Shaun Stonerook: 'Bello svegliarsi e non avere impegni'
Shaun Stonerook si racconta a La Gazzetta dello Sport
Shaun Stonerook è tornato in Italia per ricevere l'omaggio della gente di Siena dopo la sua decisione di ritirarsi dalla pallacanestro giocata. Stonerook, capitano di sei scudetti, si è visto anche ritirare la maglia numero 20, appesa ora al PalaEstra accanto a quella di Terrell McIntyre.L'oramai ex giocatore ha rilasciato un'intervista a La Gazzetta dello Sport. Ecco le sue parole.
"Con l'inizio delle partite, sarà tutto più reale. Aver visto il mio numero 20 lassù in alto è stato speciale, lo ricorderò per sempre. Se abbiamo lasciato una traccia? Penso di sì, quello che abbiamo fatto è stato speciale non solo per Siena ma nel basket. Spero che i tifosi lo ricordino, io sicuramente. Avevo già deciso il ritiro, anche considerando l'abbraccio con Pianigiani dopo la vittoria dello scudetto? Non al cento per cento, ma sapevo che avrei potuto chiudere. Per tanti fattori: cominciare un nuovo capitolo nella mia vita, dopo essere stato 20 anni lontano da casa, dalla famiglia e dagli amici, la gravidanza della mia ragazza, sapere che quello scudetto sarebbe stato il modo migliore per lasciare, il fatto che Siena avrebbe cambiato molto. Era il momento giusto. Il mio presente? Relax, senza doversi svegliare presto per l'allenamento o andare da qualche parte. Adesso decido io la mia giornata. Allenarmi mi piace, ma quando voglio io, senza avere la vita programmata. Niente partitelle, il basket lo guardo solamente: i primi due tiri a canestro dopo la finale li ho fatti mercoledì a Siena. Il golf? Ho un campo vicino casa, a Columbus, ma non so se la schiena me lo permetterà dopo più di venti anni di basket. Poi a dicembre arriverà la bimba, e allora sarò molto impegnato. Potrei allenare, restare in questo mondo, aiutare i bambini. Ma non ho ancora piani specifici. Amedeo Della Valle che viene in America? Giocherà a Ohio State, a un quarto d'ora da casa mia. Ci siamo sentiti: nel college ci sono tante regole, cose da fare e da non fare, per qualsiasi domanda o se serve un aiuto può contare su di me. L'avversario più difficile? Molti. In salute, Smodis. La partita più indimenticabile? Tante, è difficile. Dico quella dei tre supplementari con Roma, semifinale 2007. Persona a cui sono più legato? Dipende dalla stagione. Mclntyre, Thornton, Hawkins. Vacanze con looro da 'Una Notte da Leoni?' C'è anche Eze. No, niente del genere: sarebbero divertenti vacanze così pazze. Forse dieci anni fa, ora siamo vecchi. Che basket lascio? Penso sia uno dei paesi migliori dove fare basket, ma bisogna investire sui giovani, i bambini vanno avvicinati alla pallacanestro fin dai primi anni. Parole da presidente federale? Eh, chissà. Io giocatore intelligente? Per stare al top, non puoi essere solo un atleta: oggi tutti possono saltare, correre, tirare. Ma con gli anni capisci meglio il gioco. Quello che mi ha aiutato è stato poter essere utile alla mia squadra con la testa più che col mio corpo. Io giocatore sporco? Chi lo dice non ha mai giocato, non capisce lo sport e non vede le partite: non ho mai provato a fare male a nessuno, gioco duro, questo sì, e faccio quello che serve per vincere. Ma non mi interessa quello che dicono. La nuova Siena? Mi sembra una squadra molto divertente, vista mercoledì la base mi pare buona. È completamente nuova, ma anche io ho fatto parte di squadre rinnovate da cui è nato qualcosa di speciale. Auguro altrettanto. La nostra ricetta: giocare duro e insieme, e andrà bene. Pianigiani? Ha detto che vuole venire a Columbus quando smette di allenare. Perché? Non lo so. Perché è un grande posto, forse per starmi vicino".
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