Tetto del Palazzetto a Pistoia, la posizione di Maltinti
Dopo le polemiche al Consiglio Comunale
Recentemente abbiamo stipulato con il Comune di Pistoia un accordo di convenzione per un anno (rinnovabile per altri due) per la gestione del palasport, struttura che, giova ricordarlo, è (e rimane) di proprietà dell’ente. In quanto gestori dell’impianto, l’amministrazione comunale ci ha dato mandato di richiedere un preventivo per i lavori di rifacimento del tetto a diverse ditte, per poterlo approvare e procedere, entro l’estate, a un intervento ormai non più procrastinabile.
Non nego che, da pistoiese, avrei voluto che in consiglio comunale non venisse sollevata una polemica dai tratti vagamente demagogici, riguardante un ambito, quello dello sport, che in nome della collettività dovrebbe essere estraneo ai meri calcoli di convenienza politica. Ne prendo atto, ma desidero rispondere a chi ha sollevato la questione della proprietà da parte delle società sportive dei palasport, come avviene negli Stati Uniti. I bilanci di una società dell’NBA, il massimo campionato di pallacanestro a livello mondiale, non sono minimamente paragonabili a quelli di nessuna società di serie A italiana. Nel nostro Paese, non vi è alcun club, nel panorama del basket professionistico, proprietario del proprio impianto di gioco: nemmeno in quelle realtà estremamente più solide e strutturate rispetto al Pistoia Basket, la società è padrona dell’impianto nel quale la domenica disputa le proprie gare interne. Ritengo per questo fuorviante, oltre che completamente errato, cercare di paragonare due sistemi sportivi (e non solo) totalmente differenti come quelli italiano e statunitense.
Esulando dal piano sportivo, è mia convinzione che questa società, accollandosi la gestione del palasport, abbia alleggerito il bilancio dell’ente comunale, ma è innegabile che, per le attuali possibilità economiche del Pistoia Basket, la spesa del rifacimento del tetto, opera che peraltro in quanto di manutenzione straordinaria non compete al gestore dell’impianto, sia insostenibile.
Mi auguro che quanto affermato dal consigliere Bartolomei circa la possibilità che fra due anni questa società abbia cessato la propria attività non sia un auspicio, ma in ogni caso credo che chi si occupa di cosa pubblica, chi è chiamato dai cittadini a un incarico di assoluta responsabilità, dovrebbe avere una visione strategica ad ampio raggio, che non fosse frutto di un interesse contingente e magari egoistico. L’ipotesi che fra due anni una società sportiva possa, per citare le parole del consigliere, “non esistere più” (ipotesi magari nemmeno troppo remota, vista l’assoluta impossibilità da parte di chiunque di poter prevedere il futuro) è una ragione sufficiente per lasciare che un’opera pubblica che è un bene della città e per la città finisca irrimediabilmente in malora? O forse non ci si vuole rendere conto dei danni che le incessanti infiltrazioni di acqua piovana all’interno della struttura continuano a procurare?
Mi chiedo, senza vena polemica, ma solo per capire realmente il punto di vista di chi ha sollevato la questione, a chi gioverebbe la mancata manutenzione di una struttura sportiva come il palasport, anche nella sciagurata ipotesi che un domani il Pistoia Basket sia costretto a cessare la propria attività? Ognuno di noi sa che il proprio futuro è un’incognita, ma nessuno di noi pensa che questa sia una buona ragione per starsene con le mani in mano, aspettando il momento, quello sì certo per chiunque, di una più o meno prossima fine.
La Politica, quella con la P maiuscola, dovrebbe sempre aver presente che oltre gli egoismi del presente c’è altro. Ci sono i nostri giovani, le nuove generazioni: tutto sta a decidere cosa (e in che condizioni) vogliamo lasciar loro in eredità. Indipendentemente da come si chiamerà la società sportiva che fra due anni avrà in gestione il palasport. Indipendentemente dal tipo di campionato a cui parteciperà.