Gianluca Basile: 'Dobbiamo avere la stessa fame di Siena'
Il Baso presenta la sfida di Desio contro la Mens Sana
A poche ore dalla grande sfida del PalaDesio, Gianluca Basile della Bennet Cantù ha parlato della partita contro la Mens Sana Siena. Queste le parole della combo guard di Ruvo di Puglia rilasciate a La Gazzetta dello Sport.
"Sappiamo contro chi giochiamo e come dover giocare. È importantissima per noi. Dopo Siena, domenica c'è Milano: se ne vinciamo una delle due, abbiamo buone possibilità di arrivare secondi. Siena ha sempre qualcosa in più di noi. Sono rodati, vincono da tanto. Cosa fare per batterli? Pareggiare la loro intensità. È l'unica possibilità. Credo che Siena sia la prima squadra in Europa per voglia di vincere. Di solito dopo tanti anni di fila, gli stimoli calano. E lo sport è fatto di stimoli. Loro hanno sempre fame. Nella Supercoppa ci siamo andati vicino. Loro però erano all'inizio, non si erano praticamente mai allenati insieme. Ma neanche allora giocammo un'eccellente partita e ci è mancata quell'intensità da finale che ci vuole. Soprattutto in difesa. Quando ci siamo riusciti, abbiamo sempre fatto bene, soprattutto in Eurolega. Quanto conta l'aspetto mentale? Tanto. Nel 2009, quando ero al Barcellona, il Vitoria ci massacrava. Eravamo convinti che fossero più forti di noi e che al loro primo allungo la partita fosse finita. Poi li abbiamo battuti una volta ed è cambiato tutto. Dobbiamo essere consapevoli di potercela giocare. Loro sono forti, ma anche noi siamo una buona squadra. Differenze tra Desio ed il Pianella? Il Pianella è unico, la gente è praticamente dentro il campo. Però le migliori prestazioni quest'anno le abbiamo fatto in Èurolega a Desio dove l'atmosfera c'è e il pubblico si sente. Euroleague? Il mio cuore è blaugrana. Conosco bene la maggior parte dei giocatori del Barca. Al momento giusto, tirano fuori gli attributi. C'è chi dice Cska, ma occhio anche al Panathinaikos. Coach Obradovic sarebbe capace di fare una sorpresa anche con una squadra juniores. Siena alle Final Four? Ero convintissimo che ci sarebbe arrivata. L'ha buttata via e rimbalzo e in casa, negli ultimi quarti. Ed è strano per loro, nel momento chiave danno sempre il meglio. Come si sta a Cantù? Benissimo. Una settimana fa c'erano 26° e, a parte il mare e le ramblas, sembrava di essere a Barcellona. L'importante, per me, è giocare e stare bene, la città viene dopo. Certo, ci sono buone possibilità di andare a vivere là a fine carriera. L'anno prossimo? Dovrei giocare ancora. Credo di potercela fare. Quest'anno mi sono fatto male proprio quando ho raggiunto la migliore forma. Succede sempre così. E l'infortunio ti toglie la voglia, ti fa viaggiare con la testa e alimentare i dubbi. Poi riprendi a giocare e passa tutto".