Ettore Messina: 'Riparto con i piedi di piombo'
Il coach è tornato in Europa dopo un anno da assistente ai Lakers
Ettore Messina ha parlato a La Gazzetta dello Sport del suo ritorno a Mosca alla guida del CSKA e della prossima stagione di Euroleague in cui la sua squadra parte coi favori del pronostico. Ecco le sue parole.
"Ci tengo particolarmente a far bene, per le potenzialità della squadra che allenerò ma, soprattutto, per la stima e considerazione che il club ha mostrato nei miei confronti e che vorrei ripagare con dei risultati. Oggi l'Europa è diversa, i poteri forti sono stati attaccati dalla crisi economica, potenze storiche come Panathinaikos e Olympiacos sono molto rinnovate. Ma restano le spagnole, il Maccabi, le altre squadre russe, Efes e Fenerbahce: soprattutto la nuova squadra di Pianigiani ha un gruppo non solo da Final Four ma da finale. In generale c'è un talento più diffuso da valutare anche con la nuova formula. Le italiane? Siena avrà anche ridimensionato ma, come profondità di squadra, non si vede. Bisognerà valutare la qualità dei giocatori e dovrà misurarsi con una filosofia tecnica diversa. Milano è una candidata ai playoff e, di conseguenza, alle Final Four. Che CSKA sarà? Senza Siskauskas che aveva anche un valore emotivo e carismatico e senza due giocatori come Kirilenko e Shved che, come ha dimostrato l'Olimpiade potenzialmente erano i più forti. Abbiamo una squadra com pietà, intercambiabile, che dipenderà da quanto ci sapranno garantire gli americani Weems, Jackson, Nicholas e da come un nucleo con Krstic, Teodosic, Khryapa, che sa difendere bene, attaccherà con l'armonia necessaria. Cosa porto dalla NBA? Piccole sfumature, il rapporto con i giocatori non solo i big, la gestione del contatto fisico in allenamento, la preparazione delle situazioni particolari di fine partita, anche se la loro mentalità sul fare fallo o no in certe situazioni resta diversa dalla mia. Gestione del contatto fisico? Non si tratta solo di evitarle per non farsi male in allenamento. Diciamo che ai Lakers usavano molti esercizi a "contatti gestiti", sviluppando Fazione mi fermandosi prima del tiro dove di solito arrivano i falli. Oppure nel 5 contro 5 a metà campo per sviluppare i giochi, utilizzano lo staff tecnico in difesa pei ottimizzare i tempi. Altrimenti una volta uno perde la palla, una volta dopo gli fanno fallo... la metà delle azioni sono inutili. Cosa mi porto dietro? Aver rifatto da uomo maturo quello che avevo fatto da ragazzo come assistente allenatore è stato un bagno di umiltà. Ti ritrovi a portare le borse, anche se in senso figurato. Tutti quanti, prima o poi, dobbiamo scendere dal pero, io non so se ne avessi bisogno o meno, comunque... sono sceso dal pero. Nessun rimpianto. Avrei dovuto farlo prima, quando ho lasciato il Cska, 4 anni fa. Ora sono troppo vecchio per stare ad aspettare l'occasione di diventare capo allenatore nella Nba. E' stato un anno eccitante anche se corto per il lock out, dove ho dovuto riorganizzare la mia vita lavorando in un club come i Lakers dove la priorità assoluta, prima ancora elei risultato che comunque conta, è fare le cose bene. Quin Snyder sarà il mio assistant coach. E' una persona che mi ha colpito molto, non solo perché ha una visione creativa dell'attacco che mi migliorerà come capo allenatore. E' stato un grande play, ho visto come lavora coi singoli e credo che Teodosic, Jackson e Ponkrashov ne trarranno grandi benefici. In più, è uno dei seguaci di Popovich ed è stato proprio il coach degli Spurs a spingerlo a fare questa esperienza in Europa con me. Una soddisfazione. Olimpiadi da commentatore? Mi sono divertito e ho imparato molto da Flavio Tranquillo e Gerì De Rosa con cui ho fatto le telecronache, mi ha affascinato vedere il lavoro e la preparazione di un evento televisivo. Ho cercato di raccontare le partite come se lo stessi facendo. Come giudico i giochi? Prima parte molto lenta, 10 giorni per eliminare 4 squadre che tutti sapevano sarebbero state eliminate è troppo. Dai quarti, bellissimo, con una finale fantastica e un quarto posto alla Dorando Pietri della generazione dorada argentina che credo abbia commosso tutti, anche se i russi hanno meritato di vincere. Un torneo che ha chiuso un ciclo di grandi giocatori, a partire da Kobe, senza vere novità. Io nuovamente CT? Sì, e prima o poi ci riuscirò. Io futuro allenatore della Russia? Non ho avuto alcun contatto. Ma vedo la Nazionale come una nuova fase della mia carriera e una sfida da affrontare quando il mio nuovo contratto col Cska finirà".