Charlie Recalcati: 'Il rubgy va in TV perché se lo merita'
Recalcati sulla campagna Più Basket in Rai: 'Dico che prima di chiedere più spazio dovremmo pensare a cosa offriamo noi del basket alle tv per renderci appetibili' e su rinuncia alla wild card: 'Non sono d'accordo'
Charlie Recalcati domenica tornerà nella sua Varese con la Sutor Montegranaro.
Il coach ha parlato a La Provincia di Varese del momento del basket italiano e della sua Sutor.
Ritorno a Varese sempre speciale. È assolutamente così. Tornare a Varese, entrare al palazzetto e riassaporare quell'atmosfera è un modo per rinfrescare grandi ricordi e ritrovare tanti amici. Ogni anno cerchio la data sul calendario. L’accoglienza che il pubblico va-resino mi ha riservato l'anno scorso è stata letteralmente da brividi. Gli applausi, la standing ovation, lo striscione dei tifosi... Mai in passato tutto era stato così intenso, mi sono sentito davvero emozionato e felice, ho avuto la conferma di essere circondato da persone che mi vogliono bene.
Cimberio Varese. Mi dispiace certamente molto per la situazione che si è creata, però penso che nulla sia ancora perduto, il calendario favorevole credo possa consentire ancora l'accesso ai playoff. Del resto, viste le scelte fatte a inizio stagione nella costruzione della squadra, non penso ci si aspettasse di ripetere la stagione dello scorso anno. Stefano Bizzozi è un uomo e un tecnico molto capace, affidare la squadra a lui dopo Frates mi è sembrata una conseguenza logica.
Momento Montegranaro. Sono stato volutamente fin troppo provocatorio, l'ho fatto per difendere i miei giocatori, evitare che fossero loro ad esporsi, trasmettere il messaggio che io sono dalla loro parte. La normalità è certamente un'altra cosa, ma devo dire che sono ottimista perché, seppur da prospettive diverse, c'è comunque la volontà comune di garantire un futuro a questa società, a prescindere dal risultato sportivo. Certo, la sofferenza c'è, ma nessuno intende mollare. Perdere Collins e Mayo è stato un duro colpo, ma necessario se serve a garantire la sopravvivenza del club. Niente è compromesso, vogliamo lottare per rimanere in serie A.
Campagna Più Basket in Rai. Dico che prima di chiedere più spazio dovremmo pensare a cosa offriamo noi del basket alle tv per renderci appetibili. Pozzecco era un personaggio a tutto tondo, tanto da meritarsi da Mediaset la chiamata per la conduzione di una trasmissione che nulla c'entrava con la pallacanestro (Candid Camera Show, ndr), ma la sua presenza in tv ebbe comunque il merito di avvicinare al nostro sport un pubblico che non ci conosceva. Stesso discorso si potrebbe fare per Carlton Myers, che seppe attirare su di sé l'attenzione del mondo della pubblicità. Oggi il basket italiano quali personaggi propone? Il rugby, tanto per fare un esempio, ha Martin Castrogiovanni, testimonial a 360 gradi, e a Roma le partite della Nazionale fanno più di 60mila spettatori. Al basket mancano perfino le strutture, nelle coppe europee vediamo squadre che appartengono a campionati meno prestigiosi del nostro eppure giocano in palazzetti moderni, all'avanguardia, roba che noi possiamo solo sognarci.
D’accordo sulla rinuncia alla wild card da parte della Federazione? No. Le competizioni internazionali sono una vetrina peri nostri giocatori. Nel 2006 ai Mondiali andammo con la wild card. Io dico che se Belinelli non avesse fatto proprio in Giappone quella partita pazzesca, contro il Dream Team Usa, in Nba ci sarebbe comunque arrivato, ma ci sarebbe arrivato dopo.