Virtus Roma, arriva lo sfratto
Roma rischia di giocare a Rieti o Bologna almeno tre partite di campionato
DA IL TEMPO, articolo di FABRIZIO FABBRI
Roma sfrattata. Non è il titolo di una nuova canzone di Luca Barbarossa ma la tristissima realtà in cui da ieri è ufficialmente piombata la Virtus Roma.
Quelli che fino all'Assemblea di Lega, svoltasi a Bologna, erano spifferi si sono poi trasformati in tempesta perché durante la riunione delle società di A è stata respinta la richiesta di deroga presentata dalla società del presidente Toti. L'obiettivo era ottenere il via libera per giocare nel Palazzetto dello Sport di viale Tiziano prima
che siano portate a termine le migliorie, di cui si è incaricato il Comune, che innalzeranno la capienza oltre i 3.500 posti richiesti. Se qualcosa non cambierà la squadra di Lino Lardo si troverebbe costretta ad emigrare in campo neutro fino al momento in cui il cartello dei lavori in corso non fosse tolto dalla porta d'ingresso dell'impianto del quartiere Flaminio. Potrebbero essere almeno tre le gare in cui i giallorossi sarebbero costretti a fare le valigie trasferendosi a Bologna (indicata da Roma come sede alternativa) o Rieti anche se rimane in piedi l'ipotesi PalaLottomatica dove però bisognerebbe a fare i conti con i costi e con un calendario che potrebbe ostacolare tale scelta.
Ma è bene ripercorre le tappe che hanno portato a questa paradossale situazione. A metà luglio il Toti, che aveva annunciato l'abbandono del PalaLottomatica, dopo l'incontro con Alemanno, aveva ottenuto l'impegno del Comune alla realizzazione a proprie spese dei lavori di ampliamento che avrebbero dovuto vedere la fine intorno alla metà di ottobre, in tempo per l'esordio casalingo, fissato alla seconda giornata, di Tonolli e compagni. Ma a causa di pastoie burocratiche l'avvio del restyling, che coinvolge i soli posti di parterre, è iniziato in ritardo e si è arrivati quindi al viaggio della speranza verso Bologna intrapreso nella mattinata di ieri da Antonello Riva, general manager, e da Piergiorgio Bottai, dirigente vicinissimo a Toti ma che in questo avvio di stagione aveva rivestito un ruolo molto defilato. In assemblea però la richiesta di deroga (Cremona e Casale le due società più agguerrite) è stata bocciata facendo scattare l'allarme rosso.
«Prendiamo atto del mancato accoglimento della nostra istanza - le parole di Toti – ma all'ipotesi di non giocare partite a Roma non voglio assolutamente pensare. Il Comune farà di tutto per trovare una soluzione ponte per consentirci di giocare a Viale Tiziano. Se questo non dovesse accadere sarebbe un grande smacco per l'intera città».
Sorpreso dalla mancata deroga anche il Delegato allo Sport per il Comune, Alessandro Cochi. «Nell'assegnazione ed inizio di questi lavori abbiamo seguito scrupolosamente l'iter legislativo nazionale che non consente di abbreviare i tempi. Purtroppo c'è stato agosto di mezzo e questo ha certamente complicato le cose. Si parla di poco più di 200 posti e mi sorprende che la Lega non abbia accolto la richiesta di deroga della Virtus. Ma noi continuiamo a lavorare e tra poco l'impianto sarà pronto».
Insomma la speranza che dopo la trasferta di Bologna, che aprirà la stagione, la squadra di Lardo è viva sia nella dirigenza virtussina come nelle istituzioni. E con il calendario da risistemare dopo la riammissione di Venezia ci sarebbe anche una terza strada percorribile. Quella, dopo la trasferta in Emilia, di riposare (il campionato è a 17 squadre ndc) e poi giocare la terza ancora in trasferta, guadagnando quindi quel tempo che servirebbe a porre la parola fine su questa paradossale vicenda.