Kaleb Tarczewski: Blair ha detto che Milano mi renderà migliore
Le prime parole del neo arrivo in casa EA7
SULLE ORIGINI - “Ho cominciato a giocare tardi perché mia madre enfatizzava la scuola e lo sport veniva sempre dopo. Quando sono cresciuto di statura è cambiato tutto. Ora il basket è la mia vita. Mi ha scoperto Jay Murphy perché andai al suo camp, mi ha aiutato, mandato a scuola con i figli. La mia carriera è cominciata grazie a lui. So che ha giocato in Italia”.
IL COLLEGE - “Volevo restare vicino a casa insieme ai miei ma Arizona mi ha conquistato. Ho pensato che sarebbe stato belll stare li quattro anni. Non ho sbagliato. Ho vinto più partite di chiunque altro ad Arizona. È un grande traguardo ma l’ho raggiunto perché avevo compagni eccezionali. Stanley Johnson, Nick Johnson, Rondae Hollis-Jefferson, TJ McConnell. Ora sono tutti nella NBA e giocano bene”.
JOSEPH BLAIR - “È stata la prima chiamata che ho fatto. Mi ha allenato ad Arizona, è un amico e un mentore per me. Mi ha raccontato dell’Italia e di Milano, un programma prestigioso, una grande opportunità. Mi ha raccomandato di venire”.
WESTBROOK- “Quando mi sono presentato al camp di Oklahoma City mi ha intimidito. Ha grande presenza, personalità. È un giocatore cui tutti guardano come un modello, un idolo. Con lui ho assaggiato il basket europeo quando siamo andati in Spagna. Farlo con lui è stato incredibile”.
MILANO - “La vedo come un’opportunità di espandere le mie conoscenze, la comprensione del mondo e scoprire nuovi aspetti del basket da incorporare nel mio bagaglio”.
LA DESCRIZIONE - “Sono un giocatore duro, fisico, difendo, proteggo il canestro e schiaccio. Mi piace tanto schiacciare. In sostanza faccio quello che serve per vincere le partite”.