Brescia saluta Michele Vitali al termine di due stagioni indimenticabili
È difficile trovare le parole giuste che possano descrivere le emozioni vissute in questi due anni a Brescia - il pensiero che Michele Vitali lascia alla Leonessa e ai suoi tifosi
62 partite in due stagioni trascorse in maglia Leonessa hanno permesso a Michele di non essere più il fratello di Luca, un'etichetta che molti gli hanno frettolosamente e superficialmente affibbiato. Michele, infatti, lascia Brescia con la palma di miglior italiano dei playoff 2018, culmine di una stagione da incorniciare, nella quale la guardia emiliana ha saputo ritagliarsi un ruolo sempre più importante, trovando un posto pressoché fisso nel quintetto della Germani (33 volte su 37 partite) e riconquistando la maglia azzurra che il CT Meo Sacchetti gli ha meritatamente riconsegnato a partire da febbraio.
"È difficile trovare le parole giuste che possano descrivere le emozioni vissute in questi due anni a Brescia - il pensiero che Michele Vitali lascia alla Leonessa e ai suoi tifosi -. Qualcosa di straordinario dal punto di vista sportivo ma soprattutto umano che ho visto crescere dentro di me e attorno a me. Tutti momenti vissuti all'insegna dell'unione di un gruppo che si è manifestato tale in tutti i livelli della nostra società e che si è trasferita all'esterno carica di sentimenti sinceri. Aver maturato la certezza che praticare uno sport non deve fondarsi solo sull'idea del successo, bensì sull'idea di dare il meglio di sé unendosi ancora di più nelle difficoltà. Questo è stato il modo migliore per comprendere che la fatica non è mai sprecata, soffri ma sogni. E noi abbiamo sempre sognato, anche quando qualche sogno è svanito".
"Brescia è stata per me come una vera grande famiglia e una seconda casa ma oggi è arrivato il momento di accettare una nuova sfida, forte del carattere di quella Leonessa che mi accompagnerà in questa nuova avventura - conclude la guardia emiliana -. Non avevo mai pensato in questi due anni che sarebbe arrivato il giorno dei saluti, anzi era un’opzione che mi rifiutavo di considerare, ma chi nasconde il saluto non ha il cuore sereno e io voglio esserlo fino in fondo coltivando il desiderio che un giorno sarebbe davvero speciale tornare a casa Leonessa. Un grazie a tutti di cuore e a presto".
"La scelta compiuta da Michele dispiace dal punto di vista tecnico e personale, ma al tempo stesso ci riempie d'orgoglio - spiega il presidente Graziella Bragaglio -. Consegniamo al palcoscenico internazionale un giocatore che negli ultimi due anni è stato capace di maturare e ritagliarsi spazi importanti, vincendo tutte le scommesse che lo riguardavano. A Michele va il ringraziamento per il contributo che ha dato per la crescita della nostra società, che mira alla crescita dei giovani talenti e dà ai giocatori la possibilità di esprimere al massimo la loro propensione sportiva, rispettando sempre le esigenze del singolo, mettendo spesso in secondo piano le esigenze del club e, soprattutto, non facendo mai mancare per chi rimane l'apporto di competenze e professionalità".
"Anche se lascia Brescia, siamo contenti che Michele vada a fare un'esperienza importante all'estero dopo essere esploso da noi - spiega il patron Matteo Bonetti -. Aver lanciato a livelli così alti uno dei sei giocatori italiani che il prossimo anno giocheranno all'estero per noi è un motivo di grande orgoglio. In bocca al lupo a Michele, dunque: le porte del Basket Brescia Leonessa per lui saranno sempre aperte".
"Quella di Michele è stata una scelta personale, non legata a questioni di tipo economico o relative al progetto tecnico - afferma Sandro Santoro, GM della Leonessa -. È una scelta coraggiosa, che va accettata proprio per la bontà con cui è stata messa in pratica. Michele a Brescia ha fatto due anni sensazionali, godendo del privilegio di essere in un posto che gli ha dato modo di esprimere tutte le proprie potenzialità e favorito anche dal vantaggio di avere accanto un play come suo fratello Luca che ha guardato con attenzione al suo sviluppo. Ora ha scelto di camminare da solo: è una decisione che rispettiamo molto, perché ispirata da quel coraggio e da quel carattere che ha sviluppato proprio negli anni trascorsi alla Leonessa".
Quando la rovinosa caduta sul parquet di Capo d'Orlando aveva interrotto anticipatamente la sua prima annata bresciana, Michele aveva dichiarato di volersi riprendere con gli interessi quello che il destino gli aveva bruscamente tolto. Oggi che lascia Brescia e l'Italia per compiere un'affascinante avventura all'estero che da tempo si era ripromesso di fare, lo fa dopo aver mantenuto la sua parola: quella di fare grande la Germani Basket Brescia.
Alzare dei trofei o cucirsi qualcosa sul petto non è l’unico modo per essere vincitori. Aver concretizzato tutte le aspettative della società, aver instaurato uno splendido rapporto con il pubblico, mettendo cuore e sacrificio davanti a tutto, aver lasciato il segno nella crescita di un club che aspira a essere sempre più ambizioso: ecco il modo in cui Michele Vitali termina la sua avventura bresciana. Almeno per ora.
Non servono le cifre per quantificare il contributo che Michele Vitali ha dato alla causa nelle due stagioni trascorse in maglia Leonessa. Sono cifre importanti, che però non rispecchiano tutto quello che il giocatore ha fatto ogni giorno per crescere, migliorare e ritagliarsi uno spazio importante nel panorama del basket italiano ed europeo che conta.
Il destino ha voluto che uno dei primi passi che Brescia compirà nella sua prima avventura europea sarà proprio contro Michele Vitali e la sua nuova squadra. E se qualcuno parla già di un fato beffardo, a noi piace pensare che sia un modo per potergli tributare quel saluto che è rimasto strozzato in gola alla fine dell’ultima partita della stagione, terminata con qualche rimpianto e tanta emozione.
Una parte di quegli applausi era anche per Michele e per quanto aveva fatto lungo tutta la stagione. Quando calcherà il parquet del PalaLeonessa, pur indossando la maglia di un'altra squadra, l'applauso che gli sarà riservato sarà tutto per lui. Un segno della riconoscenza che il club, i suoi dirigenti, i suoi giocatori, i suoi allenatori e tutti i suoi tifosi hanno potuto maturare nei suoi confronti.
A presto, dunque, e Bona sort