La Dinamo saluta i suoi tifosi. Sardara: Orgoglioso di questa città e questa realtÃ
Stasera al PalaSerraÂdimigni il saluto ai tifosi della Dinamo Banco di Sardegna 2016/2017
Lo scenario è il parquet del PalaSerradimigni, quel campo che per nove mesi è stato la casa dei giganti. Lo speaker chiama sul campo lo staff dirigenziale, quello medico e fisioterapico. È quindi il momento dello staff tecnico, grandi applausi per il preparatore Matteo Boccolini, gli assistant Giacomo Baioni e Paolo Citrini.
La scena è quindi del coach-general manager Federico Pasquini accolto dagli applausi del pubblico: “Dispiace aver finito così presto _ha commentato il tecnico biancoblu_ smaltita l’amarezza già oggi, con la mente più fredda, posso dire che guardandomi indietro questi ragazzi vanno ringraziati. Siamo riusciti a girare una stagione partita male, abbiamo vissuto una fase dove abbiamo centrato 12 vittorie su 16 partite giocate, abbiamo onorato la corsa fino alla finale di Coppa Italia e siamo andati avanti in Basketball Champions League. Posso dire con grande piacere che quest’anno ho visto un gruppo che ha sempre dato il 110 per cento in campo. Abbiamo giocato 55 partite ufficiali e sinceramente, escluse quelle con l’AEK e il Besiktas e giusto due-tre in campionato, abbiamo sempre lottato. E questo ci riempie di orgoglio”.
Uno per volta i protagonisti della stagione 2016/2017 hanno fatto il loro ingresso sul parquet, accolti da cori e applausi: David Bell, Trevor Lacey, il capitano Jack Devecchi, Lorenzo Lollo D’Ercole, Brian Sacchetti, Tau Lydeka, Dusko Savanovic, Josh Carter, Rok Stipcevic, Gani Lawal, Diego Monaldi, David Lighty e Michele Tatu Ebeling.
Last but not least a chiudere i saluti è il presidente Stefano Sardara: “Quest’anno questa squadra ha fatto il suo dovere perché ha consentito alla Dinamo di riproporsi nel panorama cestistico italiano ed europeo ad alti livelli. Abbiamo disputato la terza finale di Coppa Italia della nostra storia, siamo arrivati tra le prime 8 squadre di Europa e, se pensiamo alla realtà che siamo, non è un miracolo come molti dicono ma è un successo dovuto ai quattro fattori fondamentali che sono i tifosi, il lavoro della società, l’impegno dei giocatori e il lavoro dello staff. Lo scudetto e le coppe non hanno cambiato la nostra realtà economica, sappiamo che per colmare il gap che abbiamo con le squadre più blasonate ci dobbiamo mettere la nostra bravura. E questo è ciò che può davvero fare la differenza. Io sono orgoglioso di questa città e di questa realtà _ha concluso il numero uno biancoblu_. Sono convinto che se le quattro componenti fondamentali vanno nella stessa direzione ci divertiremo. Ve lo assicuro”.
Prima della tradizionale cena di squadra ultimo bagno di folla con un momento dedicato a foto e autografi. Sugli spalti lo striscione dei tifosi: “Il successo non si misura dalle vittorie, grazie giganti”
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