Ettore Messina: 'Le Final Four, un sogno'
Le parole di Messina, fresco vincitore del titolo russo e con il CSKA già alle Final Four
Ettore Messina, allenatore del CSKA Mosca, ha già portato a casa il primo titolo stagionale, la PBL League, ossia il campionato russo che questa stagione si è svolto senza playoff. Il CSKA inoltre è una delle due squadre assieme al Real Madrid ad essersi qualificata per la Final Four di Euroleague. Messina ha parlato a La Gazzetta dello Sport, ecco le sue parole.
"Ci tenevo a vincere il campionato che è di ottimo livello. Non c'è solo il Khimki ma anche il Kuban ha vinto l'Eurocup, gli stranieri sono sempre più forti. Omar Thomas, mvp in Italia nel 2011, a Samara parte dalla panchina. Dovrebbe essere l'ultimo anno in cui eravamo obbligati ad avere sempre due russi in campo, e noi dopo aver perso Kirilenko e Shved non eravamo superiori come in passato.
Final Four di Euroleague? Più che un obbiettivo era un sogno. Il Cska è una squadra molto rinnovata, non le ho mai date per scontate, la competizione è sempre più alta basta vedere chi è rimasto fuori
Cosa ho portato dalla NBA? Ho avuto la fortuna di avere come vice Quinn Snyder, l'anno scorso con me ai Lakers, che è stato una fonte continua di buoni consigli. Il modo di valutare le cose non è così diverso rispetto alla Nba. Ho rafforzato il mio convincimento della necessità di avere un solido attacco in transizione per non doversi riorganizzare una volta arrivati in attacco.
Che Euroleague è stata? Il livello di intensità delle Top 16 è superiore a quello della stagione regolare Nba. Sono stati 3 mesi e mezzo bellissimi ed estenuanti, nei quali nessuna squadra è riuscita a non accusare almeno un momento di flessione. Per il tifoso credo sia stata un'esperienza eccezionale, come i playoff. Da allenatore amerei giocarmi anche semifinali e finale in 5 partite.
Banalmente, sono contento di quello che sto facendo quest'anno: dopo l'esperienza a Madrid avevo anche il dubbio di non essere più tanto capace. Credo di essere riuscito ad apprezzare più quello che i miei giocatori sanno fare piuttosto che guardare a quello che non sanno fare in una ricerca certe volte un po' ottusa di una perfezione inesistente. Di tutte le mie squadre, questa è la più creativa e camaleontica anche se meno solida, nel senso che magari butta via 15 punti di vantaggio ma poi è lucida nei momenti decisivi. Abbiamo trovato un modus vivendi, ognuno ha imparato ad accettare i difetti degli altri, anche i miei. Non si quotavano le scommesse su quanto saremmo durati io e Teodosic assieme, siamo arrivati fin qua, con successo.
Weems? Sonny è in piena crescita tecnica ed è un americano per certi versi atipico che cerca sempre di capire qualcosa di più sulla squadra e sul gioco. L'ho apprezzato prima di conoscerlo leggendo il suo blog sull'esperienza in Lituania: non c'erano i soliti stereotipi da americano all'ester.
Micov? Mi era piaciuto in allenamento a Cantù l'anno scorso, sa fare tante cose, è un finto lento alla Van Breda Kolff perché è molto più ! veloce degli altri nella testa, piuttosto che con le gambe.
Papaloukas? Non litighiamo, siamo un po' come Sandra Mondami e Raimondo Vianello. Avevamo bisogno di un play aggiunto che desse serenità a Teodosic, l'abbiamo aspettato, ha la forte determinazione di chiudere una grande carriera con una Final Four di alto livello".