Nikola Akele-Reyer, è guerra. Esposto alla FIP contro Venezia
Il giovane italo-congolese denuncia il comportamento della Reyer Venezia
Il rapporto tra Nikola Akele e la Reyer Venezia è ufficialmente compromesso. Tra il giocatore e la società si è scatenata la guerra, tanto che il ragazzo ha presentato un esposto alla FIP per denunciare la condizione di "prigionia" in cui lo terrebbe la Reyer, come riportato dal Corriere dello Sport.
Ecco le parole di Akele:
Situazione strana «Qualcosa non andava. Durante l'anno i miei coetanei mi avevano detto che dopo 18 gare, in qualità di giovane di serie, avrei avuto il diritto a ricevere per regolamento prima un rimborso e poi a fine campionato un contratto professionistico. Non lo sapevo. Ho aspettato, ma il club non mi ha mai detto nulla. Io non penso ai soldi, però mi avrebbero fatto piacere conoscere come stavano le cose: non avrei fatto problemi. E già qui ho iniziato ad avere i primi dubbi. Avevo 13 anni quando mi sono trasferito da Montebelluna a Venezia. Da allora i miei genitori hanno firmato documenti convinti come me che io fossi tesserato per la Reyer maschile. La verità l'ho appresa pochi mesi fa: nessuno ha informato né me né la mia famiglia che invece ero tesserato per una squadra satellite femminile. Quando ho chiesto spiegazioni, mi hanno detto che è una società dove piazzano i loro ragazzi della giovanile. E io che mi fidavo di loro...»
Brugnaro e l'ultimatum «E' stato chiaro e secondo me anche troppo duro: "O firmi con noi per 5 anni al rninimo dello stipendio, e allora io ti permetto di andare in prestito, oppure ti mando in promozione e rimani fermo due anni»
L'imposizione è da considerarsi singolare, visto che gli si chiedeva di sottoscrivere un accordo con una società differente (quella femminile) dalla quale lui era stato tesserato sin dal 2008 pur essendone ignaro.
Tradimento «Se mi sento tradito? Un po'. E, sì, ovviamente mi sento prigioniero di un sogno. L'unica soluzione che vedo possibile è lo svincolo. Ma ho fiducia nella Federazione»
College «Dopo ciò che è accaduto, questa finestra è sempre più aperta. Prima però voglio vedere come finirà qui. Voglio che vengano rispettati i miei diritti di giocatore: non posso continuare a sentirmi un prigioniero»
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