Parola di scout sulla Serie A: 'La chiave deve essere la competitività, non il numero di italiani'
Riportiamo un estratto dell'articolo scritto dallo scout per l'Europa e l'NBA Sam Meyerkopf
Sam Meyerkopf, scout che ha collaborato con diversi club di tutta Europa e ha aiutato diversi college di Division I a svolgere recruiting sui prospetti International, ha scritto un interessante articolo sul basket italiano dopo un suo viaggio che lo ha portato a fare lavoro di scouting dalle nostre parti. Vi proponiamo un estratto della sua analisi, che potrete trovare per intero a questo link :
"L'Italia, dalla prossima stagione, si muoverà verso un sistema di costruzione del roster simile a quanto già visto in Germania nella BBL, 5+5 o 6+6. Sostanzialmente non avrà più importanza il tipo di passaporto a disposizione (Cotonou, Bosman), o sei italiano o non lo sei, quella sarà l'unica discriminante. Credo che cercare di creare un sistema in cui forzi più giocatori italiani a giocare a determinati livelli, non porterà necessariamente allo sviluppo di giocatori italiani migliori. L'attenzione dovrebbe essere posta sul come rendere la Serie A un campionato il più competitivo possibile e questo spingerà i giocatori a migliorarsi per essere in grado di giocare a quel livello. I giocatori stranieri sono necessari sia a livello giovanile che professionistico per fare salire il livello di talento nel paese. E certo, questo potrebbe anche portare via qualche posto o un po' di attenzione a dei giocatori italiani ma questo tipo di lotta per un posto dovrebbe essere una competizione che motiva i giocatori, e non li limita".
"Quello che rende davvero diversa l'Italia dalla Germania, per esempio," prosegue Meyerkopf. "E' che l'attenzione e l'equlibrio sugli aspetti sui quali concentrarsi è totalmente differente. L'Italia non ha fatto nessun tipo di progresso negli ultimi anni a livello di strutture. Ci sono così tante squadre che hanno fatto su e giù tra una categoria e l'altra, e molte altre che hanno dovuto chiudere i battenti per problemi finanziari. La stabilità economica e le strutture, che sono gli elementi in grado davvero di far capire come una società sta andando, semplicemente non sono prevalenti in Italia. I cambiamenti sono all'ordine del giorno e questo, ovviamente, comporta dei problemi all'interno dell'ambiente di lavoro, per non parlare delle difficoltà a livello di programmazione futura. La passione e la voglia di concentrarsi esclusivamente sul basket ci sono sicuramente ma è necessario un cambio di mentalità che porti le società a dare molta più rilevanza anche al lato business di questo sport"