Quintetto stagionale di Adecco GOLD
I migliori 5 e il sesto uomo dell'anno Sportando per la seconda Lega italiana
E' terminata la Regular Season di una Adecco GOLD molto equilibrata e sorprendente, che ha visto l'Aquila Basket Trento chiudere al primo posto e il Credito di Romagna Forlì retrocedere con l'Aget Imola. Stiliamo quindi il quintetto stagionale del campionato con il sesto uomo della stagione.
QUINTETTO
Playmaker – KEDDRICK D'WAYNE MAYS (Upea Capo D'Orlando) quando arrivò in Sicilia dopo l'esperienza scafatese Mays trovò una situazione complessa: squadra ultima con 4 sconfitte su 4 gare e Pozzecco che minacciava di dimettersi in caso di squalifica. Con il suo arrivo la stagione dell'Upea è svoltata, passando attraverso una lunga risalita in classifica fino al secondo posto, toccando anche la vetta per una giornata a pari merito con Trento. I numeri di Mays dicono moltissimo, ma non tutto di come egli sia una sorta di barometro per la squadra. Ha chiuso la stagione con 18 punti, 2.4 rimbalzi e 3.9 assist a gara, tirando la mostruosità di 65% da due e 40% dall'arco. Quello che è riuscito a fare nel roster di Capo però è molto maggiore: offre consistenza difensiva sul perimetro, con grande pressione sul portatore di palla avversario; sfrutta i mezzi atletici e la velocità elevata di cui dispone per portar via il marcatore dal cecchino sul perimetro (cosa fondamentale con Basile e Soragna in squadra) e cosa non da poco costruisce per i compagni molto oltre quello che non dicano i 3.9 assist a gara. Acquisto che all'inizio poteva essere discutibile, ma che grazie alla capacità di Pozzecco di far quadrare il cerchio è diventato un tassello insostituibile
Guardia – ALAN VOSKUIL (Angelico Biella)
“ci sono macchine meno precise di Alan Voskuil”
la scelta è tra lui e Triche, ma scegliamo lui per la capacità di trascinare una squadra giovane come Biella ed esaltarsi in un sistema di gioco che pare disegnato sulla sua persona. Voskuil termina la stagione con 18.5 punti, 3.7 rimbalzi 2.3 assist. Impressiona il 40.7% dall'arco sui 295 tentativi . La sua maturazione come giocatore di basket passa anche dalla crescita del gioco interno. A Piacenza non si scostava mai dallo scegliere soluzioni di tiro non più vicine di 4 metri dal ferro e nella passata stagione in Francia e Turchia ha continuato su questa linea, fino a quando Fabio Corbani non lo ha messo nelle condizioni di nuocere in maniera clamorosa anche in penetrazione con arresto e tiro e addirittura finendo al ferro. Sfruttare la sua grande capacità ai tiri liberi (87%) nei playoff sarà una delle chiavi per dare un senso alla stagione di Biella, che apertamente sostiene di non essere pronta per la serie A, ma che sotto considera più che un punto di partenza poter costruire una squadra il prossimo anno con un parco italiani che non ha eguali nella GOLD di quest'anno. In un ipotetico 5+5 avere Laganà, Raspino, Lombardi, Chillo e Infante da affiancare a 5 americani è l'ideale per iniziare bene la stagione. Voskuil potrebbe restare a Biella? Il sistema Corbani lo sta esaltando come mai era successo nella sua carriera. Da ricordare il record di triple in una sola giornata di campionato contro Jesi, 12.
Ala Piccola – DAMIAN HOLLIS (Angelico Biella) le opzioni potrebbero essere molte, da Dominique Archie a J.R. Giddens, passando per Alexander Young, ma se c'è un giocatore dimostratosi un decisivo gregario in questo campionato di GOLD quello è sicuramente Damian Hollis, il cui contributo alla causa della squadra piemontese va ben oltre i semplici numeri. Hollis è un autentico collante, l'architrave del gioco di Corbani e da lui non si può prescindere. Perché? Semplicemente perché in un quintetto basso e perimetrale come quello che richiede l'allenatore dell'Angelico egli è l'unico in grado di sopperire con l'atletismo alla carenza di centimetri, e di fare qualsiasi tipo di gioco gli si chieda. E' sicuramente insieme a Giddens l'ala più completa del campionato, capace di 17.6 punti, 6.6 rimbalzi e 1.2 assist di media, ma anche di prendere sia la posizione di 3, sia quella di 4. Segna con estrema affidabilità sia da dentro (63.6) sia dall'arco (46.9); in lunetta non trema (83.8). Una delle tante cose che piacciono di questo giocatore è l'umiltà e il comprendere dai propri sbagli: in un paio di occasioni Corbani ha punito la sua negligenza difensiva panchinandolo e facendosi sentire apertamente, mostandogli come la squadra giochi anche senza di lui. La lezione è stata: “per vincere ci serve il miglior Hollis, se non vuoi esserlo non ci servi”. Passate quelle 3 giornate di appannamento ha ripreso a macinare gioco e punti da assoluto dominatore. Pronto per la Serie A. Da ricordare il suo scherzo all'All Star Game quando si è messo la maglia italiana
Ala Grande – DAVIDE PASCOLO (Aquila Basket Trento) classe 1990, con licenza di far ciò che vuole nel verniciato avversario. Parliamo di Davide “Dada” Pascolo, una delle scoperte più interessanti della stagione attuale, nonché uno dei principali motivi per cui l'Aquila Basket Trento si trova ad aver chiuso la stagione regolare al primo posto. Partiamo dai numeri: 16 punti, 9.9 rimbalzi e 2.2 assist di media, oltre a rubate e stoppate in quantità. Nel sistema a bassa velocità di Maurizio Buscaglia si esalta sfruttando l'eccellente tecnica di cui dispone per nuocere in diverse maniere agli avversari. In area è una sentenza nonostante una tecnica di tiro piuttosto macchinosa (66.9), ma impressiona la costanza e la consistenza del tiro dall'arco, che converte con addirittura il 45.5%. Giocatore che in serie A potrebbe forse pagare la differenza di tonnellaggio, ma sul quale un team (qualora Trento non riesca ad arrivare in Serie A) di livello superiore dovrebbe fare un pensiero serio. Il ragazzo ha mostrato miglioramenti continui e di spessore, ampliando il proprio bagaglio tecnico e di comprensione del gioco ad un livello di altra categoria. La sua capacità di adattamento al ruolo di 4 o di 5 è servito per dare il quid mancante al sistema di gioco di Trento: la miglior difesa complessiva e uno dei più ragionati in attacco. C'è tutto per essere promossi, infortuni permettendo.
Centro – TYLER CAIN (Credito di Romagna Forlì) si parla del più dominante giocatore del campionato, avanti anni luce rispetto a tutti i suoi colleghi pariruolo. Tyler Cain non è né atletico, né saltante, ma ha quel mestiere e quell'uso del corpo che lo rendono un autentico colosso. Nonostante il Credito di Romagna Forlì sia stato retrocesso ci viene sinceramente impossibile trovare un centro migliore di lui; parlano i numeri prima di tutto: 17 punti, 11.1 rimbalzi (numero 1 in campionato) e 1.3 stoppate a gara. Una stagione intera da prima opzione offensiva (a volte unica) in una squadra con grossi problemi, ma nonostante i raddoppi costanti e i palloni sporchi da lavorare Cain riesce a finire con il 59% dal campo e a dare sempre la sensazione di controllo assoluto del verniciato. Giocatore che sia in attacco, sia in difesa sa come farsi rispettare e per questo motivo è finito sul taccuino di più di una squadra di Serie A.
SESTO UOMO
Guardia – BRETT BLIZZARD (GZC Veroli) la storia di questo giocatore andrebbe insegnata. Lo scorso anno era disperso in una ignota lega americana e si pensava che la sua carriera fosse ormai arrivata al capolinea; invece giunto a Veroli con un ruolo non ben precisato è riuscito ad essere decisivo per lanciare la GZC addirittura ad un sesto posto che sa di miracolo in relazione alle premesse di inizio stagione. Ora considerando che Veroli ha chance minime di passare in Serie A occorre comunque elogiare Blizzard. E' suo il tiro che svolta la stagione della squadra ciociara: una tripla fuori equilibrio sulla sirena nella gara contro Torino, che di fatto iscrive la GZC ai playoff, ma sono anche sue molte delle conclusioni pesanti che la squadra si è dovuta prendere nell'arco della stagione. Chiude con 11 punti e il 47.5% dall'arco in 23.5 minuti di impiego medio. Occorre a questo punto fare una parentesi sul coach: Marco Ramondino, capace di cavare il sangue da giocatori tutto meno che pieni di talento. Casella arrivato dopo tantissima panca a Cantù si è trasfromato in un tiratore scelto, i due americani rookie sono l'emblema del gioco di squadra e il mestierante Cittadini si è tolto diverse soddisfazioni. Per moltissime di queste idee di gioco e per questa capacità di ottenere elevatissimi risultati Ramondino potrebbe essere tranquillamente il coach GOLD dell'anno.