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Serie A 23/06/2014, 21.17

Grissin Bon: La squadra a tre facce – Story 3

La stagione della Pallacanestro Reggiana raccontata in tre capitoli

Serie A

Cercare di rivivere la stagione della Pallacanestro Reggiana attraverso un riassunto sarebbe troppo lungo e il quadro che ne uscirebbe sarebbe poco approfondito e frettoloso. Ma se scegliamo solo tre partite rappresentative, tre storie con altrettanti protagonisti, potremmo metterle sotto una lente d’ingrandimento per analizzarle, rileggerle e viverle nuovamente.

La stagione appena conclusa ci ha raccontato la storia di una squadra a due facce, quella battagliera e determinata delle partite in casa e quella arrendevole e indecifrabile delle partite in trasferta.

A guardar bene, ci sarebbe anche una terza faccia, quella degli appuntamenti importanti, che non discriminava fra casa o trasferta, Italia o Europa e a volte, come nei migliori collettivi, poteva prescindere anche da chi veniva schierato in campo.

 

Le tre storie

Day 1: Il progetto Eurochallenge – Andrea Cinciarini

Day 2: Time Out – Max Menetti

Day 3: Il Forum come il Madison – Mussini e White

Il Forum come il Madison – Mussini e White

“Gioca come un ragazzo di 18 anni, non cercare di fare il Cincia, a noi serve quello che sai fare tu”.

Max Menetti, poco dopo aver scritto su un foglio il quintetto di partenza, parla con il suo playmaker titolare, Federico Mussini classe 1996, e prova a spiegargli che cosa vuole da lui.

Federico quel venerdí non avrebbe dovuto trovarsi al Forum di Assago a giocare le finali di Coppa Italia. Doveva essere a scuola al liceo scientifico che frequenta, ma appena due giorni prima dell’esordio gli eventi precipitano: mercoledí gli esami confermano che Cinciarini è out, mentre giovedí si strappa Brunner. Senza i due giocatori cardine, la Coppa Italia dei reggiani si preannuncia poco più che una comparsata.

La Pallacanestro Reggiana di coach Menetti è già di base una squadra giovane. Nelle rotazioni ci sono stabilmente il 1991 Cervi e il 1993 Silins, ma con Cinciarini e Brunner ai box, devono prendere parte alla trasferta anche il ’92 Pini e il ’96 Mussini.

Federico è un ragazzo di grandi speranze e con notevole sangue freddo: non potrebbe essere altrimenti se riesci a giocare un’ottima partita e l’escalation delle comunicazioni sono state “stai pronto a venire che Cinciarini forse non sta bene”, “vieni per dare una mano a Filloy, se c’è bisogno”, “parti in quintetto, vai tranquillo”. Se dovessimo paragonarlo ad un giocatore NBA, sceglieremmo Steph Curry, perché ha un grande facilità nel crearsi il tiro dal palleggio e anche meccanica e velocità di rilascio ricordano il play di Golden State. Il suo aspetto critico per ora è il fisico, il che gli crea problemi per difesa ed impostazione del gioco, ma è problematico solo se viene buttato nella mischia adesso contro gente dieci anni più vecchia di lui, siamo pronti a scommetterci non sarà un problema in futuro.

 

Nel quarto di finale contro Cantù, Menetti decide di giocarsi la carta a sorpresa e di schierare dall’inizio Mussini. E l’effetto spiazza non poco i canturini, che da un lato patiscono psicologicamente l’imprudenza di una squadra che non ha nulla da perdere, dall’altro non sfruttano l’occasione di attaccare l’inesperienza e la leggerezza fisica dei reggiani (cosa che in semifinale Sassari farà dal primo possesso).

Succede spesso cosi, che qualche evento straordinario ed inaspettato, offuschi la vera sostanza delle cose.


Nel 1970, nella finale NBA, si scontrano i New York Knicks di Walt Frazier e Willis Reed contro i Los Angeles Lakers dei super veterani Elgin Baylor, Wilt Chamberlain e Jerry West.

In gara 5 Willis Reed subisce un strappo muscolare che, come è naturale, gli rende impossibile giocare a basket. Ma nella decisiva gara 7 a New York, con avversari e pubblico certi della sua assenza, a metà del riscaldamento esce fuori dal tunnel ed entra in campo, zoppicando, con il Madison Square Garden in autentico delirio. Sempre trascinando la gamba è lui che va a saltare per la palla a due contro Chamberlain ed è sempre lui che si prende i primi due tiri della partita, segnandoli.

Poi ovviamente esce di scena e a vincere quella partita per New York ci penserà Frazier, con 36 punti e 19 assist (diciannove!), ma quell’uscita dal tunnel è rimasta nella leggenda e nell’immaginario collettivo è il vero motivo della vittoria. Se il basket non è solo una questione tecnica e aritmetica, ma c’è anche un aspetto emozionale che incide su compagni, pubblico e avversari, chissà quanto quella gara 7 l’ha vinta Frazier e quanto Reed.

 

Il Madison come il Forum: anche qui, l’impatto psicologico è stato notevole. Per chi non abita in Sardegna, quel weekend verrà ricordato come quello di Pini e di Mussini. Anche Amedeo Della Valle, alle prime domande dei quotidiani nazionali sul perchè avesse scelto proprio Reggio Emilia, rispose che era una scelta naturale per un giovane, perché a Reggio non ci pensano un secondo a schierare nello starting five Cervi, Silins e Mussini e dare minuti a Pini, 21 anni di media in quattro.

La sostanza, dicevamo. Si perché oltre agli ottimi 15 minuti di Mussini, conditi anche da una tripla alla Steph Curry, in quel weekend c’è anche dell’altro: succede che James White decide che è ora di allacciarsi le scarpe.

Fino ad allora era stato una presenza misteriosa all’interno della squadra: anche a causa della scarsa condizione fisica di inizio stagione, faticava a prendere posizione in post, a giocare uno contro uno e soprattutto nei finali di partita nei quali le difese alzavano il livello di fisicità, spariva. Ma negli ultimi mesi il lavoro in palestra iniziava a dare i propri frutti e il White che si presentò a Milano era un altro giocatore, sia dal lato fisico che da quello della aggressività. Giocherà quei due giorni sempre al centro dell’attacco, con la palla in mano, prendendosi tutte le responsabilità e i tiri che aveva rifiutato nei mesi precedenti.

Qualcuno che capisce di basket, un giorno disse che “in America il leader muore sparando”. Bryant, Jordan, in una partita dentro o fuori, preferiscono perdere tirando 4 su 21, piuttosto che uscire di scena guardando i compagni più giovani giocare possessi decisivi, con in mano palloni più pesanti di quelli che potrebbero e dovrebbero portare.

E White in quel weekend decise che era l’ora delle responsabilità. Scese finalmente in campo, e ci rimase per tutta la seconda parte di stagione, a 19 punti di media a sera.

Già contro Cantù mise 25 punti per la vittoria dei suoi nei quarti di finale, mentre nella sconfitta con Sassari, dopo i 37 minuti del giorno prima, se possibile aumentò l’intensità della sua pallacanestro e segnò 36 punti, con 12 su 17 da due, 7 falli subiti e 42 di valutazione. Questo è il weekend in cui è cominciata la luna di miele di “The Flight” con il pubblico ed è il motivo per cui se su twitter cercate l’hashtag FlightStayInRE troverete centinaia di messaggi.

 

Come detto, la sconfitta con Sassari mette fine al sogno Coppa Italia per Reggio, che comunque ha vissuto un weekend pieno di soddisfazioni.

Lavorare con i giovani è una cosa che vogliono fare tutti, almeno a parole. Poi però la realtà si scontra con la fretta, con la paura e con la sfiducia, tre cose che sono kryptonite per un ragazzo che deve crescere.

Nella realtà con i giovani ci lavorano in pochi perché è un lavoro spesso ingrato. Devi seminare e innaffiare ogni giorno. A volte non cresce niente. A volte cresce qualcosa, ma a raccogliere sarà qualcun altro. Speri in una crescita veloce, o almeno costante, mentre invece i tempi sono lunghi e discontinui. Tutto questo, se lavori con i giovani, bisogna accettarlo. E non è facile.

È quando i riflettori delle franchigie NBA o delle grandi università americane si accendono sui tuoi ragazzi, che capisci che spesso, di tutto il tempo che hai speso per farli crescere, il periodo che godi i frutti di ciò che hai seminato è davvero contenuto, magari un paio d’anni quando va bene. Ma è proprio quello il momento in cui capisci che hai fatto centro, che hai lavorato bene, anche se su Wikipedia sarai solo la squadra che quel giocatore lo ha cresciuto, prima dell’Eurolega e degli scudetti.

© Riproduzione riservata
P. Chierici

P. Chierici

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Comments Occorre essere registrati per poter commentare 12 Commenti
  • rhllor 24/06/2014, 11.23

    Bravo!

  • Goldenboy88 24/06/2014, 09.51

    Montecchi, Basile, Silins, Melli, Gigli
    Mussini (speròm) Londero, Boscagin, Campani, Cervi...


    Tanta Roba dal settore giovanile!!
    e ne ho dimenticati tanti

  • TROYtropBELL 24/06/2014, 09.50
    Citazione ( Fenixwing 23/06/2014 @ 23:31 )

    Max secondo te sta ancora chiedendo la coppa che aveva detto che dovevano darci dopo la batosta rifilata a Cantù o si è accontentato di quella europea? :D

    Eh si max ha fatto tutto giusto in quel week-end...tranne quella sparata li assurda!

  • peterparker0607 24/06/2014, 00.45 Mobile
    Citazione ( Fenixwing 23/06/2014 @ 23:31 )

    Max secondo te sta ancora chiedendo la coppa che aveva detto che dovevano darci dopo la batosta rifilata a Cantù o si è accontentato di quella europea? :D

    Per quel giocatore intendevo Basile e semi scudetto...!

  • peterparker0607 23/06/2014, 23.53 Mobile
    Citazione ( Fenixwing 23/06/2014 @ 23:31 )

    Max secondo te sta ancora chiedendo la coppa che aveva detto che dovevano darci dopo la batosta rifilata a Cantù o si è accontentato di quella europea? :D

    L'anno prossimo è quello buono per prendere la coppa vera...

  • Fenixwing 23/06/2014, 23.31 Mobile
    Citazione ( peterparker0607 23/06/2014 @ 23:16 )

    esatto... in fondo con "quel giocatore" non abbiamo vinto scudetti ma la semifinale è stata un po' come uno scudetto

    Max secondo te sta ancora chiedendo la coppa che aveva detto che dovevano darci dopo la batosta rifilata a Cantù o si è accontentato di quella europea? :D

  • peterparker0607 23/06/2014, 23.16
    Citazione ( Mike6mito 23/06/2014 @ 22:45 )

    Commovente... Hai superato te stesso, davvero orgogliosi di una società che da tantissimi anni lavora così bene coi giovani. Le vittorie e le sconfitte passano, ma le emozioni che la Pallacanestro Reggiana ci ha dato e ci darà non passeranno mai

    esatto... in fondo con "quel giocatore" non abbiamo vinto scudetti ma la semifinale è stata un po' come uno scudetto

  • click061 23/06/2014, 23.16

    Ci voleva un resoconto romanzato come questo. E un grazie a Reggio per la stagione che ha avuto.

  • Fagoloso88 23/06/2014, 22.49 Mobile
    Citazione ( Fenixwing 23/06/2014 @ 21:43 )

    Questo è il brano più bello di tutti. Questa è la Reggio che cresce i suoi ragazzi, quella che spesso se li vede portare via e che finalmente diventa anche lei grande per farli restare!

    Quoto. Non c'è soddisfazione più grande che vedere i propri giocatori uscire dalle giovanili, farsi largo anno dopo anno in prima squadra e, perché no, provare il grande salto Oltreoceano. Speriamo di diventare grandi abbastanza da poterli tenere stretti fino a quel momento!

  • Mike6mito 23/06/2014, 22.45 Mobile

    Commovente... Hai superato te stesso, davvero orgogliosi di una società che da tantissimi anni lavora così bene coi giovani. Le vittorie e le sconfitte passano, ma le emozioni che la Pallacanestro Reggiana ci ha dato e ci darà non passeranno mai

  • Fenixwing 23/06/2014, 21.43 Mobile

    Questo è il brano più bello di tutti. Questa è la Reggio che cresce i suoi ragazzi, quella che spesso se li vede portare via e che finalmente diventa anche lei grande per farli restare!

  • rayalle 23/06/2014, 21.32

    Fantastico quel venerdi contro Cantu.. Ho assistito sicuramente a vittorie piu importanti in trasferta, ma il sapore di quel quarto di finale è stato unico, il pronostico ci dava perdenti 10 volte su 10 (e infatti credo sia stata l unica partita in 14 anni che seguo la PR in cui non credevo potessimo proprio vincere).
    E in quella 2 giorni di Coppa Italia James White ha giocato i 2 match piu dominanti che abbia mai visto fare ad un giocatore dal vivo nella mia vita, non ricordo un suo singolo errore in 80'...