Luca Banchi: 'Ho pensato di andare via'
Le parole importanti del coach dell'Olimpia Milano
Addio vicino: «Potevo stare a casa un anno. E ci ho pensato per molto più di un secondo. Solo a fine anno io, Proli e Portaluppi ci siamo seduti e mi è stata ribadita la fiducia espressa a stagione in corso. Vincere ha cambiato la percezione di quanto fatto, ma non avevo bisogno dello scudetto per restare. Ora, finalmente, mi sento a mio agio».
Obbiettivo bissare il successo: «Sì, anche se abbiamo tenuto sette giocatori e lo staff. Abbiamo la responsabilità di far tutto meglio, di non dare niente per scontato e io per primo dovrò dare l'esempio. I nuovi portano entusiasmo, coi vecchi sarò più esigente. Abbiamo aspettato 18 anni per vincere, da 28 l'Olimpia non fa il bis. E l'entusiasmo mostrato dai nostri tifosi al Lido e anche qui a Bormio dimostra come a Milano ci sia ancora voglia di vittoria».
Roster 2014/2015: «Volevamo preservare un nucleo, un patrimonio da non disperdere e con margini di miglioramento inesplorati. E abbiamo aggiunto giocatori in rampa di lancio o fortemente determinati a rilanciarsi in una piazza che sa valorizzare, vedi Jerrells eLangford».
Vicenda Hackett e rapporto con Gentile: «La situazione creatasi rappresenta sicuramente un problema per lui, staff e compagni, di cui Daniel è l'unico responsabile. Lavora con impegno, non ha alibi, spero che la vicenda gli serva per maturare. Con Alessandro abbiamo condiviso difficoltà ed euforie, e il privilegio di festeggiare insieme. I ruoli ci hanno portato a confronti anche decisi, mai sfuggiti di mano. Il tempo ci insegnerà ad apprezzare le qualità reciproche».
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