per noi è linfa vitale. Per la prima volta dal 2010 c’è la possibilità concreta di liberarsi di Sacrati. Crediamo sia l’ultima occasione per fare ciò. Nel bando c’è scritto quanto ci potevamo aspettare, il massimo che potevamo chiedere. Prima dell’asta avevamo considerato lo scioglimento o l’autosospensione, entrambi vie difficili da sostenere. Ora siamo qui per dire che da questa domenica a Santarcangelo e fino al 16 ottobre seguiremo tutte le partite di Eagles/Fortitudo, perchè vogliamo dimostrare che c’è voglia di Fortitudo, senza surrogati. Vorremo capire che livello di entusiasmo c’è oltre alla Fossa dei Leoni. Percepiamo grande carica, ma da soli non possiamo fare niente. Bisogna che ci siano anche tutti gli altri. E’ il momento di buttarsi senza ulteriori indugi. Lo facciamo con la speranza di non trovarci al 16 ottobre nella stessa situazione attuale, altrimenti dovremmo riconsiderare le due opzioni di cui sopra. Vorremmo riprendere anche le parole dell’avvocato Dettori, e rimettere in moto la Fondazione, che potrebbe essere d’aiuto a chi possa essere interessato all’acquisto di Eagles/Fortitudo. Stiamo valutando cosa fare, a breve daremo comunicazione. C’è una bozza di sottoscrizione, con due tipi di partecipazione possibile. La situazione è da “ora o mai più”, vorremmo che il nostro entusiasmo di adesso lo provassero tutti, perchè ogni tifoso è fondamentale nella rinascita di Fortitudo. La decisione del giudice di ritenere Eagles la naturale prosecuzione di Fortitudo dovrebbe invogliare quelli che sono due anni che disertano il PalaDozza. Abbiamo 20 giorni di far vedere quanti siamo, e per raccogliere fondi attraverso la Fondazione. Una parte di tifoseria, la più rumorosa, vuole dare un segnale agli imprenditori interessati, dando quel quid in più. Da qui al 20 torniamo a fare i tifosi e dimostriamo che noi ci siamo, tenendo un profilo basso. Se il bando lo vince Romagnoli? Noi abbiamo sempre tifato Fortitudo, e come Fossa dei Leoni non possiamo avere preclusioni. A prescindere da Romagnoli, ripetiamo che l’importante è che venga una persona seria, con un progetto. Non discutiamo l’uomo che si presenta, che sia Romagnoli, Sabatini, Cazzola o Berlusconi. Poi a livello personale ognuno farà quello che vuole. Negli ultimi tre anni abbiamo smesso di fare i tifosi, e ci siamo trasformati in procacciatori. Abbiamo parlato con una marea di imprenditori o presunti tali. Abbiamo dato vita al garante, a un’Associazione, abbiamo raccolto 300mila euro e non sono serviti. Adesso però la differenza la fanno i soldi. Abbiamo sgomberato il campo dagli equivoci, non c’è più Sacrati con cui è impossibile trattare. La situazione è chiara. Si va dal giudice e si vince l’asta. Noi non possiamo dire più di così: noi ci siamo, andiamo a vedere questa realtà che è la prosecuzione di Fortitudo. Il giudice ha stabilito così e ci basta e avanza. Specifichiamo che non non siamo mai stati sacratiani, eravamo da quella parte perchè lui aveva la Fortitudo, e abbiamo fatto pressione su di lui perchè si facesse da parte. Siamo sempre stati dalla parte della Fortitudo Abbiamo fatto trattative, ma quando abbiamo fatto proposte ci è stato detto di no. A quel punto è partita una guerra civile, e come ogni guerra civile lascia molti morti per terra. E’ legittimo che ci sia stato detto di no, ma non si può scaricare tutte le colpe sulla Fossa, che non va in campo e non tira fuori i soldi per gestire una società di basket. Comprare noi la squadra? La Fondazione raccoglie fondi e va bene, ma avere quote societarie no. Non è il nostro mestiere. Poi se abbiamo un interlocutore serio che si siede con noi va bene, parliamo. Dialogo, ma niente di più. Il nostro sogno è di creare un modello Barcellona a Bologna. Usare l’Associazione? Ha uno statuto che non permette di fare queste cose. Ha parlato anche coach Massimo Padovano, che era presente alla conferenza: Abbiamo iniziato al lavorare un mese fa, sapendo di tutti i problemi della società. Abbiamo vissuto un mese nel limbo. Ma se abbiamo accettato di venire qui, anche in una situazione non limpida, era anche per venire a giocare davanti a voi. Per noi sapere che domenica sarete con noi è una scossa adrenalinica enorme e ci dà un grande entusiasmo.