Olimpia Milano: promossi, bocciati e rimandati dopo la regular season di Eurolega
L'Olimpia Milano approda alle Top 16 di Euroleague. Un'analisi della regular season della truppa di coach Luca Banchi
Per il secondo anno consecutivo l’Olimpia approda alle Top16, dopo aver chiuso il girone di RS al quarto posto con un bilancio di 5 vittorie e 5 sconfitte (Che nella passata stagione era valso la seconda piazza del raggruppamento). Per l’Olimpia si prospettano 14 partite impegnative, dove affronterà CSKA, Fenerbahce, Efes, Baskonia, Malaga, Olympiacos e Nizhny Novgorod. Dedichiamo quindi un’analisi approfondita all’Olimpia, analizzando le prestazioni dei singoli e gli aspetti più generali del gioco della compagine meneghina in questa prima fase di Eurolega. Il campione di sole dieci partite giocate non è ideale per valutare al meglio il rendimento dei milanesi, ma può sicuramente fornirci qualche spunto interessante. Ecco quindi qualche aspetto positivo e alcuni dati negativi da considerare in vista delle Top16.
(foto: Agenzia Ciamillo & Castoria)
LE NOTE LIETE
SAMARDO SAMUELS: Il centro giamaicano è al suo secondo anno sotto la Madonnina e, dopo una prima annata di adattamento alla pallacanestro europea, sta dimostrando tutte le sue potenzialità in questa prima parte di campionato e nel girone di Eurolega. Il 24 biancorosso ha sensibilmente migliorato le proprie statistiche nella competizione continentale, passando da 9.5 a 12.6 punti a partita (Con una percentuale da 2 cresciuta dal discreto 50.6 % della passata stagione a un più convincente 57%) e da 3.9 rimbalzi ai 5.8 attuali (Un buon dato, che lo colloca attorno alla ventesima posizione nella classifica dei rimbalzisti della competizione). Anche la valutazione media ha subito un sensibile incremento (Da 8.5 a 13.6). Tutto questo giocando 4 minuti di media in più rispetto all’anno scorso. Samuels è andato in doppia cifra nelle prime 8 gare del girone, risultando spesso tra i migliori della propria squadra. Nelle scorse Top16 il giamaicano, reduce da un infortunio alla mano patito nella prima fase contro lo Zalgiris Kaunas, partì in sordina, ma il suo rendimento crebbe nelle successive partite. Se Milano vorrà puntare a un posto agli ottavi avrà bisogno del miglior Samuels. Spetta al figlio di mamma Jacqueline non deludere le aspettative.
DANIEL HACKETT: Un’estate burrascosa passata tra fughe, polemiche, post sconsiderati e conclusasi con la severa squalifica comminatagli dalla Commissione Giudicante. Allontanato per sei mesi dal campionato nazionale, Hackett ha potuto così concentrarsi su un’unica competizione, recuperando dai numerosi acciacchi che ne avevano condizionato la seconda parte della scorsa stagione. In questa RS appena conclusasi Hackett pare ritornato ai fasti dell’ultimo periodo senese. Leadership, difesa, punti, rimbalzi, assist. Non c’è un singolo aspetto del gioco in cui il pesarese non si sia distinto, contribuendo alla causa con 13.2 punti (Leader della squadra, con un ottimo 40.5% da 3), 4.8 assist (Decimo passatore della competizione e un ottimo rapporto assist/TO) e 3.8 rimbalzi. Un inizio di stagione indubbiamente solido per il numero 23, con l’indimenticabile ultimo quarto da 17 punti giocato nella fondamentale gara contro il Bayern Monaco. Il recupero di Hackett ad alto livello non può che essere un’ottima notizia per i tifosi biancorossi.
NICOLÒ MELLI: il 23enne reggiano è ormai il “veterano” del gruppo milanese, essendo giunto alla sua quarta stagione con i colori biancorossi. Gradualmente migliorato nel corso della propria esperienza meneghina, Melli è ormai diventato una certezza per l’Olimpia, con la fama di solido difensore e giocatore (Fin troppo) ordinato in attacco. Fresco di rinnovo annuale siglato in estate, si è trovato a condividere lo spot di ala grande con un fenomeno del basket europeo come Linas Kleiza. La presenza dell’ingombrante collega non ha influito sul rendimento del reggiano che, con l’eccezione di qualche passaggio a vuoto, in questa RS ha spesso offerto prestazioni convincenti. Le sue cifre, 5.8 punti (60% da 2 e 34.8% da 3) con 3.7 rimbalzi in 20’ di utilizzo, non sono così scintillanti. Si fa però notare per il miglior defensive rating della squadra (109.1) e il secondo miglior ORtg (122.9). Dieci partite sono poche per fidarsi ciecamente dei numeri, ma essi sembrano confermare l’idea che con Melli in campo l’Olimpia giochi meglio su entrambi i lati del campo. Un Melli non appariscente ma sempre utile, forse ancora un po’ timido nel prendersi responsabilità in attacco (Ha l’Usage più basso tra i giocatori con un minutaggio significativo), soprattutto vicino a canestro. Ma per il momento è sufficiente così, aspettando Kleiza.
DAVID MOSS: il 31enne di Chicago è da tutti considerato il collante della squadra, sia fuori che dentro il campo. Lo confermano i numeri, con 7.2 punti di media (39% da 3) e il buon contributo a rimbalzo (3.5 ad allacciata di scarpe). Lo ribadisce un defensive rating tra i migliori e il buon apporto offensivo pur giocando da spot up shooter. Poche parole per un giocatore solido e sempre affidabile.
(foto: Agenzia Ciamillo & Castoria)
LUCI E OMBRE
JOE RAGLAND: L’adattamento alla massima competizione europea (Per questioni di taglia fisica e di ruolo all’interno del roster rispetto alla precedente esperienza brianzola) era una delle maggiori incognite legate all’arrivo del playmaker liberiano a Milano. A questa si è aggiunta la squalifica di Daniel Hackett in campionato, che ha costretto coach Banchi a presentare due formazioni diverse nelle due competizioni. Fattori che hanno condizionato il rendimento di Ragland, vediamo come: La presenza di Hackett in Eurolega ha chiaramente influito sul minutaggio del liberiano, e conseguentemente anche sulle sue responsabilità offensive. Ragland gioca 5 minuti di media in meno rispetto al campionato (22’ invece di 27’), mentre i suoi tiri scendono da 8.5 a 7. Non una differenza troppo marcata, ma è interessante notare la differente selezione dei tiri nelle due competizioni. In Eurolega il numero 1 biancorosso prende 3.2 tiri da 2 a partita (Convertendone il 47%) e 3.8 dalla lunga (Con il 39.5%), in Italia la differenza è lampante: 5 tiri da 2 (Con la sensazionale percentuale del 62%) e 3.5 dai 6.75 metri (Con il 45%). L’approccio all’Eurolega è stato buono (Soprattutto in attacco, l’offensive rating dice 129.8, il migliore del team), anche se rimane qualche lacuna difensiva da colmare (Ha il secondo peggior defensive rating della squadra, con 115), ma in vista delle Top16 servirà un rendimento maggiore, magari seguendo l’esempio del suo predecessore Curtis Jerrells.
ALESSANDRO GENTILE: il capitano biancorosso, fresco di nomination al FIBA Europe Player of the Year, sta vivendo un inizio di stagione in chiaroscuro, tormentato dai dolori alla schiena che gli hanno fatto saltare alcune gare di campionato e la trasferta catalana in Eurolega. Dolori alla schiena che pare stiano condizionando anche le sue percentuali al tiro, soprattutto dalla lunga distanza (24% da 3 tra campionato e Eurolega). L’apporto di Gentile rimane comunque fondamentale per l’Olimpia in vista delle Top16, anche per il contributo dato a rimbalzo e come regista “occulto” del team (Terzo miglior passatore della squadra). Ma per dare l’assalto agli ottavi (Nella scorsa stagione fu costretto a dare forfait contro il Maccabi a causa di uno stiramento) servirà un apporto offensivo migliore (Al momento la sua eFG% è la più bassa della squadra, con il 40%).
ASSIST, PALLE PERSE E SCELTE DI TIRO: Il gioco di Banchi è stato spesso criticato per la mancanza di coralità e per l’eccessiva importanza data alle individualità nella metà campo offensiva. La media assist per partita della squadra sembra confermare questa opinione diffusa. L’Olimpia si trova infatti al penultimo posto nella classifica degli assist con 15 di media (Fa peggio solo lo Zalgiris Kaunas). Un attacco poco corale, ma che almeno spreca pochi palloni. Le 10 perse di media sono infatti il dato migliore della competizione, mantenendo così un accettabile rapporto assist/TO. Un’altra critica che viene spesso rivolta al gioco dell’Olimpia riguarda l’abuso del tiro da 3 punti. Effettivamente i biancorossi sono nelle prime posizioni per quanto riguarda i tentativi dalla lunga (Quarti con 25.3 triple tentate a partita, con il 35.2% a bersaglio) mentre sono solamente diciannovesimi per tentativi da due con 37.8 tiri (convertiti con il 48.4%). Ma questa preferenza per il tiro da fuori è davvero così deleteria per il gioco dei biancorossi? I numeri dicono di no: nelle cinque vittorie del girone l’Olimpia ha tirato in media 32.2 volte da 2 (57.1% di realizzazioni) e ben 29 da tre (Con una buona percentuale del 36.6%). Nelle cinque sconfitte i tentativi da tre scendono drasticamente a 21.6 (Segnandone uno su tre), mente salgono quelli da 2 punti (43.4 a match con un misero 41.9%). Il tiro al piccione non vi piace? Facciamocene una ragione, i numeri non sono dalla nostra parte. L’augurio è che i biancorossi riescano a ripetere le ottime percentuali dai 6.75 tenute nelle Top16 della passata stagione.
(foto: Agenzia Ciamillo & Castoria)
OLIMPIA, ABBIAMO (PIÙ DI) UN PROBLEMA!
MARSHON BROOKS: Arrivato in estate tra l’entusiasmo e la curiosità dei tifosi milanesi, Marshon Brooks ha finora fornito prestazioni altalenanti e contraddittorie, a volte relegato in panchina per larghi tratti di partita da coach Banchi, che pare non voler concedere il minimo errore o disattenzione all’ex Nets. Come nel caso di Ragland, il rendimento tende a calare tra campionato e Eurolega. Una flessione sicuramente giustificata dalla differenza di competitività, ma che rispecchia le difficoltà che Brooks sta incontrando nell’adattamento al basket europeo. 8.5 punti (40.4% da 2 e 32% da 3), 2.4 rimbalzi e meno di un assist a partita, in circa 16’ di utilizzo. Tutto questo calamitando il 30% dei possessi offensivi della squadra e con un ORtg di 92.4 (Il peggiore, la squadra viaggia a 108.1). C’è ancora tempo per migliorarsi, ma dal 2 gennaio si gioca per conquistare un posto agli ottavi. Servirà un Brooks diverso.
LINAS KLEIZA: Deluso dall’ultima esperienza in riva al Bosforo, Linas Kleiza ha accettato la corte dell’Olimpia per rilanciare la propria carriera a livello europeo. Ma, a parte qualche picco di prestazione (I 27 contro il Turow sono il suo massimo in carriera nella massima competizione del vecchio continente), al momento l’apporto del lituano alla causa biancorossa è stato abbastanza deficitario. L’impressione è che Kleiza sia poco coinvolto nel gioco dell’Olimpia, e questo è ampiamente dimostrato dalle sue statistiche. Nella propria metà campo è spesso in difficoltà, e il peggior defensive rating della squadra (117.1 punti concessi ogni 100 possessi) è un indizio a favore di questa tesi. Il suo cambio, Melli, concede in media 8 punti in meno e va a rimbalzo con maggior profitto. Nei 14 metri offensivi il rendimento del lituano migliora (8.6 punti con il 60% da 2 e il 37.5% da tre, miglior dato della sua carriera europea), ma a sorprendere è la sua selezione dei tiri, con soli 2.5 tentativi da 2 a partita, contro i 4 dalla lunga. Per un giocatore che nelle sue precedenti esperienze europee ha sempre preferito i tiri dentro l’area (6.60 tentativi da 2 contro i 3.15 da fuori) è un grosso cambiamento, che al momento non sembra pagare grossi dividendi.
SHAWN JAMES: Il centro ex Maccabi è forse il caso più spinoso di questo inizio di stagione per l’Olimpia. Complice l’operazione alla schiena patita nell’ultima stagione con i gialloblu di Tel Aviv, che ne sta condizionando il ritorno all’attività agonistica, le prestazioni del lungo arrivato in estate per fornire atletismo, difesa e stoppate nel pitturato si sono rivelate molto deludenti. Il minutaggio garantito dal centro proveniente dalla Guyana è stato spesso insufficiente, e le sue medie (3.3 punti e 2.8 rimbalzi in 12’) sono al minimo nella sua carriera europea. Il Presidente Portaluppi ha ribadito negli scorsi giorni la fiducia nel giocatore e la volontà della società meneghina di aspettare una crescita delle prestazioni di James. La sensazione diffusa è che, in vista delle Top16, un’aggiunta sotto canestro possa essere più che utile.
RIMBALZI E DIFESA PERIMETRALE: I problemi dei singoli giocatori si riflettono sulla squadra, e le lacune sotto canestro influenzano i dati a rimbalzo dell’Olimpia. I biancorossi sono ultimi tra le squadra qualificate alle Top16 per rimbalzi catturati (33.1 totali e 21.8 in difesa) e secondi solo al Maccabi per quelli concessi (37.5). Se i biancorossi vorranno fare strada fino agli ottavi dovrà crescere di intensità anche la difesa sul perimetro. Al momento l’Olimpia concede agli avversari il 38.1% dalla lunga distanza (Che sale al 44% nelle sconfitte e si abbassa drasticamente al 32.8% nelle gare con esito favorevole). Nelle scorse Top16 l’Olimpia costruì gran parte dei propri successi su una difesa perimetrale asfissiante (30.2% da tre concesso agli avversari), vedremo se la squadra attuale saprà ripetersi.
Articolo di Simone Zappa (Orgoglio Biancorosso)