A Cantù non basta il cuore e l'orgoglio, addio Eurolega
Cantù sbaglia il tiro della vittoria a 3 secondi dalla sirena, così perdendo contro il Barca per 63-62 saluta definitivamente l'Eurolega. Un vero peccato visto come aveva giocato, la squadra di Trinchieri, lungo tutto il match.
Cantù chiude con onore la sua avventura in Eurolega, e per un soffio, con il tiro di Basile al fotofinish che si infrange sulla difesa del Barca (qualche polemica su un presunto fallo su Basile nel momento del tiro) non mantiene vivo il sogno di continuare questo incredibile percorso europeo. Un pò di sfortuna, una terna arbitrale che non ha convinto al 100%, e qualche momento di black-out nella frazione conclusiva hanno impedito alla Bennet di compiere l'impresa più difficile. Alla fine il Barca spegne le residue fantasie; benché il popolo di Cantù non può che ringraziare questa squadra per quanto è stato fatto lungo tutti questi mesi di pallacanestro. Non bastano le ottime prove di Shermadini (14 pts, 8 rb e 8 falli subiti) e Perkins (12 pts, 7 rb e 5 assist), né la concretezza di Brunner (8 pts e 7 rb) e Leunen (9 pts, +11 di p/m), nè la leadership di Basile. Il Barca infatti tira meglio da due, tira meglio i liberi - 76% contro il 45% di Cantù - perde meno palloni, e attraverso la 'furbizia' di Navarro (12 pts e 4 assist) dimostra di essere una squadra con molta più esperienza. Un roster difficile da limitare nei 40 minuti di gioco. Ciò non toglie che Cantù abbia dimostrato alla grande di meritare questo palcoscenico. Il palcoscenico dei grandi team, delle grandi occasioni.
RECAP Cantù non parte benissimo; metà primo quarto ed il Barca prende un piccolo margine di vantaggio (16-9) sfruttando l'ingresso in campo di Sada; dopo che nei primi minuti di gioco l'equilibrio era regnato sovrano sul 10-9 in favore degli ospiti. Cantù però non ha voglia di perdere tempo, così sfruttando un parziale aperto di 9-2, propiziato da Leunen, chiude il primo quarto in parità, a quota 18 punti. Nella seconda frazione per diversi possessi nessuno riesce a trovare la via del canestro; nel frattempo la zona messa in campo da Trinchieri fa arrancare l'attacco del Barca, e la Bennet sfrutta la cosa a proprio vantaggio, non facendo scappare via gli avversari in un momento di totale aridità offensiva. Perkins e Brunner scuotono l'ambiente nel momento caldo del secondo quarto, la schiacciata di Brunner riscalda senza mezzi termini il pubblico, mentre il +3 scritto a tabellone fa credere ulteriormente nell'impresa. Navarro allora si prende la squadra sulle spalle e con un mini-break di 5 punti ribalta il punteggio, riportando il Barca su quel +2 con il quale si chiuderà il primo tempo (35-33).
Nel terzo periodo la Bennet non scherza più: tripla di Basile, tripla di Markoishvili, e Pala Desio in fiamme. Contro/parziale di 4-0 del Barca griffato Pete Mickeal, e ospiti che rimettono la testa avanti, sfruttando i recuperi e le palle perse di Cantù. L'atmosfera dentro al palazzetto è incandescente, quasi insopportabile e nessuna delle due squadre ha voglia di arretrare di un solo centimetro! A 10 minuti dalla fine gli spagnoli sono ancora avanti di 2 punti (52-50); ma nella frazione finale in maniera inattesa, di puro orgoglio, la squadra allenata da Trinchieri piazza un break di 8-0 che sembra affossare Navarro e soci. L'effetto però dura poco, il roster catalano - lungo, furbo e talentuoso - assorbe completamente lo svantaggio, e nei vibranti possessi conclusivi piazza la zampata delle vittoria, che arriva attraverso la gelida mano di Navarro, MVP silenzioso della contesa. In realtà ci sarebbe il pallone dell'ipotetico miracolo, ma Basile va corto, e Cantù si deve arrendere di fronte alla cruda realtà dei fatti: il sogno Eurolega per quest'anno è concluso! Certo rimangono le imprese, i dubbi sull'arbitraggio, il meravigliso tifo del pubblico di Cantù, la bella pallacanestro espressa su i due lati del campo; però i playoffs resteranno una chimera, ed il campionato italiano oggi come oggi torna ad essere il vero unico obiettivo di una squadra che ha incantato l'Europa.
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