Daniel Hackett: ecco perché ho lasciato Milano per l'Olympiacos
In un'intervista ad eurohoops Hackett parla di nazionale, di Milano e della scelta di firmare in Grecia
In merito alla partenza dall'Italia si spiega così: ''Non voglio dire che ci sono stati degli errori. Solamente quattro squadre in Europa raggiungono le Final Four d'Eurolega, non è mai facile. Quando finisci una stagione senza trofei vuol dire che qualcosa è andato storto, forse non c'è stata la chimica giusta o forse non ci siamo impegnati abbastanza. Non mi piace incolpare gli altri, prima di tutto incolpo me stesso. Queste sono le ragioni per cui ho lasciato Milano ed ho trovato una nuova casa. Ora voglio fare bene con l'Olympiacos".
Sulla scelta di firmare in Grecia: ''Da quando guardo l'Olympiacos, nell'ultimo decennio, ho sempre visto un modo di giocare intelligente con una difesa dura. Ho apprezzato la doppia vittoria in Eurolega ed anche quanto fatto nella passata stagione. E' stupendo. Sono onorato di essere qui e di poter lavorare con questi giocatori. Penso che coach Sfairopoulos ha subito chiarito che sarà un sistema di gioco dove si correrà tanto. Qualunque sarà il mio ruolo in questa squadra lo accetterò, lavorerò duro. Spero che il mio lavoro in palestra verrà riportato anche in campo e che porterà a vincere delle partite".
A proposito della recentissima esperienza ad EuroBasket: "E' stato fantastico per me far parte di un gruppo come questo. E' stato come essere in famiglia, un'atmosfera grandiosa. Abbiamo fatto una gran prima parte di torneo, ma abbiamo mancato le semifinali perdendo contro la Lituania che ha giocato una grandissima partita. Dobbiamo rispettarli. Abbiamo avuto le nostre possibilità di vincere la gara, ma il basket è questo. A volte le cose non vanno come si desidera, ma abbiamo almeno raggiunto il nostro obbiettivo di qualificarci per il preolimpico. Sono contento perché sono diventato un giocatore migliore, ed anche una persona migliore. Era la prima volta che eravamo al completo, quando si ha così tanto talento e così tante armi è necessario trovare il modo giusto per usarle. Così alcuni di noi abbiamo capito che dovevamo mettere noi stessi un po' da parte per dare più spazio ad Andrea, Marco, Danilo e Gigi. Questi giocatori hanno grande talento e penso che abbiamo anche avuto una buona chimica di squadra".