Euroleague Power Rankings: dall'ottava alla prima posizione
Le squadre in lotta per i playoff, o destinate a comandare i giochi, secondo il nostro Power Rankings di Euroleague
8 - OLIMPIA MILANO
Coach Jasmin Repesa (confermato)
Un mercato importante, dove completamento e miglioramento hanno viaggiato di pari passo. La passata edizione grida vendetta per una delle peggiori prestazioni in assoluto della competizione, ma la squadra dello scudetto era già ben diversa con le somme di Mantas Kalnietis e Rakim Sanders. Oltre a Esteban Batista, sostituito da uno dei nomi da un biennio più attesi dell’intero panorama europeo, Miroslav Raduljica. Nasce così un gruppo di valore, fisico e qualitativo sugli esterni, atipico e differenziato negli interni. Certamente un lungo in più avrebbe fatto comodo, ma i dubbi veri permangono sull’essenza stessa della squadra: i vari Kalnietis, Simon, Gentile, Sanders e Dragic dimostreranno un reale, e non solo potenziale, valore europeo?
7 - ANADOLU EFES
Coach Velimir Perasovic (Baskonia)
Trombe silenziate, e lavoro sotto traccia per un club che, di fatto, ha deciso di cancellare Ivkovic più che il progetto Ivkovic. Scelta logica dopo anni di spese folli, scelta ragionevole con sotto contratto elementi di valore assoluto come Brown, Dunston, Heurtel, Granger e Osman. Si parte da queste certezze, tutte ancora in parabola ascendente, per un attacco fantasioso e qualitativo, cui il mercato ha sommato l’ex tiratore del Barcellona Thomas, l’esplosiva ala Honeycutt e il lungo Alen Omic, protagonista in Eurocup con Gran Canaria. Ovviamente sanguinosa la perdita di Saric, ovviamente fondamentale l’aggiunta di Perasovic, chiamato a dare forma ad un contesto di grande talento.
6 - PANATHINAIKOS
Coach Argyris Pedoulakis (confermato)
Lo 0-3 con il Baskonia, e una tripla di Spanoulis, hanno cancellato il buono della passata stagione, relegando il tutto al termine «fallimentare». Il mercato è stato dunque di orizzontale rivoluzione pur con nove conferme dopo l’addio del «diamante». Al fianco di Nick Calathes, ecco quindi la versatilità di Rivers, l’istinto assassino di James (troppo spiccato, vista la ferita alla mano che lo toglierà dal campo per i prossimi due mesi), la fisicità di Singleton e la totalità di Bourouris. Una selezione di primissimo piano della scorsa Eurolega, nata per raccogliere tutto e subito. La parabola della carriera dei giocatori in oggetto, d’altronde, non è certamente in ascesa. Anzi.
5 - BARCELLONA
Coach Giorgios Bartzokas (Lokomotiv-Kuban)
Chiudere 12 anni di gestione Pascual (4 da vice) era già complicato, impossibile con ancora tanti contratti pesanti in essere. Il Barcellona ha comunque agito secondo i due punti su cui la critica catalana batteva da tempo: coach e play. Ecco quindi Bartzokas e Rice, forse il meglio possibile di questi tempi vista l’impossibilità di arrivare a Teodosic o Delaney, comprensibilmente volato in Nba. Ne scaturisce così un prodotto competitivo per talento, ma tutto da valutare in campo. Rice sarà in grado di essere un uomo-squadra in una simile dimensione? Koponen recupererà dall’incidente d’auto diventando il miglior sostituto possibile dell’ondivago Abrines? Tomic troverà continuità? Ecco gli interrogativi tra fallimento e rinascita.
4 - OLYMPIACOS
Coach Giannis Sfairopoulos (confermato)
Reduce dalla stagione europea peggiore dell’ultimo lustro, l’Olympiacos si è risollevato con il titolo greco e un mercato di conferme. Paradosso? Fino ad un certo punto visto il ritorno di Patric Young, centro potenzialmente dominante come nessuno cui si somma la fisicità di Birch (chiedere a Cusin nella preparazione al preolimpico), e il progressivo reinserimento di Kostas Papanikolaou, positivo sul finire della passata stagione. Squadra dunque con riferimenti e certezze, con Green a dare alternative ad un reparto esterni magari non eccelso, ma eccellentemente compensato dalla costante crescita di Printezis (atteso ad una stagione totale) e dalla divina presenza di Spanoulis. C’è tutto per tornare in alto.
3 - REAL MADRID
Coach Pablo Laso (confermato)
Vinto il derby del «dentro o fuori» contro Xavi Pascual, Pablo Laso si ritrova per la sesta stagione in fila sulla panchina del Real Madrid con un «Chacho» in meno ma tante garanzie in tasca. La stagione passata è stata di naturale flessione dopo due annate drammatiche, ma il talento rimane intatto, con fenomeni del gioco come Rudy, Carroll, Llull e Nocioni. Al loro fianco Ayon ha proseguito il suo percorso di crescita, mentre il mercato ha garantito nuove soluzioni in area con Randolph e Hunter. Dietro a tutto, la novità Doncic (classe 1999, play di due metri) può garantire una nuova iniezione di entusiasmo.
2 - FENERBAHCE
Coach Zelimir Obradovic (confermato)
Sfiorato il paradiso, il progetto turco tenta l’ultimo passo vivendo una prima estate di sostanziali conferme. Inutile pensare al mercato quando il tema erano i rinnovi di Vesely e Udoh, vere armi in più nella battaglia a due con il Cska. Gruppo ormai all’apice del suo processo di crescita, con i soli Bogdanovic e Datome in grado di garantire un ulteriore passetto in avanti, il Fenerbahce ha inserito in roster Nunnally da Avellino per garantirsi un’iniezione di estemporaneità offensiva in uno scenario di grande continuità sui 40’.
1 - CSKA
Coach Dimitris Itoudis (confermato)
Vincere è difficile, ripetersi ancora di più: apparente banalità che trova la sua palesazione nel concetto di «motivazione». Concetto che non può riguardare il Cska per due motivi: l’aura «perdente» che ha perseguitato molti elementi del roster (e la storia recente del club) sino all’ossessione; le scelte di mercato che hanno tappato quelli che erano reali difetti. Priva di Freeland per tutta la passata stagione, la dirigenza ha inserito al fianco di Hines un elemento come Augustine, che magari centro puro non sarà, ma che certamente interpreta come pochi lunghi in Europa il fondamentale del p&r, ovvero la terra di Teodosic. E qui sta la differenza tra Cska e Fenerbahce: i turchi non avevano difetti, i russi sì, e li hanno corretti. E il campione in carica, in tutto questo, è Itoudis, non il maestro Obradovic.
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