Olimpia: il quintetto dell’era moderna è Djordjevic, Gentile, Gallinari, Fucka e Samuels
Scegliere il quintetto “moderno” – ovvero considerando i giocatori passati dall’Olimpia dopo il 1990 – non dev’essere stato facile neanche interpretando il sondaggio per quello che era, ovvero un gioco
Scegliere il quintetto “moderno” – ovvero considerando i giocatori passati dall’Olimpia dopo il 1990 – non dev’essere stato facile neanche interpretando il sondaggio per quello che era, ovvero un gioco. Dal 1990 a oggi, l’Olimpia ha vinto molto meno che nei decenni precedenti. Solo due scudetti, due Coppe Italia e una Coppa Korac. Quattro dei cinque giocatori scelti hanno fatto parte di formazioni che hanno vinto. In ultima analisi, questo e la popolarità dei singoli, hanno fatto la differenza.
SASHA DJORDJEVIC – E’ stato uno dei più grandi playmaker degli anni ’90 a livello europeo, giocando in molte delle squadre più forti del continente. E’ arrivato a Milano dopo aver vinto il titolo continentale con il Partizan ma in un periodo di transizione poi stoppato dall’ingresso in società di Bepi Stefanel con gli ex triestini, un’operazione che di fatto l’ha spinto verso Bologna e una nuova carriera. Non è stato fortunato: nel 1993 avrebbe potuto vincere lo scudetto con la squadra che aveva già vinto la Korac, ma non aveva Antonio Davis ed è stata una perdita decisiva.
ALESSANDRO GENTILE – In un’epoca priva di giocatori bandiera, un ragazzo che arriva a 20 anni ed è ancora qui è un’eccezione. Alessandro Gentile ha scalato l’Olimpia diventandone il più giovane Capitano di sempre e ha anche vinto lo scudetto del 2014 da MVP. Di questi ultimi anni è stato il volto della squadra, il simbolo, il trascinatore in molti momenti. La sua inclusione è un atto di riconoscenza del popolo biancorosso nei confronti del suo leader emotivo.
DANILO GALLINARI – Situazione strana la sua, perché pur giocando nel club più vincente d’Italia non ha mai vinto nulla a Milano. Impossibile però fargliene una colpa: Gallinari ha giocato a Milano poco, perché la carriera l’ha portato altrove e perché in quelle stagioni obiettivamente Milano non era in grado di vincere. Ma il pubblico l’ha premiato come un simbolo di resistenza, vedendo in lui comunque le stimmate del giocatore orgoglioso di vestire la maglia dell’Olimpia.
GREGOR FUCKA – La sua presenza è un atto di giustizia nei confronti della squadra del 1996, troppo spesso sottovalutata nella storia dell’Olimpia. Avrebbero potuto essere presenti in questo quintetto Nando Gentile da playmaker, Rolando Blackman da guardia e naturalmente Dejan Bodiroga da ala piccola: non ci sarebbe stato nulla di strano. Ma alla fine va dentro Fucka, l’ala forte più atipica di sempre e un giocatore efficace in un ruolo in cui l’Olimpia per molti anni non ha avuto tanta fortuna.
SAMARDO SAMUELS – E’ la scelta che sui social ha fatto più discutere perché negli ultimi 26 anni di buoni centri l’Olimpia ne ha avuti molti, inclusi Travis Watson, Warren Kidd, Ioannis Bourousis, naturalmente Joseph Blair. E non c’è dubbio che Darryl Dawkins (a Milano solo nella stagione 1991/92) sia stato complessivamente un giocatore superiore a Samuels, carriere alla mano. Ovviamente “Sam Sam” è stato premiato anche per la vicinanza cronologica con il sondaggio, quindi ha sfruttato la popolarità presso i votanti più giovani (questo vale anche per tutti gli altri sondaggi, basti vedere quanti pochi voti abbiano raccolto giocatori come Pieri, Riminucci, Vianello e Masini che nei rispettivi ruoli avrebbero meritato ben altra considerazione ma ovviamente pochi li hanno visti giocare tra i votanti). Ma è anche vero che negli ultimi 26 anni i centri titolari che hanno vinto lo scudetto sono stati due, lui e Davide Cantarello. Le due stagioni di Samuels a Milano sono state individualmente molto brillanti e la squadra è anche arrivata a due vittorie dalle Final Four di Eurolega. Quindi non è uno scandalo che abbia prevalso lui. Dawkins ebbe una stagione a Milano con numeri importanti (quella doveva fare testo, non la carriera a Philadelphia o le stagioni di Torino) ma alla fine non ha vinto nulla. Se fosse stato scelto Dawkins, con il quale l’Olimpia giocò le Final Four, sarebbe stata una decisione corretta. Ma non significa che quella di Samuels sia stata un’inclusione ingiusta.
IL SECONDO QUINTETTO
Qui il quintetto dei “secondi classificati”, ruolo per ruolo.
NANDO GENTILE – Playmaker, capitano e vero leader della Stefanel del 1996, un combattente mancino di enorme personalità che sapeva tenere in pugno la squadra, tirare e difendere.
ANTONELLO RIVA – Ha superato di un niente Keith Langford. Riva ha vinto solo una Korac a Milano, sfiorando tanti altri successi (una finale scudetto persa in casa, una Final Four persa con il Partizan, una Coppa Italia persa in finale contro Verona) a dispetto di numeri importanti
DEJAN BODIROGA – Un genio che giocava con il suo passo ma a Milano era ancora abbastanza giovane da sfoggiare un accettabile livello di atletismo. Decisivo nel 1996, poi andò via ed è un peccato che sia successo.
NICOLO’ MELLI – Anche in questo caso il popolo biancorosso ha premiato la longevità, l’identificazione in un giocatore che ha sempre dato tutto e vinto uno scudetto da titolare.
DARRYL DAWKINS – Un giocatore dominante in attacco e molto condizionante. Alla fine erano più i benefici che i problemi che alimentava con la sua presenza. Un anno solo a Milano, numeri indiscutibili.